A discapito degli studi che hanno segnalato componenti violente nei videogames, uno studio indica come questi accrescano al contrario i comportamenti pro-sociali nei bambini
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Per decenni, centinaia di genitori preoccupati hanno dichiarato guerra ai videogiochi, etichettati come causa di comportamenti violenti dei propri figli. Al contempo, anni di ricerca sul campo non sono riusciti a dimostrare in modo schiacciante un legame tra la violenza nei videogame e il comportamento violento nei giovani giocatori. Molti giochi online, specie per quanto riguarda i multiplayer di massa, hanno costruito il proprio successo su componenti sia di violenza che di cooperazione, rendendo ancora più foschi i risultati degli studi.
Finalmente da Israele, un team di ricercatori ha deciso di invertire tale tendenza, dimostrando invece che giochi come Fortnite incentivano il lavoro di squadra e la tendenza alla solidarietà nei bambini.
Il recente studio, pubblicato sulla rivista specializzata Computers in Human Behavior, spera infatti di sfatare il mito della correlazione tra i videogiochi e violenza, studiando il comportamento nel mondo reale tra bambini e adolescenti alle prese proprio con il battle royale. Gli autori hanno ipotizzato che gli aspetti di cooperazione di Fortnite (in cui i giocatori combattono per essere gli unici sopravvissuti o l’unica squadra a sopravvivere su di un'isola) avrebbero promosso il comportamento prosociale, vincendo sugli aspetti più violenti del gioco.
Lo studio ha coinvolto 845 studenti delle elementari di 10 scuole statali israeliane. I soggetti hanno giocato a Fortnite (posta come condizione "violenta") o a flipper (condizione "blanda"), in modalità solitaria o con un partner. I test condotti hanno mirato a raccogliere dati circa il divertimento percepito nel gioco ("Mi è piaciuto molto giocare a X"), il senso di relazione/vicinanza ai compagni di squadra ("Mi piacciono molto i bambini con cui ho interagito"), nonché la competenza percepita ("Mi sento sicuro della mia capacità di giocare a X").
Gli autori hanno anche incluso due misure di comportamento pro-sociale. In primo luogo, ai partecipanti è stato chiesto di indicare quanto del loro potenziale premio in denaro (150 dollari) avrebbero devoluto in beneficenza a favore dei bambini. In secondo luogo, dopo aver lasciato pensare ai partecipanti che lo studio fosse finito, è stato chiesto loro se fossero stati disposti ad aiutare i ricercatori in un altro studio e per quanto tempo.
I risultati si sono dunque rivelati piuttosto interessanti. È stato dimostrato in primis che i bambini posti in condizione di co-player in Fortnite erano propensi, con un margine significativo, a donare più soldi e dedicare più tempo rispetto ai quelli impegnati a giocare a flipper, nonostante la componente violenta più accentuata nel primo. Inoltre, dato più importante, i bambini che hanno partecipato al battle royale in modalità single-player si sono rivelati più socievoli e solidali nel proprio comportamento rispetto a quelli del flipper.
I ricercatori hanno ipotizzato che tale risultato possa essere dovuto a diversi motivi, il principale dei quali potrebbe celarsi proprio nel piacere provato nel gioco. Infatti Fortnite, quindi il gioco con la componente più violenta, ha fatto registrare più emozioni positive rispetto al flipper, e gli autori hanno potuto dimostrare come i punteggi pro-sociali siano aumentati con l'aumentare della soddisfazione complessiva dei bisogni psicologici.