L'imprenditrice 25enne è convinta che la tecnologia possa risolvere i problemi più gravi del continente
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Pensare che la tecnologia possa aiutare a risolvere solo problemi "tecnici" è un'idea ormai sorpassata. Nell'ultimo decennio, i passi da gigante compiuti in vari settori grazie all’innovazione sono stati enormi, videogiochi compresi. Ed è proprio grazie all'uso dei videogame e dell'intelligenza artificiale che una giovane imprenditrice senegalese, Rokhaya Diagne, spera di riuscire a combattere la malaria.
La 25enne ha raccontato di come la passione per i videogiochi sia passata dall'essere una "dipendenza" a una potenziale "cura" per uno dei più grandi problemi che attanaglia il continente africano.
Diagne sostiene di aver trascorso l'adolescenza nella stanza del fratello a giocare per ore davanti al PC a vari giochi online, finché sua madre non iniziò a considerare la sua situazione una vera e propria dipendenza. "Ha detto che se non avessi smesso, mi avrebbe mandato in ospedale da uno psichiatra", ha raccontato. Sembra che la preoccupazione della madre abbia contribuito, se non altro, a indirizzare le energie della figlia verso un obiettivo più ambizioso: utilizzare l'IA per aiutare il mondo a debellare la malaria entro il 2030, un progetto su cui si sta concentrando con la sua start-up sanitaria. "I videogiochi mi hanno insegnato molte cose", svela Diagne, che vive nella capitale Dakar dopo gli studi in informatica. "Mi hanno dato la capacità di risolvere i problemi. Non mi pento di aver giocato a queste cose".
Mentre alcuni dei suoi compagni di corso sono più appassionati di fusione di sensori o di robotica, Diagne è appassionata di IA e deep-learning. Ha contribuito a creare un'applicazione di networking per incontrare persone con interessi simili, sulla falsariga di Tinder, fondando poi la start-up chiamata Afyasense (prendendo in prestito il termine "afya", ovvero salute, dallo swahili, una lingua dell'Africa orientale) per i suoi progetti di rilevamento delle malattie tramite l'intelligenza artificiale. La ragazza sta puntando a migliorare i risultati sanitari nella regione, una scelta presa dopo che alcune malattie infantili l'hanno portata a passare da un ospedale all'altro nel cuore di Dakar, vivendo tante difficoltà nell'ottenere cure coerenti e di qualità.
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Diagne, ora all'ultimo anno di bioinformatica, ha appreso che i funzionari della sanità mondiale stavano lavorando a un modo per sradicare la malaria prima della fine del decennio, proprio mentre era in cerca di un progetto in cui sentirsi coinvolta. Uno dei maggiori problemi sanitari del Senegal è la mancanza di test rapidi e affidabili nelle aree rurali: così, la ragazza ha iniziato a progettare un sistema migliore per identificare i casi positivi. Ripensando alla noia nel laboratorio dell'ospedale, esaminando un campione biologico dopo l'altro, ha compreso come quell'atto routinario fosse fatto apposta per essere affrontato dall'IA, in modo simile a un videogame.
Per prima cosa, doveva trovare un laboratorio che le fornisse una vasta gamma di cellule infettate dalla malaria, così da riuscire ad addestrare l'IA a leggere, nonostante la reticenza dei laboratori senegalesi. "Sono disposti a fornire informazioni a queste persone, ma quando si tratta di giovani africani come me, ancora alle prese con lo studio, non vogliono aiutarci", ha detto la ragazza. La sua scuola l'ha aiutata a trovare un operatore di laboratorio che le fornisse una serie di dati sulle cellule, che ha poi inserito nello strumento di deep learning addestrandolo a individuare i casi positivi. Mentre il progetto sulla malaria si avvicina all lancio sul mercato, la ragazza sa già quale sarà il suo prossimo obiettivo: utilizzare l’intelligenza artificiale per rilevare le cellule tumorali.
Diagne si è affidata ai dirigenti della sua università e alla crescente comunità tecnologica dell'Africa occidentale, che si sono dimostrati desiderosi di offrirle consigli man mano che i progetti della 25enne ottenevano riconoscimenti. "Mi hanno spinto a uscire allo scoperto e a mostrare al mondo ciò che faccio", ha detto. "Beh, non ci sono ancora riusciti!". La conferenza sull'IA in Ghana è stato il suo primo viaggio all'estero e alla fine del mese si recherà in Svizzera per un programma di formazione per innovatori, al fine di ottenere aiuto nel lancio del suo progetto sulla malaria. Diagne è pronta a collaborare con chi cerca di raggiungere lo stesso scopo: "Molte persone si rivolgono a me chiedendomi come avessi affrontato determinate questioni", ha affermato la ragazza. "Posso far loro da mentore e mostrare loro la strada".