Age of Empires IV, le immagini dello strategico di Relic Entertainment
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La celebre saga di casa Microsoft approda nuovamente su PC con un quarto capitolo sospeso tra novità e tradizione: le grandi guerre del Medioevo sono oggi all'insegna dell'accessibilità
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La storia di Age of Empires inizia da lontano: il capostipite della saga è del 1997, e ha rappresentato per molti che ora sono adulti il primo incontro sia con la strategia su schermo, che con la storia in versione videogioco. Un paio d’anni dopo è arrivato, ancora oggi amatissimo fra gli appassionati, Age of Empires II, e poi un terzo capitolo. La serie è scomparsa dai radar a lungo, prima di riemergere con una serie di remake e piccole espansioni.
I fan, però, non hanno mai smesso di sperare in qualcosa di nuovo, un ritorno in grande stile: Age of Empires IV è quel ritorno, anche se non è davvero qualcosa di nuovo. Almeno, non del tutto: l’estetica è certo rinnovata, e ci sono alcune idee finalizzate a traghettare Age of Empires nella modernità, ma l’atmosfera, lo stile e anche il periodo storico scelto sono quelli Age of Empires II. Microsoft e lo sviluppatore Relic hanno puntato sul sicuro: è opinione comune che il secondo capitolo abbia rappresentato il vertice qualitativo dell’intera serie, quindi rappresenta lo scalino più logico da cui ricominciare la salita.
NUOVI MONDI ANTICHI - La scelta di ancorare saldamente il nuovo gioco al passato ha tanti aspetti positivi quanti ne ha di negativi. Age of Empires IV funziona esattamente come il predecessore: al comando di una delle otto civiltà disponibili - Inglesi, Cinesi, Mongoli, Indiani del sultanato di Delhi, Francesi, Arabi Abbasidi, Tedeschi del Sacro Romano Impero e Rusiani, ovvero gli abitanti del principato di Rus, antenato della moderna Russia - ci troveremo ad affrontare battaglie che possono essere individuali oppure inserite nel contesto di una campagna storica, il tutto in tempo reale tramite la più classica interfaccia punta e clicca.
Le battaglie di Age of Empires IV sono, in larga parte, composte da due elementi: uno è quello economico, che si realizza nella costruzione di una città, con tutti gli edifici necessari allo sviluppo del nostro esercito - case, caserme, fattorie, e così via - e nella raccolta di risorse, da demandare a solerti contadini; l’altro è quello militare: una volta spese le risorse per reclutare soldati, li condurremo contro il nemico, cercando di utilizzare attentamente le loro potenzialità.
Quando parliamo di soldati, ci riferiamo al consueto ventaglio di truppe medievali: fanti, arcieri, cavalleria leggera e pesante, più le tipiche macchine d’assedio quali catapulte e trabucchi. La scelta non è particolarmente ampia, ed è abbastanza facile prendere confidenza con ogni tipologia di guerriero. I ruoli tattici sono netti: gli arcieri, per esempio, sono micidiali contro la fanteria più lenta, ma vulnerabili alle cariche di cavalleria, che a sua volta può essere fermata da un muro di lancieri. Tutto come da copione, anche se alcune truppe uniche per le singole civilità, come gli elefanti indiani e i lanzichenecchi del Sacro Romano Impero, intervengono a mischiare un po’ le carte.
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Nel complesso, non c’è nulla di particolarmente sorprendente sul piano degli eserciti: funzionano, certo, ma sarebbe stato bello se gli sviluppatori avessero osato di più, magari tirando fuori dalle pagine dei libri truppe più caratteristiche e più legate alla storia delle nazioni in campo. Graficamente, i modelli fanno il loro lavoro e sono di certo migliorati rispetto al passato, ma sembrano ancora un po’ vecchiotti e polverosi: elemento che può forse passare in secondo piano per uno strategico, ma che avrebbe beneficiato comunque di più attenzione. Molto più accattivanti, invece, le mappe, con le loro foreste e le loro steppe, e anche gli edifici, disegnati con grande cura: le città che ci troveremo a costruire avranno una certa, molto piacevole, tinta d’acquerello, e soprattutto i grandi castelli fortificati che dovremo difendere o espugnare offriranno un’esperienza visiva epica.
Gli assedi sono, in effetti, i momenti più divertenti di Age of Empires IV, anche perché le fortificazioni appaiono più complesse dei predecessori. Le piccole città possono essere conquistate con un manipolo di uomini e qualche torcia per appiccare il fuoco alle torri, ma le più grandi richiedono un’attenta pianificazione, pena ritrovarsi con un esercito decimato da difensori che si trovano sempre in posizione privilegiata. D’altro canto, le battaglie in campo aperto non convincono molto: le truppe si possono disporre in formazione, ma si muovono in maniera legnosa e il tutto degenera spesso e volentieri in una rissa, con poco spazio per raffinate manovre tattiche. Le forze in campo, poi, sono sempre abbastanza limitate: fra contadini e soldati, il limite di truppe è 200 individui, una scelta che diminuisce la spettacolarità e il realismo degli scontri.
