La risposta del CEO di Sony dopo la decisione dell'OMS di inserire la "game addiction" tra le malattie riconosciute
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L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente catalogato la dipendenza da videogiochi come una malattia riconosciuta (ve ne abbiamo parlato qui), una decisione che ha scosso l'intera industria e, in particolare, le aziende più attive del settore.
Tra queste spicca Sony, che, con un intervento del suo CEO, Kenichiro Yoshida, ha specificato che c'è bisogno di un serio impegno per trovare delle contromisure adatte a contrastare il fenomeno:
"Dobbiamo affrontare la cosa seriamente e adottare delle contromisure. Su PlayStation abbiamo già implementato un sistema di valutazione dell'età per controllare i contenuti fruiti dai giocatori e stiamo valutando delle soluzioni anche per quanto riguarda i nostri standard", ha sottolineato l'amministratore della nota azienda giapponese.
Le nazioni, e di conseguenza gli sviluppatori e i produttori di console, avranno tempo fino all'1 gennaio 2022 per proporre dei metodi di prevenzione e trattamento della cosiddetta "game addiction": bisognerà attendere qualche anno, quindi, prima di comprendere quali metodi attuerà il mercato per contrastarlo.