L'aspra denuncia riguarda il videogame "Cavalieri di al-Aqsa" e il suo sviluppatore che, secondo l'ente, avrebbe diffuso un messaggio di odio e intolleranza
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Nel corso degli ultimi anni, il dibattito sul potere benefico dei videogiochi è diventato sempre più acceso. Per quanto diversi studi scientifici abbiano accreditato la capacità di influenzare in meglio la psiche dei suoi giocatori, dall'altro lato ne hanno svelato un volto oscuro, in cui questa influenza può dar vita, in alcuni casi, a manifestazioni violente. Purtroppo tali eventi vanno moltiplicandosi, tanto che diversi governi hanno iniziato a regolamentare o addirittura censurare (come la Cina) alcuni prodotti videoludici. Recentemente in Italia, l'Osservatorio Antisemitismo ha denunciato il videogioco "Cavalieri di al-Aqsa" perché basato su contenuti che incitano all'odio e alla violenza antisemita.
Il videogioco, intitolato nella sua versione originale "Fursan al-Aqsa: The Knights of the Al-Aqsa Mosque", ispirato dunque alla Moschea di Al-Aqsa (situata nella Città Vecchia di Gerusalemme e terzo sito più sacro dell'Islam), permette agli utenti di giocare come "combattenti per la libertà palestinese" contro le forze dell'IDF, ossia l'Esercito Israeliano.
Il gioco, già presente su Steam, è diventato virale nel corso dell'ultima metà del 2021 per il suo gameplay incentrato su cecchini palestinesi che attaccano e uccidono i soldati israeliani, promettendo di rompere quello che il suo sviluppatore Nidal Nijm, un brasiliano di origine palestinese, chiama "il cliché di ritrarre gli arabi come terroristi".
"Mio padre è un ex combattente di Fatah. È emigrato in Brasile dopo l'invasione israeliana del Libano nel 1982", ha spiegato Nijm. "Non ho alcun legame con nessun partito, gruppo od organizzazione politica o militare, ho solo vissuto con mio padre tutta la sua storia di lotta e resistenza del popolo palestinese. Ed è stato mio padre che mi ha incoraggiato a dedicarmi ai videogiochi fin da piccolo, e mi ha detto di studiare e imparare in modo che un giorno potessi produrre un videogioco sulla Resistenza palestinese".
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Ma per il game designer, il gioco riguarda anche un cambiamento di prospettiva: "Da quando ero piccolo ho sempre visto che qui in Occidente, nei film e nei videogiochi, gli arabi venivano ritratti come terroristi, quindi ho sempre voluto cambiare quell'immagine. E siccome mi sono sempre piaciuti i giochi fin da piccolo, ho deciso di creare questo mio gioco per mostrare che gli arabi non sono terroristi, ma combattono per la libertà del loro popolo", ha affermato.
Al di là delle intenzioni dell'autore, il significato attribuito al videogioco ha sollevato un ampio dibattito internazionale, arrivando nei giorni scorsi all'Osservatorio Antisemitismo che ne ha denunciato le intenzioni antisemitiche sul proprio sito in un editoriale, che finisce con le parole "nella confusione tra mondo reale e mondo digitale questo gioco in realtà insegna a uccidere israeliani". Il videogioco è stato dunque denunciato dalle Associazioni Italia-Israele nella procura di Asti, Savona e Reggio Calabria, per "atti di violenza con finalità di terrorismo, apologia di delitti aggravata dall'utilizzo di strumenti informatici, e istigazione alla violenza per motivi razziali", nonché "dell'apologia della Shoah".
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Tuttavia, secondo Nijm, il gioco non è in alcun modo antisemita o discriminatorio. "La trama di questo gioco è una storia fittizia ispirata a fatti reali. Anche i gruppi politici e militari rappresentati nel gioco sono fittizi", si legge in un disclaimer sul sito del gioco. "In questo gioco, il giocatore non spara a civili israeliani, donne, bambini, anziani - solo ai soldati. NON ci sono immagini di contenuti sessuali, droghe illecite, profanazioni religiose, discorsi di odio contro qualsiasi gruppo, etnia o religione, propaganda contro gli ebrei, nazista o vanto di qualsiasi gruppo terroristico e/o altri atti illegali. Questo gioco contiene solo la rappresentazione virtuale del Movimento di resistenza palestinese contro l'occupazione militare israeliana, che è ufficialmente riconosciuto dalle Nazioni Unite".
Fursan Al-Aqsa è stato anche approvato per la pubblicazione dal Dipartimento di Giustizia brasiliano e ha ricevuto una classificazione 18+, sebbene la sua data di lancio, come fatto notare dallo stesso Osservatorio Antisemitismo, sia andato a coincidere con l'uscita dello sparatutto americano Fallujah, "ambientato nell’Iraq dell’era post Saddam con la guerriglia contro le forze militari americane".
Il videogioco è inoltre oggetto di un'interrogazione parlamentare presentata dal deputato della Lega Andrea Giaccone e rivolta e rivolta al presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro degli Interni Luciana Lamorgese in cui viene richiesto, citando le parole del politico: "quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare, anche normative e con la massima urgenza, per arginare la distribuzione del videogioco, anche con riguardo a una eventuale pianificazione di matrice jihadista".