Un docente dell'Idaho utilizza i videogiochi per rendere più semplici i concetti che ruotano intorno ai meccanismi politici tra le nazioni
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Si ripete spesso, ormai, che i videogiochi non siano più solo una questione di divertimento ma parte attiva di diversi contesti, dalla medicina all'educazione: proprio in quest'ultimo, il settore sta dimostrando il suo potere didattico con un docente dell'università di Boise, nell'Idaho (Stati Uniti), che si avvale dei videogame per rendere più chiari i concetti che ruotano attorno alle relazioni internazionali.
Non è un caso che molti docenti utilizzino dei videogiochi famosi per spiegare alcune materie che potrebbero risultare ostiche agli studenti: lo sa bene il professor Michael Allen, responsabile del programma di scienze politiche dell'ateneo Boise State University, che ha scritto un nuovo libro intitolato "The Gamer's Guide to International Relations" per spiegare come i videogiochi possano aiutare gli studenti a comprendere le complesse questioni globali.
"Il libro utilizza cinque diversi archetipi di videogiochi per cercare di spiegare i concetti delle relazioni internazionali agli studenti, ai giocatori o alle persone interessate alle relazioni internazionali", ha dichiarato Allen. "Ciò rappresenta un trampolino per dire: 'Ecco un'analogia su come capire il mondo attraverso il gioco', ma una volta fatto questo primo passo, saremo anche capaci di vedere alcuni modi in cui i videogiochi influenzano le relazioni internazionali e come le relazioni internazionali influenzano i videogiochi".
Il libro del docente universitario, infatti, collega serie famose come League of Legends e Minecraft alle teorie delle relazioni internazionali, rendendo molto più accessibili dei concetti complessi. Allen ha spiegato come un battle royale come Fortnite possa illustrare processi decisionali simili a quelli della politica globale. "In una partita a Fortnite sto cercando di vincere, ma sto anche cercando di decidere chi sia temporaneamente mio alleato, chi sia temporaneamente mio nemico e come possiamo progredire in ciò che vogliamo fare, come potremmo fare per vincere la partita, e così via", ha spiegato il professore.
Allen ha deciso di organizzare il suo prossimo corso autunnale, intitolato "La politica mondiale attraverso il gioco", partendo da ciò che spiega nel libro. Il corso si propone infatti di scoprire come i videogiochi possano essere utilizzati per comprendere le relazioni internazionali e la politica comparata.
"L'obiettivo è quello di esaminare i modi in cui possiamo giocare ai videogiochi e comprendere le relazioni internazionali", ha detto Allen. "Mi concentrerò anche sulla politica comparata, per capire come funzionano le democrazie e le autocrazie, e gli studenti potranno giocare a videogiochi a cui non hanno mai giocato prima, o potranno venire in classe e parlare dei titoli a cui non hanno giocato, a cui magari io stesso non ho giocato".
Il docente universitario spera che, con la crescita della popolarità dei videogiochi, cambi anche il modo in cui gli studenti si approcciano allo studio di materie così complesse e si confrontano con la politica internazionale.
A ogni modo, quello non di Allen non è il primo caso in cui un professore utilizza i videogame come materia di studio: già un altro docente dell'Università del Tennessee aveva introdotto Red Dead Redemption II all'interno del suo corso di studi sulla storia americana.