DELUSIONI IN ERBA

Videogiochi: streamer di sei anni piange in diretta perché "bandito" da Call of Duty

Il piccolo giocatore, conosciuto in rete come RowdyRogan, ha intenerito i suoi fan scoppiando in lacrime dopo la decisione di Activision di sospendere permanentemente il suo account sullo sparatutto

11 Dic 2020 - 08:17
 © IGN

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Essere bambini nell'era digitale non è facile, soprattutto se si è già dei giocatori professionisti all'età di sei anni in uno dei giochi più famosi al mondo che, tuttavia, non è stato concepito per utenti così piccoli. Così Call of Duty: Warzone ha spezzato il cuore del baby streamer RowdyRogan quando, nel vivo di una diretta, il suo account è stato permanentemente disattivato. Il video della sua reazione ha fatto il giro del web, tanto da spingere la community a creare una sorta di petizione perché Activision possa revocargli il ban.

RowdyRogan non è un nome sconosciuto ai giocatori dello sparatutto: ha infatti raggiunto una certa popolarità proprio grazie alla sua età, guadagnandosi una community di ben 84mila followers su Twitch e quasi 120mila sul suo canale YouTube. Nonostante le sue impressionanti qualità da giocatore, durante la diretta di qualche giorno fa ha visto improvvisamente il suo schermo oscurarsi sull'avviso "l'account è stato permanentemente sospeso".

Il papà del baby streamer e la chat del suo canale hanno cercato dunque di far capire al piccolo incredulo cosa fosse accaduto. Il bambino, una volta resosi conto dell'inconveniente, è scoppiato in lacrime tra le braccia paterne, sebbene il genitore abbia cercato di rassicurarlo a più riprese.

Motivo della cancellazione dell'account sembra consistere proprio nella giovane età del minore. Secondo le politiche di Activision, infatti, i giocatori dovrebbero avere minino 13 anni per poter accedere al gioco. Decisione dunque più che giustificata, dati i temi bellici ad alto tasso di violenza trattati nello sparatutto, non adatti a un pubblico di bambini. Nonostante tale consapevolezza, la community ha indetto una sorta di petizione, rappresentata dall'hashtag #FreeRogan, per chiedere che il piccolo giocatore venga riabilitato e possa recuperare il suo account. 

Al momento sembra che il publisher non abbia ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in merito, con i fan in trepidante attesa perché la questione possa risolversi al meglio per il giocatore in erba il quale, intanto, potrà dedicarsi magari a videogame più adatti alla sua età.

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