Il famoso gioco di carri armati aiuta i militari a superare la noia durante il tempo libero, nonché a sviluppare tattiche di combattimento nel mondo reale
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È chiaro, ormai, come la guerra tra Russia e Ucraina non sia destinata a terminare entro breve tempo. Per ingannare il tempo, molti soldati ucraini hanno deciso di dedicarsi ai videogiochi, usandoli non solo come "svago" ma anche come strumento per "allenarsi": tra questi, in particolare, spicca il famoso World of Tanks, usato dalle truppe quando non manovrano carri armati e artiglieria o non combattono in prima linea.
Secondo il New York Times, pilotare un carro armato virtuale nello sparatutto multigiocatore di Wargaming è un modo sempre più popolare per gli operatori ucraini, così come per le altre truppe, di prendersi una pausa dal caos della guerra con la Russia.
Non è la prima volta che i soldati ucraini hanno parlato di giocare ai videogiochi mentre sono in guerra, attribuendo la capacità di colpire efficacemente gli obiettivi russi utilizzando i droni alla propria ossessione per i videogiochi. "Gioco di tanto in tanto, quando ho un po' di tempo libero", ha dichiarato il tenente Nazar Vernyhora, che lo scorso anno era balzato agli onori della cronaca per la sua abilità nel comandare carri armati in una battaglia contro i corazzati russi.
"In World of Tanks si impara a lavorare in squadra e a sviluppare tattiche nel gioco", ha dichiarato un soldato ucraino, che ha aggiunto come spesso abbia cercato di usare le stesse manovre della vita reale. Per molti operatori di carri armati e per le truppe che combattono in prima linea, tuttavia, giocare a World of Tanks non serve tanto a imparare abilità da utilizzare nel mondo reale, quanto a prendersi una pausa dall'uso di carri armati e altre armi nella realtà, manovrandoli virtualmente.
L’articolo del quotidiano americano ha destato in ogni caso scalpore tra i soldati di un'unità di droni ucraina, tanto che un soldato ha chiesto al New York Times: "Perché dovremmo giocare a World of Tanks quando la guerra è qui tra noi?". Di fronte a queste parole, non resta che sperare che l'incubo dei soldati coinvolti nel conflitto possa finire al più presto.