Dopo Pentiment, Hi-Fi Rush, Sea of Thieves e Grounded, i giochi degli studi Xbox arriveranno sempre più spesso su console rivali: si parte con Indiana Jones
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Il futuro di Xbox sarà sempre meno convenzionale dal punto di vista delle "esclusive": la strategia iniziata nel 2024 con l'arrivo su altre piattaforme di alcuni videogiochi prodotti dagli studi interni della casa di Redmond, infatti, è destinata a continuare il prossimo anno con ancora più titoli, inclusi progetti di rilievo come Doom: The Dark Ages, segnando un vero e proprio addio al concetto di esclusiva.
Se l'arrivo di titoli del calibro di Grounded, Hi-Fi Rush, Pentiment e Sea of Thieves era da considerare un "esperimento" da parte della casa di Redmond, la scelta di lanciare Indiana Jones e l'antico Cerchio anche su PS5 a tre mesi di distanza dall'uscita su PC e Xbox e il nuovo Doom: The Dark Ages simultaneamente su tutte le piattaforme è un segnale chiaro del nuovo corso, testimoniato peraltro dalla decisione di lanciare Call of Duty: Black Ops 6 anche su PlayStation 5 nonostante l'acquisizione da 68,7 miliardi di dollari di Activision.
A quanto pare, Microsoft non si fermerà qui e deciderà di espandere sempre più la sua presenza su altre piattaforme, sia per rientrare nei costi di produzione dei videogiochi (sempre più alti ogni giorno che passa), sia per sfruttare l'elevato bacino di utenza delle console rivali PlayStation 5 e Nintendo Switch per massimizzare i guadagni.
A lanciare l'indiscrezione ci pensa Jez Corden, giornalista del portale specializzato Windows Central, che sulle pagine di X afferma come Microsoft sia ormai indirizzata verso questo percorso: "Xbox non avrà più esclusive d'ora in avanti. Tutto ciò che uscirà resterà esclusiva [Xbox] solo per un periodo limitato", afferma. "L'esclusività di alcuni videogiochi sarà al massimo un caso accidentale. Nella maggior parte dei casi si punterà a una distribuzione multipiattaforma, magari con poche eccezioni temporanee o isolate". Il prossimo gioco ad arrivare su PlayStation (e probabilmente sull'erede di Nintendo Switch) dovrebbe essere Fable, nuovo capitolo della serie creata da Lionhead Studios e ora nelle mani di Playground Games. "Creare quel gioco è stato incredibilmente costoso. Forse non sarà disponibile [su PlayStation] dal lancio, ma con la strategia attuale arriverà comunque prima o poi", svela.
D'altra parte, è stata la stessa Microsoft a confermare che, in futuro, ci sarebbero stati altri giochi prodotti da Xbox Games Studios e lanciati su piattaforme rivali. L'azienda a stelle e strisce, infatti, è stata chiara sin dall'annuncio di questo nuovo corso, e la scelta di attingere dal bacino d'utenza di PlayStation 5 per vendere quante più copie di Call of Duty: Black Ops 6 sin dal lancio (ottenendo una percentuale per ogni singola unità venduta da Sony sulla sua console) o spingere ulteriormente le vendite di Indiana Jones e l'antico Cerchio (che ha fatto registrare un buon esordio su PC e Xbox) testimonia come Xbox sia sempre più destinata a un ruolo di "publisher" che produce anche hardware dedicati.
In tal senso, la recente campagna pubblicitaria voluta da Microsoft per identificare come "Xbox" ogni dispositivo possibile, dalla console ammiraglia Series X ai PC, dagli smartphone ai più moderni televisori, non fa che ribadire per l'ennesima volta la volontà di ampliare esponenzialmente il suo bacino d'utenza per raggiungere l'obiettivo di raggiungere miliardi di giocatori in tutto il mondo. Per farlo, il colosso statunitense non può sperare di seguire la stessa strategia di Sony e la sua PlayStation, né tantomeno il cammino (più unico che raro) di Nintendo e le sue console: staremo a vedere se Microsoft deciderà di diventare a tutti gli effetti un'azienda multipiattaforma anche nell'industria dei videogiochi, concedendo i suoi prodotti a chiunque e ovunque, un po' come succede con il sistema operativo Windows su computer.