L'epidemia, che ha costretto molti team di sviluppo a ricorrere allo smart working, sta causando notevoli ritardi sulla tabella di marcia
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Lo scoppio dell'epidemia del Coronavirus ha scombinato i piani dell'industria dei videogames: oltre alla cancellazione di eventi importanti come l'E3 2020, sono numerosi i giochi che sono stati rinviati a causa del Covid-19 dopo che buona parte dei team europei e statunitensi è stata costretta ad abbandonare i rispettivi studi per lavorare da casa. Come conseguenza di ciò, molti progetti in uscita nelle prossime settimane sono stati rimandati ai prossimi mesi.
I casi più recenti sono quelli di Minecraft Dungeons, la nuova avventura cooperativa ispirata al mondo cubettoso creato da Mojang, che sarebbe dovuto arrivare sul mercato ad aprile e non debutterà su PC e Xbox prima del 26 maggio. Anche il gioco di ruolo Wasteland 3, realizzato da inXile Entertainment sotto l'egida di Deep Silver, è stato rinviato nelle scorse ore: previsto originariamente per la fine di maggio, arriverà soltanto il 28 agosto.
Questa ondata di rinvii preoccupa i fan di The Last of Us: Parte 2, il sequel dell'avventura postapocalittica di Naughty Dog previsto in esclusiva su PS4: il gioco, che avrebbe dovuto esordire lo scorso febbraio ma che fu rinviato da Sony al 29 maggio, potrebbe subire ulteriori ritardi dal momento che il team californiano è stato costretto a proseguire lo sviluppo e la rifinitura del progetto da casa.
Ciò che non si ferma, apparentemente, è l'organizzazione della Gamescom 2020, edizione annuale della più importante fiera videoludica europea prevista come di consueto per il mese di agosto: in una newsletter riservata ad appassionati e addetti ai lavori, l'ente Koelnmesse ha confermato che i lavori per la preparazione della fiera continuano nonostante la cancellazione di molti eventi a tema aperti al pubblico, come la Game Developers Conference 2020 di San Francisco e il succitato E3 di Los Angeles.
La Gamescom si espanderà notevolmente verso il digitale, ma allo stato attuale pare che gli organizzatori non siano ancora dispositi a rinunciare a un vero e proprio "ritrovo fisico" nella speranza che, ad agosto, il Coronavirus sia soltanto un lontano ricordo.