Un sondaggio rivela che 13mila bambini considerano i videogame una futura professione rispetto a carriere tradizionalmente riconosciute
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Lavorare nei social media o nel settore dei videogiochi sta diventando un'aspirazione professionale sempre più comune tra i giovani dei nostri tempi.
Lo conferma un sondaggio condotto nel Regno Unito dall’Associazione Nazionale degli Insegnanti, dallo University College di Londra, l'OCSE Education and Skills in collaborazione con il Supplemento educativo del Times, su un campione di 13mila studenti delle scuole elementari, che ha svelato come molti bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni pongano la tecnologia sul podio delle aspirazioni professionali future, abbandonando invece carriere più tradizionali come il medico o il poliziotto.
Circa un quinto (21%) vuole sfondare nel mondo dello sport, ancora in testa come miglior scelta professionale per i giovani della nazione, seguita dall'insegnante (11%) e dal veterinario (7%), mentre al quarto posto si piazzano i social media e i videogiochi con il 6%. Il rapporto stilato in base a tale studio afferma come "si sia verificato un cambiamento nelle aspirazioni dei bambini, costruito in gran parte sui nuovi metodi di comunicazione e sulla crescita dei giochi online e su console".
"Un numero sempre crescente di bambini e giovani vede come punto di riferimento gli influencer e gli streamer di YouTube, che hanno preso ormai il posto delle star di cinema e TV", rivela il sondaggio. "Sebbene si possa sostenere che questa nuova cultura possa diventare un problema, queste carriere (vlogger, giocatori professionisti e game designer) appaiono come opzioni di carriera sempre più valide".
Il report mostra inoltre che tali aspirazioni variano a seconda del sesso, con una netta predominanza del mondo maschile su quello femminile (l’opzione preferita dalle ragazze è stata l'insegnante, seguita da veterinario e ginnasta, mentre per i ragazzi la professione sportiva si è posta accanto ai social media, videogiochi e forze armate).
Il dottor Elnaz Kashefpakdel, capo della ricerca, ha dichiarato: "I nostri risultati mostrano chiaramente che i bambini iniziano a valutare diverse opportunità di carriera sin dalla tenera età e le loro scelte sono sempre più veicolate da ciò che vedono attraverso i media. Ciò sottolinea l’urgenza di rapporti sempre più stretti tra datori di lavoro e scuole, per garantire loro un ampio accesso in una vasta gamma di settori e aiutandoli a sviluppare una propria consapevolezza professionale fin dalla tenera età. Tutto ciò sarà fondamentale per garantire che tutti i bambini, indipendentemente dal genere e dal background, possano realizzare appieno il loro potenziale".