IL CONTROSENSO

Paradosso Usa: videogiochi violenti venduti sottobanco, armi in piena vista

Il gruppo Walmart ha stabilito una nuova politica aziendale che invita i dipendenti a non pubblicizzare videogames violenti nei propri negozi

12 Ago 2019 - 11:27
 © ign

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In seguito alle sparatorie avvenute nei giorni scorsi negli Stati Uniti, che hanno portato il presidente Donald Trump e altri politici americani a puntare il dito contro il mondo dei videogiochi, la catena di negozi Walmart avrebbe ordinato ai propri dipendenti di rimuovere qualsiasi materiale pubblicitario legato a prodotti violenti, videogiochi inclusi.

Secondo un documento indirizzato ai dipendenti dell'azienda e trapelato in rete, Walmart avrebbe obbligato lo staff di ogni punto vendita a rimuovere banner, cartelloni e altre forme di pubblicità che incentivassero all'acquisto di opere d'intrattenimento con evidenti riferimenti alla violenza. Eppure, ognuno degli oltre 5mila punti vendita sparsi nel territorio americano continua a vendere armi al pubblico.

In alcuni punti vendita Walmart del suolo statunitense, i dipendenti sembrano aver preso alla lettera le nuove direttive, arrivando persino a rimuovere tutti i videogiochi violenti dagli scaffali dei negozi.

Contattati da IGN, i responsabili di Walmart hanno confidato che la decisione di rimuovere i videogiochi violenti è stata un'iniziativa isolata da parte di uno specifico punto vendita e che le nuove direttive vietano ai dipendenti esclusivamente di promuoverne la vendita tramite materiale pubblicitario. Videogiochi come Call of Duty, Battlefield e GTA V continueranno dunque a essere venduti dalla catena Walmart, tuttavia non ci saranno più manifesti e pubblicità che inviteranno i clienti ad acquistarli.

Una mossa che, secondo la classe politica statunitense, aiuterà a prevenire nuovi attentati terroristici, perlomeno fino a che i clienti di Walmart non gireranno l'angolo e raggiungeranno l'area dedicata alle vendita delle armi. Quelle vere.

 


 

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