Il secondo mandato del Tycoon potrebbe far lievitare il costo dei videogiochi e delle console del 40%
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Sono passati pochi giorni dalla vittoria di Donald Trump, eletto Presidente degli Stati Uniti per la seconda volta, eppure le perplessità che si aggirano intorno al suo mandato sono molteplici. Persino per i videogiochi, i prossimi mesi a venire potrebbero non essere semplici, dato che l’amministratore del Tycoon potrebbe prevedere degli aumenti non indifferenti.
La seconda presidenza Trump potrebbe infatti far aumentare il costo delle console per videogiochi negli Stati Uniti fino al 40%, creando potenziali turbolenze sia per i consumatori e sia per l'industria dei videogiochi nel suo complesso.
Le politiche economiche proposte da Trump potrebbero apportare cambiamenti radicali all'economia globale, in particolare i suoi piani per l'imposizione di nuove tariffe sui beni importati, che avrebbero un impatto particolare non solo sul settore videoludico, ma più in generale su quello tecnologico. Trump ha infatti proposto una tariffa di base del 60% sulle esportazioni cinesi, un aumento significativo che potrebbe scatenare con ogni probabilità una guerra commerciale, dal momento che la maggior parte delle componenti utilizzatile in console per videogiochi e computer sono prodotte in Cina.
Per l'industria dei videogiochi, questa tariffa sarebbe sostanziale: i prezzi delle console potrebbero aumentare di circa il 40%, mentre i dispositivi portatili potrebbero subire un'impennata del 46%, rendendo i prodotti tecnologici e di gioco notevolmente più costosi. Inoltre, Trump ha proposto una tariffa del 10-20% su tutti i prodotti fabbricati all'estero, il che farebbe lievitare i prezzi specie se le componenti provengono da altre nazioni.
È importante notare che queste tariffe avrebbero un impatto diretto sugli importatori statunitensi, che sarebbero costretti a trasferire questi costi sui consumatori per mantenere la redditività. L'ente Consumer Technology Association (CTA), che rappresenta le aziende tecnologiche negli Stati Uniti, ha commissionato un rapporto per analizzare il potenziale impatto, suggerendo che l'aumento dei costi colpirebbe in modo particolare i consumatori a basso reddito. "Le tariffe provengono da accise pagate dal popolo americano, non da un governo straniero", ha dichiarato Ed Brzytwa, responsabile di CTA. "Sono tasse che pagano gli importatori negli Stati Uniti e gravano sui poveri e sulle persone con pochi mezzi più di quanto non facciano i ricchi".
Quando Trump ha introdotto tariffe fino al 50% durante il suo primo mandato, molte aziende tecnologiche sono state in grado di ottenere esenzioni, soprattutto nel settore dell'elettronica. Tuttavia, non c'è alcuna certezza che tali eccezioni vengano concesse anche questa volta. Data la complessità e il costo del trasferimento della produzione dalla Cina agli Stati Uniti, è improbabile che le aziende possano adattarsi rapidamente, lasciando come risultato più probabile un aumento dei prezzi.
Se questo scenario si verificasse, potrebbe avere gravi ripercussioni sul mercato del gaming statunitense e scatenare diversi effetti a catena a livello globale. I produttori potrebbero aumentare i prezzi al di fuori degli Stati Uniti per compensare la potenziale perdita di entrate a livello nazionale, con un impatto anche sui consumatori internazionali. Una situazione, questa, che rappresenta un rischio particolare per il lancio di Nintendo Switch 2, previsto per il 2025, con la console di Nintendo che potrebbe subire un'impennata dei prezzi e una disponibilità limitata in caso di applicazione di tali aumenti.