Una spiacevole situazione è capitata a una madre irlandese, che mette in guardia gli altri genitori sulle microtransazioni di giochi come FIFA per PlayStation
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Negli ultimi anni molti giochi per console a pagamento propongono un sistema di acquisti di contenuti aggiuntivi tramite microtransazioni, i pagamenti online che siamo abituati a vedere da molto tempo in giochi gratuiti per cellulari e tablet, ovvero quelli rientranti nelle categorie denominate free-to-play e freemium (da una fusione tra premium e free).
Recentissima è la polemica sulla marcata presenza di microtransazioni e "loot box", le casse premio utili a sbloccare oggetti per i giochi, in Star Wars Battlefront II (leggi la nostra recensione), il videogioco realizzato da Electronic Arts su cui Disney ha puntato tutto in vista dell'uscita nelle sale cinematografiche mondiali dell'ultimo episodio della saga di Guerre Stellari, Star Wars: Gli Ultimi Jedi.
E sempre di Electronic Arts è un altro gioco che fa largo uso di questa struttura economica, ovvero la simulazione di calcio ufficiale della FIFA, quest'anno nei negozi con FIFA 18 per PlayStation 4, PlayStation 3, Xbox One, Xbox 360, PC e Nintendo Switch. Oltre a permettere ai giocatori di vivere una carriera di una promessa del calcio inglese, disputare partite online con le squadre di tutto il mondo o svolgere i campionati più blasonati, come quello della Serie A, il successo di FIFA 18 si basa sopratutto sulla modalità FIFA Ultimate Team, anche conosciuta come FUT.
In FUT è possibile creare la propria squadra ideale affidandosi all'acquisto di buste di carte virtuali contentenenti i giocatori di tutto il mondo calcistico attuale, ma anche quello storico con le leggende come Ronaldo e Pelè. L'acquisto di queste buste passa attraverso i FIFA Points, che possono essere sbloccati, ma anche acquistati con soldi reali. A dimostrazione di questa cosa, vi rimandiamo alla nostra rubrica Mondo FUT, in cui noi di Mastergame ogni settimana elargiamo consigli sulle formazioni per vincere senza spendere nemmeno un singolo euro.
L'altra faccia della medaglia, però, è rappresentata da persone, non necessariamente giovanissime, che spendono per puro piacere e divertimento dei soldi per ottenere il massimo dalla propria formazione e dal gioco. E poi ci sono casi in cui dei ragazzi, magari in totale ingenuità, spendono inconsapevolmente interi stipendi dei propri genitori.
Capita con Crash Royale, ma anche con FIFA 18, proprio come è successo a una mamma irlandese, che si è ritrovata senza i risparmi di un mese di lavoro perché suo figlio non comprendeva il funzionamento delle microtransazioni:
"Quando compri il videogioco o mentre giochi, non ti avvisano della presenza di questa tipologia di acquisti reali. Nel mio caso, mio figlio non ha dovuto fare niente per attivare la carta di credito e non sapeva che con ogni operazione stava prendendo soldi dal mio conto corrente".
Il ragazzino, dopo aver compreso la gravità della vicenza, è rattristato dalla cosa, come testimoniato dalla madre: "è convinto di aver rovinato il Natale. Non riesco neanche a portarlo a scuola e non posso rimproverarlo perché si sta già punendo da solo più di quanto io potessi immaginare".
Una testimonianza che può fare da monito per tanti altri genitori, con la speranza che prima o poi le aziende e i rivenditori adoperino le giuste misure per prevenire che accadano spiacevoli inconvenienti come questo.