Il mercato sta cambiando e le rivoluzioni in atto suggeriscono scenari poco favorevoli per il formato fisico: i colossi vacillano
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Il modo di vivere i videogiochi sta cambiando non solo per via dell'arrivo di nuovi mezzi di fruizione, come quello delle tecnologie streaming di Google Stadia, PlayStation Now e Project xCloud di Microsoft, ma anche per i metodi di acquisto tradizionale.
Sempre più giocatori, infatti, preferiscono comprare giochi digitali o affidarsi ai servizi ad abbonamento come Xbox Game Pass, che forniscono l'accesso a librerie di titoli da scaricare in costante rinnovamento.
Recarsi in negozio per acquistare un disco sta diventando sempre più raro, anche in Italia, dove nel 2018 il formato digitale ha dimostrato di essere il segmento in più forte espansione, con un fatturato pari a 548 milioni di euro e una crescita dell’86,6%.
A pagarne le spese sono le grandi catene di negozi specializzati, come Gamestop, la cui divisione americana ha registrato delle perdite pari a 673 milioni di dollari solo nell'ultimo anno.
Così, anche i negozi di videogiochi potrebbero iniziare a cambiare: i vertici dell'azienda stanno pensando a un'evoluzione piuttosto radicale per trasformare i punti vendita in dei luoghi di ritrovo, con eventi, demo e presentazioni sempre in bella vista, senza focalizzarsi solo ed esclusivamente sulla vendita di console, accessori e software.
Uno scenario che potrebbe verificarsi da qui a pochi mesi, per un settore florido e sempre in crescita: in Italia i videogiochi valgono un giro di affari di 1,7 miliardi di euro.