L'Organizzazione Mondiale della Sanità valuta l'inserimento della dipendenza da videogiochi nella lista delle malattie mentali, ma ci sono già le prime opposizioni
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Nelle ultime settimane l'Organizzazione Mondiale della Sanità sta pensando di inserire la dipendenza da videogiochi nella lista delle malattie mentali.
Tale idea, però, è stata subito respinta da una squadra di 36 esperti di salute mentale, docenti e scienziati da tutto il mondo che, dall'alto della loro esperienza universitaria (ci sono esponenti dell’Università di Oxford, l’Università Johns Hopkins, l’Università di Stoccolma e l’Università di Sydney), stanno preparando ad opporsi con un articolo ufficiale.
"A weak scientific basis for gaming disorder: Let us err on the side of caution" (ovvero, in italiano: "Deboli basi scientifiche per la Dipendenza da videogiochi: schieriamoci dalla parte della cautela"), sarà pubblicato esclusivamente nel momento in cui l'OMS deciderà in modo definitivo di inserire il comportamento tra quelli ritenuti come disturbi mentali.
All'interno dell'articolo verranno riportate le ragioni per cui "il disturbo" non può essere classificato come malattia, tra cui spicca la teoria secondo cui c'è ancora molta confusione, anche fra gli autori che sostengono la diagnosi, in merito a cosa sia, esattamente, la dipendenza da videogiochi, e che le prove a sostegno siano di bassa qualità.
Intanto, l'italiana AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani), ha espresso la sua contrarietà alla possibile decisione dell'OMS, in una lettere inviata direttamente all'Organizzazione, in cui sono state mosse diverse critiche sulla decisione.
In particolare:
"Thalita Malagò ha aggiunto che qualsiasi classificazione di un disturbo connesso all’uso dei videogiochi rischia di rappresentare in modo negativo la comunità di videogiocatori di tutto il mondo. Il valore educativo, terapeutico e ricreativo dei videogiochi è consolidato e ampiamente riconosciuto. I videogiochi sono uno strumento utile per acquisire competenze chiave, abilità e atteggiamenti richiesti per una vita di successo nella società digitale", si legge nella dichiarazione ufficiale arrivata in redazione.