Alcuni scienziati di San Francisco hanno sviluppato una serie d'interventi videoludici che migliorano gli aspetti chiave della cognizione negli adulti avanti con l'età
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I videogiochi non hanno età. Da tempo ormai la rosa degli appassionati dei videogame va allargandosi sempre di più, arrivando a coinvolgere persino i più anziani: una nuova ricerca condotta presso l'Università di San Francisco ha svelato che questi non costituiscono solo un piacevole passatempo, ma un vero e proprio elisir di lunga vita contro l'invecchiamento.
I giochi, che secondo il co-creatore Adam Gazzaley, possono essere somministrati ai pazienti come una nuova forma di "medicina esperienziale", hanno mostrato benefici su una serie d'importanti processi cognitivi, tra cui la memoria a breve termine, l'attenzione e la memoria a lungo termine. Gazzaley è co-fondatore, azionista, consulente e membro del consiglio di amministrazione di Akili Interactive Labs, un'azienda che produce videogiochi terapeutici.
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Ciascuno di essi impiega algoritmi adattivi ad anello chiuso che il laboratorio di Gazzaley ha sperimentato in uno studio del 2013, che ha dimostrato per la prima volta la possibilità di ripristinare le facoltà mentali ridotte nelle persone anziane con sole quattro settimane di allenamento su un videogioco appositamente progettato. Questi algoritmi ottengono risultati migliori rispetto ai giochi commerciali aumentando o diminuendo automaticamente la difficoltà, a seconda dell'abilità del giocatore. In questo modo si evita che i giocatori meno abili si sentano frustrati, pur sfidando quelli più abili.
I giochi che utilizzano tali sistemi ricreano attività comuni, come guidare, fare esercizio fisico e suonare uno strumento, utilizzando abilità che ciascuno di essi può sviluppare per riqualificare i processi cognitivi che diventano via via più carenti con l'età. "Tutti questi programmi riprendono delle esperienze e le offrono in modo molto personalizzato e divertente, e il nostro cervello risponde attraverso un processo chiamato plasticità", ha detto Gazzaley. "Le esperienze sono un modo potente per cambiare il nostro cervello e quella videoludica ne permette una fruizione in un modo molto accessibile".
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L'invenzione più recente del laboratorio è un gioco musicale, sviluppato in collaborazione con Mickey Hart, storico batterista della band rock Grateful Dead, il quale non solo ha insegnato ai partecipanti di età compresa tra i 60 e i 79 anni a suonare il tamburo, ma ha anche migliorato la loro capacità di ricordare i volti. Il programma, della durata di otto settimane, ha utilizzato indicazioni visive per insegnare alle persone a suonare un ritmo su una tavoletta elettronica. L'algoritmo ha adattato il grado di difficoltà, compresi il tempo, la complessità e il livello di precisione necessari perché un tocco fosse considerato "on-beat", alle capacità di ciascun giocatore.
Man mano che l'esperimento andava progredendo, le indicazioni sono scomparse, costringendo così i giocatori a memorizzare il modello ritmico. Quando i partecipanti sono stati sottoposti a un test per verificare la capacità di riconoscere volti sconosciuti, i dati dell'elettroencefalogramma hanno mostrato un aumento dell'attività in una parte dell'emisfero destro del cervello (il lobulo parietale superiore), coinvolto sia nella lettura a vista della musica sia nella memoria visiva a breve termine per altri compiti. Secondo i ricercatori, i dati indicano che l'addestramento ha migliorato il modo in cui le persone memorizzano un concetto e lo utilizzano quando ne hanno bisogno.
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Un secondo gioco, chiamato Body Brain Trainer, ha migliorato la pressione sanguigna, l'equilibrio e l'attenzione in un gruppo di anziani sani con otto settimane di allenamento, con un incremento positivo di un elemento chiave dell'attenzione, che diminuisce con l'età ed è legato alla capacità di lavorare in multitasking. Oltre all'usuale algoritmo adattivo mirato alle abilità cognitive, l'allenamento di otto settimane comprendeva un meccanismo di feedback per garantire che i partecipanti si esercitassero al giusto livello. "Avevamo persone che indossavano un cardiofrequenzimetro e ricevevamo i dati sulla frequenza cardiaca per poi inserirli nel gioco", ha spiegato Joaquin A. Anguera, PhD, professore associato di neurologia presso il Weill Institute for Neurosciences dell'UCSF e direttore della divisione clinica di Neuroscape. "Se non si impegnavano abbastanza, il gioco diventava più difficile".
L'anno scorso Neuroscape ha inoltre pubblicato i risultati di un altro studio su un gioco di navigazione spaziale in realtà virtuale chiamato Labyrinth, che ha migliorato la memoria a lungo termine negli anziani dopo quattro settimane di allenamento. Tutti e tre gli studi hanno contribuito con i loro risultati a confermare la ricerca del 2013 che sosteneva la tesi di come l'allenamento digitale potesse migliorare le facoltà cognitive in declino negli adulti più anziani. "Tutti questi studi mirano al controllo cognitivo, una capacità che è carente negli anziani e che è fondamentale per la loro qualità di vita", ha dichiarato Gazzaley. "Questi giochi hanno tutti lo stesso approccio e gli stessi algoritmi adattivi, ma utilizzano tipi di attività molto, molto diversi. E in tutti dimostriamo che è possibile migliorare le capacità cognitive in questa popolazione".