Una buona fetta degli appassionati di videogame ama giocare su PC, console e dispositivi mobile, senza particolari distinzioni o "bandiere"
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La tecnologia moderna si è evoluta al punto da offrire alle persone la possibilità di interfacciarsi con più dispositivi contemporaneamente, ma in che modo si riflette un fenomeno del genere sul mondo dei videogiochi? Uno studio condotto su oltre 74mila persone ha confermato come i videogiocatori siano abituati a utilizzare molteplici piattaforme e non legarsi a una singola "destinazione" per vivere il proprio hobby.
Nella ricerca intitolata "Global Gamer Study" e condotta da Newzoo, società specializzata nella raccolta di dati e statistiche legati all'industria del gaming, l'azienda ha analizzato le abitudini dei giocatori dopo aver raccolto le opinioni di oltre 74mila persone in 36 mercati attraverso dei sondaggi online.
Alcuni dei risultati principali riguardano proprio l'esperienza multipiattaforma. Il 79% degli intervistati è appassionato di gaming e il 47% di questo sottoinsieme gioca su più di una piattaforma, con il sondaggio che ha preso in considerazione tre opzioni: PC, smartphone e console. PlayStation, Xbox o Nintendo Switch rientrano dunque nella stessa categoria, pur essendo sostanzialmente piattaforme differenti.
La "destinazione" più diffusa è stata quella mobile, con il 60% degli intervistati online che gioca su tablet o smartphone regolarmente, con l'ascesa del cloud gaming che potrebbe ampliare questi numeri in futuro. Il pubblico che gioca su console o PC, invece, corrisponde rispettivamente al 33% e al 32% degli intervistati. Il 50% delle donne intervistate ha confidato di giocare su una sola piattaforma (rispetto al 49% degli uomini), mentre il 35% ha confermato di giocare su tutte le piattaforme (contro il 64% degli uomini). In totale, solo il 15% degli intervistati gioca su tutte le piattaforme regolarmente.
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Lo studio ha sottolineato come la popolarità dei giochi vada al di là della semplice "fruizione". Il 76% degli intervistati sostiene di utilizzare il tempo a disposizione esclusivamente per giocare ai videogame preferiti, mentre il 54% conferma di aver trascorso del tempo guardando qualche altra forma di contenuti legati al gioco, si tratti di video on demand o sessioni in streaming. Per quanto non sia materia dello studio, non è raro che alcuni giovani abbiano scoperto attraverso i videogiochi la passione per il game design o la programmazione e abbiano deciso di trasformarla in una professione.
Lo studio ha infine rafforzato i precedenti risultati sulla "ricettività" nei confronti dei marchi rispetto a coloro che non giocano ai videogame. I giocatori, infatti, si sono dimostrati significativamente più positivi nei confronti di brand sportivi, di bevande e fast food, di servizi di consegna o aziende specializzate in occhiali da sole, con un divario di almeno 13 punti percentuali nel numero di intervistati che ne avevano un'opinione molto positiva o positiva in ogni categoria.
"Il pubblico globale dei giochi è più ricettivo, o almeno abituato, ai contenuti di marca e alle collaborazioni con i media all'interno dei giochi", sostiene Newzoo. "Questa tendenza presenta chiare opportunità per le aziende di raggiungere una nuova fetta di pubblico composta da persone attivamente impegnate nei videogiochi".