Il leggendario game designer giapponese ha parlato delle pressioni subite da Konami a causa delle somiglianze tra il finale del videogame e l'attentato dell'11 settembre
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Kojima Productions ha da pochi giorni festeggiato il suo settimo anniversario, e in occasione di un tour guidato del nuovo studio inaugurato per l'occasione, il celebre autore Hideo Kojima ha rivelato alcuni dettagli legati all'uscita di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty e di come abbia rischiato di lasciare Konami a causa degli attacchi dell'11 settembre, portando alla riscrittura del finale del videogame per PS2.
Il finale di Metal Gear Solid 2, lanciato poche settimane dopo l'attentato alle Torri Gemelle, ha subito infatti delle modifiche sostanziali per evitare che si potessero creare paragoni con i tragici eventi del 2001.
Il lavoro del papà di Metal Gear sulla trama dell'intera saga è da sempre considerato profetico: la storia di Metal Gear Solid 2, concepita da Hideo Kojima ben prima di quel nefasto 11 settembre, si concludeva originariamente con lo schianto dei terroristi su New York e un'immagine del nemico Solidus Snake aggrappato alla bandiera americana. Un epilogo che, in seguito all'attentato al World Trade Center, è stato definito "decisamente estremo".
Nell'intervista ai microfoni di IGN, Kojima ha spiegato come il devastante attacco terroristico sia stato fonte di pressione e incertezza per il gioco e per il suo studio Kojima Productions. "L'attacco terroristico dell'11 settembre 2001 è avvenuto poco prima dell'uscita di Metal Gear Solid 2: avevamo appena spedito il master, ma il gioco includeva sia il World Trade Center che il Pentagono. Sembrava davvero impossibile che il progetto vedesse effettivamente la luce", ha spiegato il director giapponese.
Kojima ha confessato di aver preso in considerazione l'idea di licenziarsi alla luce dei tragici eventi, ma di essere stato convinto a proseguire dal presidente di Konami, Kagemasa Kozuki. "Quando questo gioco uscirà e la società ne parlerà, parlerà di te, il suo creatore, e di me, la persona che lo ha venduto", sembra abbia riferito Kozuki a Kojima. "Dubito che diranno qualcosa su qualcun altro. Allora cosa farai? Per quanto mi riguarda, sono pronto ad affrontare qualsiasi cosa accada".
Parole che, per Kojima, devono aver rappresentato un elogio per le lungimiranti previsioni future contenute nella complessa narrazione di Metal Gear Solid 2, sufficienti a far sì che il gioco venisse presentato come un'opera d'arte e a convincere Kojima a non mollare. "Quando ho sentito quanto fosse effettivamente disposto a spingersi oltre, ho deciso di pubblicarlo insieme. Il resto è storia", racconta il leggendario autore nipponico.
Il game designer ha continuato a parlare di quanto avesse imparato dal periodo trascorso in Konami, sottolineando l'importanza per ogni creativo di essere produttore di se stesso e lottare per portare a compimento la propria visione. Il leader di Kojima Productions ha parlato della collaborazione con Microsoft, sottolineando come molti l'abbiano ritenuto "pazzo", e non disdegna l'eventualità di trasformarsi in un'intelligenza artificiale così da continuare a creare videogiochi anche una volta che non sarà più fisicamente tra noi.