Dei dati emersi in un meeting annuale degli psicologi americani confermerebbero che i videogame possono far insorgere comportamenti violenti in alcuni bambini e adolescenti
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Quanto i videogiochi possano influire positivamente sulla psiche dei più giovani è oggetto di diversi e recenti studi. Persino l’OMS ne ha riconosciuto l’alto potenziale terapeutico durante il perdurare del lockdown da Covid-19, sebbene avesse annoverato l’universo videoludico tra le principali cause di dipendenza. Purtroppo è indubbio come i videogiochi possano influenzare negativamente i bambini e gli adolescenti, promuovendone alcuni comportamenti aggressivi.
Ciò è stato inoltre avvalorato dai risultati presentati durante il meeting annuale dell'American Psychiatric Association. Durante il convegno, tenutosi virtualmente durante la prima settimana di maggio, sono state esaminate le cartelle cliniche di 3 giovanissimi che si sono presentati al dipartimento di emergenza del Buffalo General Medical Center di New York a causa di un comportamento aggressivo che coinvolgeva un videogioco.
I bambini rientravano in almeno uno dei casi di rischio associati all'aggressività: genitori inadeguati, abusi infantili, scarso rendimento scolastico, ADHD, abuso di sostanze. Il dibattito si quindi incentrato sulla possibilità reale in cui bambini e adolescenti con fattori di rischio preesistenti potessero essere colpiti negativamente dall'uso dei videogiochi. Questa casistica si è però limitata ai pochi casi esaminati e alla revisione retrospettiva delle cartelle cliniche.
Un ragazzo di 11 anni, a cui erano stati precedentemente diagnosticati un disturbo da deficit di attenzione e iperattività nonché un disturbo oppositivo, è stato portato in ospedale dopo uno scontro con suo fratello. Sembra che i due ragazzi avessero avuto un’accesa lite su un videogioco in cui il primo ha inseguito il secondo con un coltello. Il paziente aveva precedenti di abusi fisici da parte del patrigno ed era vittima di bullismo a scuola.
Un altro ragazzo sempre di 11 anni con disturbi simili al primo caso è stato scortato all'ospedale dalla polizia per una valutazione di emergenza sulla sua salute mentale. Senza essere provocato, il ragazzo era diventato fisicamente aggressivo verso sua madre in reazione a una sconfitta a Super Smash Bros.. La madre ha spiegato ai medici come il figlio avesse già alle spalle una storia di reazioni violente causate dall'uso dei videogiochi.
L’ultimo caso invece riguardava un adolescente di 14 anni, a cui non è stata diagnosticata alcuna condizione psichiatrica, obbligato dalla polizia a sottoporsi a una valutazione della salute mentale dopo aver mostrato aggressività fisica in reazione alla confisca della console da parte della madre. La madre del ragazzo lo aveva sorpreso inoltre a rubare la sua carta di credito per acquistare videogiochi online. Il giovane si portava dietro un bagaglio di violenze scolastiche, una scarsa igiene personale e disturbi del sonno dovuti a sessioni videoludiche notturne, nonché precedenti di abusi fisici da parte di suo padre.
Questi dati hanno suggerito dunque che alcuni bambini possono essere influenzati negativamente dai videogiochi, ma hanno sottolineato quanto siano necessari studi più approfonditi per valutare come l'uso degli stessi possa realmente promuovere o incidere su di un comportamento aggressivo, in modo da poter formulare delle linee guida appropriate circa il loro utilizzo.
I ricercatori hanno puntualizzato che uno studio clinico con un campione di dimensioni maggiori aiuterà a comprenderne meglio i fattori di rischio, le differenze di genere, l'etnia e i gruppi di età che possono essere associati all'aggressività legata al mondo videoludico.