Il professore Daniel Willingham crede che un nuovo sistema di classificazione potrebbe aiutare bambini e genitori a capire quali videogame siano più adatti alla loro età
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Uno dei crucci maggiori dei genitori alle prese con la passione per i videogiochi dei propri figli riguarda spesso i contenuti adatti alla loro età. Molti padri e madri, infatti, acquistano spesso dei giochi che si rivelano ben presto troppo complessi, crudi o violenti. La stragrande maggioranza dei giocatori sa bene come ogni prodotto sia caratterizzato da un sistema di classificazione internazionale, che riporta il fascia d’età appropriata per quei contenuti.
Sono tuttavia ancora numerose le famiglie dove i più giovani trascorrono troppo tempo di fronte a messaggi non appropriati. Come padre di quattro figli, il professore di psicologia dell'Università della Virginia Daniel Willingham si è recentemente interrogato proprio sul valore educativo dei videogiochi e se esista un modo di rivoluzionare il sistema di valutazione a essi associato per renderlo più trasparente a genitori e figli.
Willingham è partito effettuando una ricerca su App Store, il negozio digitale di Apple, ed è rimasto scioccato da quanto fosse difficile accertare se i contenuti di un tale videogioco fossero adatti o meno ai suoi figli. Dalla lettura delle descrizioni dei produttori, era quasi impossibile sapere quali giochi avevano un genuino valore educativo e quali no. L'unico modo per saperlo con certezza era giocare al gioco.
Il docente è rimasto colpito dal fatto che esista effettivamente un sistema di classificazione per aiutare i genitori a tenere i loro figli lontani da contenuti non adatti alla loro età, ma che non ne sia stato creato uno analogo che ne indichi l’effettivo valore educativo. "Non è che i bambini debbano imparare qualcosa con ogni attività", ha detto Willingham. "Penso solo che la trasparenza sia utile per i genitori".
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È con questo concetto in mente che il docente americano ha redatto un saggio per il Los Angeles Times, in cui ha sostenuto la creazione di un sistema di rating più approfondito per i videogiochi. "C’è molta confusione. Non esista un'autorità vera e propria in materia. In questo momento, non c'è nessuno che sia competente e che fornisca questo tipo di informazioni. Apri un gioco nella sezione educativa su App Store, come uno sparatutto in prima persona, e ti domandi: 'Cosa mai potrò imparare da questo?'".
D’altro canto, il docente sostiene che non è fondamentale che ogni prodotto interattivo, in questo caso i videogiochi, debba far scattare una qualche forma di apprendimento, specie perché spesso si gioca attivando piuttosto un meccanismo per prove ed errori, senza che effettivamente si sia imparato qualcosa.
Nel saggio, Willingham afferma che, di norma, dovrebbe essere facile per i genitori guidare i loro figli verso giochi arricchenti come lo è proteggerli da quelli inaccettabili. “C'erano un paio di giochi usciti nei primi anni '90 che erano estremamente violenti, e i genitori si sono arrabbiati molto. Il timore che il governo potesse adottare delle misure restrittive verso il settore videoludico è stato così elevato da motivare l'industria a regolarsi da sola”.
Il professore americano suggerisce dunque un meccanismo molto semplice, tramite il quale il creatore del gioco scrive una descrizione abbastanza dettagliata, delineando specificamente quali sono i possibili contenuti discutibili. Tali dettagli vengono riportati in alcune categorie di riferimento, tramite le quali gli esperti del settore valutano il gioco e finalizzano sia una raccomandazione sull'età che un elenco dettagliato dei possibili contenuti non adatti. Willingham suggerisce per i videogames una sorta di controllo parentale integrato, simile a quello già presente su diversi contenuti video e tv.
Infine, in assenza di un sistema di rating educativo, il docente conclude l’articolo con un suo suggerimento personale ai genitori: “Certamente, è bene sapere a cosa giocano i vostri figli. Lasciate che vi mostrino cosa stanno facendo, cosa che probabilmente si divertiranno a fare. Sarà difficile essere certi che impareranno qualcosa da un videogioco, ma dall’altro dovrete fare in modo che i vostri figli passino del tempo a leggere, a fare attività fisica, a trascorrere del tempo all’aria aperta oltre che davanti a uno schermo”.