La prefettura giapponese di Kagawa ha varato un provvedimento che limita fortemente la quantità di tempo che i minori di 18 anni possono trascorrere giocando ai videogiochi
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Due mesi fa, prima dell'avvento del Covid-19, il Giappone si era mosso per mettere al varo una serie di leggi che riguardavano un coprifuoco sui videogiochi simile a quello già in vigore in Cina. Pioniera di tali proposte era stata la prefettura di Kagawa, che vede ora l'approvazione di un disegno di legge che limita fortemente il tempo che i minori 18 anni possono trascorrere giocando ai videogiochi.
Il governo della prefettura giapponese di Kagawa, situata nella regione del Kansai, ha così attuato il disegno di legge già al vaglio dallo scorso febbraio, in cui limita il tempo dei videogiochi a soli 60 minuti al giorno nei giorni feriali e 90 minuti al giorno nei fine settimana e che include anche l'uso degli smartphone, imponendo che non vengano utilizzati dopo le 22:00.
Il disegno di legge ha però sollevato diverse contraddizioni, specie nella sua approvazione che sembra non abbia seguito l'iter previsto durante la votazione (i consiglieri erano assenti in molti e la discussione circa l'articolazione della legge non è stata trattata in modo esaustivo), quindi si pensa che ciò porterà a una sua revisione, specie in un momento come questo, in cui è l'uso di videogiochi e tecnologia sembra diventato fondamentale durante la quarantena.
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L'impatto effettivo del coprifuoco dipenderà dunque esclusivamente da come i genitori giapponesi decideranno di gestirlo. Per questa ragione, il governo della prefettura di Kagawa ha contattato i genitori della zona chiedendo loro il rispetto delle nuove disposizioni.
Per alcune famiglie è possibile che le regole vengano rigorosamente applicate, ma nella maggior parte di queste (specie a causa della pandemia) si prevede che verranno ignorate sino alla modifica della legge in questione.