IL CASO

Polemica Ibrahimović-FIFA 21: oltre trecento calciatori si scagliano contro il videogame di Electronic Arts

L'uso "non autorizzato" dei diritti d'immagine da parte di FIFPro e dell'ente FIFA spingono il calciatore svedese e Mino Raiola a fare pressione su EA: "È una questione di soldi", svela il procuratore

30 Nov 2020 - 10:50
 © IGN

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Nei giorni scorsi ha fatto discutere il commento di Zlatan Ibrahimović, il calciatore svedese del Milan, riguardo la sua presenza all'interno del videogame sportivo FIFA 21. "Chi ha dato a FIFA EA Sport il permesso di utilizzare il mio nome e il mio volto", aveva chiesto l'attaccante sul suo profilo Twitter, esigendo spiegazioni non soltanto dagli sviluppatori di Electronic Arts ed EA Sports, ma anche da FIFA e dal gruppo FIFPro, la federazione che gestisce gli interessi dei calciatori professionisti a livello internazionale. A detta di Zlatan, insomma, le tre parti hanno utilizzato volto e nome del calciatore per trarre profitto senza autorizzazione. Un caso che si è evoluto giorno dopo giorno, coinvolgendo anche il gallese Gareth Bale e l'onnipresente procuratore Mino Raiola.

COSA STA SUCCEDENDO? - Facciamo un passo indietro. Dal lontano 2002, il calciatore svedese è comparso in ogni capitolo della serie FIFA, fungendo spesso (e apparentemente volentieri) da testimonial della modalità FUT ed essendo ricompensato da Electronic Arts per i ricavi ottenuti in questa modalità tramite le vendite delle carte che riportano il suo nome. Eppure, stando alle dichiarazioni di un sorpreso Ibra, né il calciatore né tantomeno il suo procuratore Mino Raiola, erano a conoscenza del fatto che Electronic Arts avesse ottenuto il permesso di utilizzare volto e nome dell'atleta svedese.

Nel suo primo post su Twitter, Ibrahimović ha dichiarato: "FIFPro? Non sono al corrente di essere un membro FIFPro, e se lo sono, sono stato aggiunto senza consenso attraverso qualche strana manovra. Di sicuro, non ho mai concesso a FIFA o FIFPro di arricchirsi utilizzando la mia immagine", prosegue il calciatore, che in tweet separato ha rincarato la dose. "Qualcuno ha realizzato dei profitti per tutti questi anni sfruttando il mio nome e il mio volto, senza alcun accordo. È il momento di investigare".

BOTTA E RISPOSTA - Al post di Ibrahimović ha fatto eco il calciatore gallese Gareth Bale, che ha risposto anche in questo caso manifestando un certo stupore pur essendo apparso regolarmente in ogni capitolo della serie calcistica e comparso sulla copertina del gioco nel 2013 con FIFA 14. "Interessante, cos'è FIFPro? È tempo di indagare", ha dichiarato l'attaccante ex-Real Madrid, attualmente in prestito al Tottenham. Che, stando alle dichiarazioni di Raiola, sarebbe solo uno di oltre trecento calciatori pronti a intraprendere azioni legali contro Electronic Arts, FIFA e FIFPro.

La risposta di Electronic Arts non si è fatta attendere, con la software house canadese che ha specificato di possedere tutti i diritti per lo sfruttamento di immagine e che, nei casi specifici, tali accordi sono stati stipulati direttamente con l'AC Milan e la Premier League. "I diritti sulle fattezze dei giocatori sono concessi attraverso il nostro accordo con l'AC Milan e la partnership esclusiva di lunga data con la Premier League, che include tutti i giocatori del Tottenham Hotspur", si legge nel comunicato. Ciò ha scatenato l'ennesima risposta da parte di Raiola, che ha così commentato su Twitter. "FIFPro e AC Milan non possiedono i diritti individuali dei singoli calciatori, come credo sappiate benissimo, dal momento che ve lo abbiamo ripetuto più e più volte".

Lo stesso Raiola ha poi condiviso su Twitter un'infografica per mettere in cattiva luce Electronic Arts: si tratta dei profitti ottenuti dalla software house attraverso la modalità FIFA Ultimate Team, che nel 2020 avrebbe generato un miliardo e mezzo di dollari. "Chi prende questi soldi? E quale cifra tocca al calciatore?", ha sottolineato l'agente di Ibrahimović.

LA RISPOSTA DI EA E FIFPRO - "Mino Raiola è un rispettato manager sportivo con cui collaboriamo da molti anni, incluso quello in corso, quando la nostra collaborazione ha fatto in modo che il suo cliente Erling Haaland facesse parte della nostra campagna di marketing FIFA 21", la risposta ufficiale di Electronic Arts in un comunicato riportato da Tuttosport. "Abbiamo anche goduto di un'ottima collaborazione professionale con Zlatan Ibrahimovic, che è apparso in ogni FIFA dal 2002 e ha ricevuto regolarmente premi come componente della nostra modalità FUT. La società di eSports di Gareth Bale Ellevens utilizza inoltre il nostro gioco FIFA come piattaforma chiave per i suoi atleti professionisti di eSport e siamo fiduciosi che Gareth e il suo team vedano un valore significativo nella nostra partnership, come evidenziato da questo contenuto rilasciato di recente".

Alla dichiarazione di EA ha fatto eco anche FIFPro, che ha rimarcato come l'associazione - senza scopo di lucro - acquisisca i diritti d'immagine tramite i sindacati dei giocatori in circa sessanta paesi, mettendoli a disposizione di Electronic Arts (e altri clienti nel mondo videoludico, ad esempio Konami con il suo PES) tramite accordi separati concordati con club (nel caso di Ibrahimović, il Milan), le leghe, gli organi direttivi e chiaramente i singoli giocatori in casi particolari. Le entrate generate da FIFPro, stando al commento ufficiale dell'organizzazione, vengono distribuite agli stessi giocatori in modo diretto oppure tramite uno scambio di servizi, si tratt di consulenze legalipianificazione del post-carrieraassistenza mentale e fisica o, come succede da qualche mese ormai, supporto per aiutare migliaia di calciatori a superare la crisi causata dal Covid-19.

Raiola ha successivamente avuto tutta una serie di scambi con altre personalità della scena calcistica, incluso l'ex-proprietario del Crystal Palace Simon Jordan. I due hanno discusso, con Jordan che ha chiesto per quale motivo Ibra e Raiola si siano accorti solo ora della questione. Nel corso dello scambio pepato, Mino Raiola ha infine confermato che il motivo è di natura prettamente economica, dal momento che dal suo punto di vista Electronic Arts trae profitto utilizzando l'immagine altrui. Jordan avrebbe accusato Raiola di essere impegnato in una simile operazione al solo scopo di ottenere una commissione e continuare ad arricchirsi, con il procuratore che avrebbe risposto stizzito, incurante dell'opinione dell'ex-proprietario del Palace.

Nelle scorse ore, Raiola è tornato a parlare della questione, confermando la volontà di intraprendere un'azione legale contro tutte le parti coinvolte. "Andremo fino alla fine, se necessario, contro FIFA e FIFPro e tutti coloro che vendono diritti che non hanno", ha commentato il procuratore, che ha puntato il dito contro la federazione mondiale e ha affermato come "Ibra non sia un burattino a cui è possibile ordinare di fare ciò che non vuole". Staremo a vedere in che modo si evolverà la questione nelle prossime settimane.

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