ALLA CONQUISTA DELLA STORIA - Tradizionalmente, Age of Empires è una serie cara sia ai giocatori online, che prediligono le sfide contro avversari umani, che a quelli votati alle campagne storiche, con l’intelligenza artificiale come antagonista. L’ultimo capitolo ne prevede quattro, dedicate rispettivamente alla conquista normanna dell’Inghilterra, alla guerra dei Cent'anni, all’ascesa della città di Mosca nelle steppe russe, e alle grandi conquiste mongole. L’offerta è piuttosto ampia e le campagne sono ben strutturate - nei limiti, certo, della linearità dovuta agli eventi storici.
A differenza della campagne di Age of Empires II, che si concentravano sulle vicende di singoli condottieri come Saladino o Montezuma, in Age of Empires IV figure storiche come Guglielmo il Conquistatore sono sì presenti, ma hanno un ruolo più limitato perché le vicende si snodano attraverso i secoli, per esempio dalla Battaglia di Hastings fino all’epoca di Giovanni Senzaterra, celebre come avversario di Robin Hood ma anche firmatario della Magna Charta. Una scelta che sacrifica un po’ del carattere del predecessore sull’altare della storia: fra una battaglia e l’altra, infatti, compaiono sia filmati - doppiati in italiano e ben recitati - che raccontano gli eventi, sia veri e propri spezzoni di documentari dedicati ad armi e tattiche del periodo.
L’intervallo temporale fra le missioni si riflette anche nel gioco: sono rappresentate quattro diverse epoche, ciascuna con tecnologie e truppe specifiche. A essere onesti, la differenza a livello militare non è poi così grande, e i soldati delle ere più avanzate sono spesso semplici miglioramenti di quelli più antichi: nondimeno, compare qualche novità interessante e si ampliano le possibilità, per esempio tramite l’utilizzo di armi da fuoco.
Uno dei passi avanti più importanti effettuati dal nuovo capitolo sta nelle civiltà: sono di meno che in passato, ma più caratterizzate. I mongoli, per esempio, oltre a disporre di efficacissimi arcieri a cavallo possono, in ossequio alla loro tradizione nomade, spostare i loro edifici da una parte all’altra della mappa. Gli inglesi hanno bonus relativi all’agricoltura, mentre gli indiani puntano sulla ricerca scientifica e i cinesi sull’efficienza burocratica, impiegando gli ufficiali imperiali per raccogliere oro fra gli edifici. Le differenze non sono totalizzanti come quelle di Starcraft II, ma abbastanza profonde da garantire almeno qualcosa sorpresa. Le civiltà, poi, sembrano bilanciate bene, un elemento importante soprattutto in ambito multiplayer.
E il multiplayer è appunto la seconda modalità di gioco, dopo la campagna: difficile dire al momento se il nuovo arrivato scalzerà dal trono del gioco online Age of Empires II - dipende tutto dal numero di giocatori - ma le premesse ci sono. La terza modalità - a parte le schermaglie, ovvero le semplici missioni singole - si chiama Arte della Guerra e consiste in sfide tematiche, per esempio incentrare sull’economia e sull’utilizzo di armi d’assedio, che servono come una specie di tutorial avanzati per approfondire i diversi aspetti del gioco. Che rimane, comunque, piuttosto accessibile anche per chi non è un veterano: se state iniziando adesso il vostro viaggio nel mondo dei videogiochi di strategia, Age of Empires IV è un buon punto di partenza, anche per merito della traduzione e del doppiaggio in italiano.
Tutto sommato, l’ultima fatica dei ragazzi di Relic funziona, e riesce ad essere quello che ha promesso: ovvero, una riedizione di Age of Empires II onesta, fedele e rinnovata abbastanza da rivendicare una propria identità. Non è, però, uno strategico in tempo reale innovativo, o caratterizzato da chissà quale trovata geniale: lo stile, tanto a livello di grafica che di meccaniche, è senza dubbio segnato, nel bene e nel male, da un forte spirito conservatore. La spesa, quindi, è giustificata se siete grandi appassionati in cerca di vecchie emozioni da rivivere, oppure novizi che vogliono avvicinarsi a una saga storica. Se, invece, vi interessa solo giocare a un grande strategico in tempo reale, ci sono scelte migliori sul mercato, per esempio il sempreverde Starcraft II o i titoli della serie Total War.
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo giocato a Age of Empires IV su un PC dotato di AMD 2700x, NVIDIA GTX 1070 e 16 GB di RAM, al massimo del dettaglio e in risoluzione 2K, mantenendo quasi sempre una buona fluidità, con qualche raro rallentamento in situazioni particolarmente concitate. Abbiamo completato due campagne, a due diversi livelli di difficoltà fra i quattro disponibili, e provato le diverse civiltà in missioni singole. In totale, circa 25 ore. Il gioco sarà disponibile per l’acquisto il 28 ottobre prossimo, tradotto e doppiato in lingua italiana..
Può piacere a chi…
… ha amato la saga di Age of Empires e vuole riviverne i fasti
… cerca un gioco strategico semplice da imparare, ma adeguatamente profondo
… vuole rivivere vicende storiche importanti, raccontate in maniera accessibile
Potrebbe deludere chi…
… si aspetta un alto livello di realismo
… apprezza l’innovazione e le idee originali
… è in cerca di un aspetto grafico mozzafiato
Age of Empires IV è un gioco consigliato ai maggiori di 16 anni.