Il nuovo capitolo della serie ha scatenato un vero e proprio dibattito politico in merito a questa scelta
© IGN
Life is Strange: True Colors, il nuovo capitolo della serie di Square Enix affidato ai ragazzi di Deck Nine Games, sta ricevendo pesanti critiche dai giocatori a causa della presenza, nella cittadina di Haven Springs che fa da sfondo alle vicende, della bandiera del Tibet indipendente – malvista dal regime.
Sebbene si tratti di un elemento decorativo in un negozio, la questione ha scatenato un vero e proprio dibattito politico e su Steam hanno iniziato ad apparire le prime recensioni negative, molte delle quali sono dichiarazioni politiche in cui si afferma che il Tibet è parte della Cina. A tali affermazioni seguono critiche agli sviluppatori e ai personaggi.
Considerata la piega presa dalla situazione, difficilmente Life is Strange: True Colors potrà trovare terreno fertile in Cina ma, al di là della questione nello specifico, le ultime imposizioni del governo cinese avrebbero comunque reso difficile se non impossibile l’ammissione del gioco.
È infatti recente l’obbligo imposto ai colossi dell’industria videoludica cinese di eliminare dai propri prodotti tutti quei contenuti che alimentano l’effeminatezza – nella fattispecie, personaggi maschili ambigui. L’idea è impedire che la cultura dei giovani e la loro visione dei generi sia in qualche modo deviata.