Gli agenti di polizia della città umbra avevano ricevuto una chiamata dal ragazzo che accusava il genitore di presunte percosse, successivamente smentite
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La dipendenza da videogiochi continua a colpire. Sebbene molti genitori cerchino di controllare l’attività dei propri figli, questi ultimi riescono spesso a eluderne i divieti, arrivando purtroppo a scatenare litigi che sfociano in veri e propri fatti di cronaca. È quanto accaduto nella cittadina di Spoleto, in Umbria, dove un padre si è visto denunciare dal figlio solo perché gli aveva impedito di giocare troppo ai videogame.
La chiamata è arrivata agli agenti di polizia lo scorso lunedì. "Mio padre mi dice che non studio e penso solo ai videogames. Mi ha anche colpito a una mano", ha affermato il ragazzo alle forze dell’ordine, che si sono precipitate immediatamente sul posto. Una volta giunti all’abitazione del ragazzo, tuttavia, gli agenti si sono resi conto che il giovane non riportava alcun segno di alterco.
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Come spiegato dal padre, il ragazzo si era semplicemente adirato perché l’uomo gli aveva vietato di trascorrere troppo tempo davanti ai videogiochi, staccandogli inoltre la connessione a internet, che il figlio aveva prontamente riattivato. Il giovane è stato ripreso dai poliziotti, per aver chiesto soccorso senza una reale motivazione.
"Gli agenti, dopo aver cercato di far comprendere al giovane l’importanza dello studio, che deve essere comunque intervallato da momenti di svago, lo hanno redarguito a tenere un comportamento più rispettoso nei confronti del padre", si legge in una nota del commissariato di Spoleto, che sottolinea inoltre come sia importante "richiedere l’intervento delle forze dell’ordine solo in caso di effettivo bisogno".
Non sempre i genitori vigili vengono premiati per i loro sforzi di ridurre il tempo trascorso in compagnia di smartphone, computer e videogames, ma in questo caso giustizia è stata fatta.