Un docente universitario e un ingegnere matematico stanno ultimando un simulatore che può aiutare gli operatori sanitari a identificare eventuali farmaci nocivi o scadenti
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Da tempo l’industria videoludica si è posta al servizio della scienza, dando il suo contributo in diversi campi. Specialmente nel settore medico, diversi studi ne hanno dimostrato l’efficacia come ausilio a cure e terapie, così come nella formazione dello stesso personale sanitario. Puntando proprio su quest’ultimo aspetto, il professor Robert Lodder, docente presso la Scuola di Farmacia dell'Università del Kentucky e imprenditore bio-farmaceutico, sta trasformando la sua passione per i videogiochi in un potente strumento per identificare farmaci difettosi e pericolosi. Insieme a Heather Campbell, ingegnere dell'industria farmaceutica con un debole per la programmazione, Lodder ha creato un videogioco per aiutare gli ospedali e le farmacie a scovare medicinali potenzialmente dannosi e scadenti.
Alla base della loro idea vi è stata un'intuizione inquietante: alcune aziende farmaceutiche potrebbero lesinare sui principi attivi per risparmiare denaro a scapito della qualità del farmaco, con il conseguente verificarsi di pericolosi effetti collaterali per i pazienti. Lodder e Campbell sono nelle prime fasi di costruzione del loro simulatore di gioco. L'idea è quella di riconoscere i modelli che possono segnalare anomalie di produzione all'interno dell'industria farmaceutica.
Il gameplay si basa su input provenienti dall'esperienza del mondo reale, compresa quella ottenuta da un altro progetto che Lodder ha aiutato a sviluppare, in cui gli studenti di farmacia hanno aiutato il sistema sanitario del Kentucky a eseguire test di qualità sui farmaci che passano attraverso gli ospedali e le cliniche del paese. Esempi di misure di qualità includono se un farmaco contenga tutti gli ingredienti che una società dichiara o se presenti impurità che potrebbero segnalarne una contaminazione. Il gioco è ancora nella fase beta, ma aiuterà gli studenti di Lodder a dare priorità a quali farmaci testare nella vita reale, visto che un’analisi più ampia di tutti i medicinali in commercio non risulta al momento fattibile.
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Per avvalorare le proprie tesi, i due ricercatori hanno tenuto alcuni tornei giocati da una dozzina di studenti dell'Università del Kentucky. La prima schermata del gioco mostrava la vista dall'alto di una fabbrica di produzione di farmaci con una grafica in stile primi anni 2000. I giocatori dovevano sostanzialmente scegliere gli ingredienti chimici da un menu a tendina e poi impostarne le linee di produzione. Da quel momento, sarebbero entrati nella fase del gioco che Campbell ha progettato con grafica in prima persona, per dare ai giocatori una visione realistica delle proprie azioni.
Sta dunque ai giocatori prendere diverse decisioni mentre avanzano attraverso nuovi livelli di gioco. Il modo in cui questi risponderanno, influenzerà la loro assunzione in azienda così come la qualità del farmaco. Il gioco è anche progettato per testare l'etica di chi gioca: gli aspirati ricercatori faranno la cosa giusta per i propri pazienti o si concentreranno più sul risparmiare tempo e denaro?
Il programma di test di laboratorio che ha influenzato lo sviluppo del simulatore di gioco è uno dei pochi in tutto il paese che analizza in modo indipendente la qualità dei farmaci. La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti non testa infatti regolarmente i trattamenti, affidandosi invece a quelli di routine effettuati dalle stesse aziende farmaceutiche. La promessa del videogioco di Lodder e Campbell dunque è quella di aiutare gli ospedali e altri grandi acquirenti di farmaci a riconoscere i segni di un comportamento scorretto molto prima che la FDA abbia la possibilità di documentarlo.
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Michael Ganio, Direttore Senior della pratica e della qualità farmaceutica presso l'American Society of Health-System Pharmacists, ha definito "affascinante" il concetto sviluppato da Lodder e Campbell. La sua associazione rappresenta infatti i farmacisti ospedalieri del paese e accoglie con favore l'uso di modelli predittivi che possano aiutarli a identificare eventuali rischi. “Questo videogioco potrebbe aiutarci nell’essere preparati di fronte ad una eventuale vulnerabilità nella catena di approvvigionamento di un farmaco”, ha affermato Ganio.
Lodder e Campbell hanno ancora molto lavoro da fare prima di poter mantenere tale promessa. Il loro prossimo passo è quello di ottenere l'autorizzazione da una commissione di revisione universitaria per eseguire tornei di videogiochi, con premi in denaro, come prove di ricerca ufficiali. Se ottengono il via libera per farlo, saranno in grado di iniziare a pubblicare i loro risultati, fornendo agli ospedali uno strumento prezioso per scovare potenziali imbrogli abilmente costruiti dalle case farmaceutiche.