L'interfaccia cervello-computer impiantata chirurgicamente consente di decodificare i movimenti delle dita, trasformandoli in comandi da usare nei videogiochi
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I passi in avanti compiuti dalla tecnologia si stanno rivelando cruciali in settori come la medicina, con soluzioni capaci di abbattere barriere che sembravano prima indistruttibili. Negli Stati Uniti, alcuni scienziati hanno creato un'interfaccia da impiantare nel cervello dei pazienti con paralisi per rilevare e decodificare i movimenti delle dita, consentendo loro di giocare ai videogiochi con la mente.
Nel caso di persone con disabilità motorie lievi o moderate che sono in grado di manipolare un controller, i videogiochi sono spesso utilizzati per creare un legame sociale e uno sfogo competitivo. Tuttavia, nei pazienti con gravi disabilità motorie, le difficoltà che si verificano ne videogame risultano spesso insormontabili pur sfruttando opzioni di accessibilità o periferiche adattive, spingendo queste persone a giocare a livelli di difficoltà inferiori ed evitare le sfide multigiocatore.
I sistemi di interfaccia cervello-computer possono essere sfruttate per aiutare le persone con paralisi a giocare ai videogiochi e a controllare i sistemi digitali per il social networking e il lavoro a distanza. Un nuovo studio ha visto un gruppo di scienziati realizzare un'interfaccia cervello-computer in grado di decodificare continuamente tre gruppi di dita indipendenti: il pollice è stato decodificato in due dimensioni, fornendo così quattro livelli di "libertà" nei movimenti che il sistema ha registrato continuamente, elaborando i modelli di attività elettrica di molteplici neuroni nel cervello e convertendo questi segnali in movimenti complessi.
Gli scienziati hanno impiantato l'interfaccia nel solco precentrale sinistro (regione del cervello responsabile del controllo del movimento della mano) di una persona con tetraplegia, una paralisi della parte superiore e inferiore del corpo dovuta a una lesione del midollo spinale. I ricercatori hanno dunque analizzato le attività neuronali mentre il partecipante osservava una mano virtuale che eseguiva vari movimenti sullo schermo di un computer, utilizzando algoritmi di apprendimento automatico affidati all'intelligenza artificiale per identificare i segnali legati a specifici movimenti delle dita.
Il sistema ha poi utilizzato questi segnali per prevedere con precisione i movimenti delle dita e quindi facilitare il partecipante nel controllo di tre gruppi di dita distinti in una mano virtuale, compresi i movimenti bidimensionali del pollice. Gli scienziati hanno esteso l'applicazione di questo controllo delle dita ai videogiochi per permettere al paziente di volare attraverso un sistema articolato di anelli. Il partecipante ha espresso un senso di connessione sociale, abilitazione e svago durante la sessione, pur sottolineando la mancanza di un vero e proprio controllo personalizzato e non pilotato dei comandi.
Lo studio attuale ha dimostrato che il sistema di interfaccia cervello-computer permette di navigare attraverso 18 anelli in meno di tre minuti al massimo delle prestazioni, il che indica un aumento delle prestazioni sei volte superiore. Il sistema permette anche di volare spontaneamente in forma libera attraverso anelli che appaiono in modo casuale. Questo approccio prevede l'uso del controllo motorio nei videogiochi controllati dall'interfaccia cervello-computer intracorticale, ma è ancora in fase di sperimentazione e perfezionamento: una volta implementato, potrà soddisfare molte esigenze non soddisfatte delle persone con paralisi.
Non è l'unico caso di impianti capaci di permettere a queste persone di tornare alla normalità: già lo scorso anno, l'azienda Neuralink di Elon Musk aveva applicato con successo un impianto neurale a un 29enne, permettendogli di giocare ai videogiochi con la forza del pensiero.