L'opera del papà di Metal Gear Solid entra nella nuova generazione con un pacchetto che include nuovi contenuti e un comparto tecnico studiato per trarre il massimo da PlayStation 5
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Lanciato nel 2019, Death Stranding è stato certamente un videogioco che per certi versi ha "predetto il futuro", come spesso accaduto nelle produzioni di Hideo Kojima. Arrivata sulla scena quando lo spettro del Covid-19 non era ancora all'orizzonte, l'avventura di Sam Porter Bridges per riunire gli Stati Disuniti d'America ha anticipato molte delle sensazioni che, due anni più tardi, abbiamo vissuto a causa dell'isolamento dovuto alla pandemia che ha messo in ginocchio il pianeta. Oggi, con la Director's Cut in uscita su PS5, quel mondo raggelante torna per metterci (nuovamente) alla prova.
LA VERSIONE FINALE - L'edizione Director's Cut di Death Stranding, prevista in due edizioni (inclusa la più costosa Digital Deluxe, al cui interno sono racchiusi artwork e parte della colonna sonora) solo per la nuova console ammiraglia di Sony a partire dal 24 settembre, introduce l'esperienza originale vista su PS4 (prima) e PC (poi), con tutte le caratteristiche extra lanciate in seguito come le collaborazioni con Half-Life e Cyberpunk 2077, ma anche una serie di contenuti esclusivi studiati per l'occasione.
Non ci troviamo di fronte a una vera e propria Director's Cut in senso cinematografico (e non è un caso che lo stesso titolo abbia fatto storcere il naso a Hideo Kojima), perché i contenuti aggiunti in questa versione non sono stati rimossi dalla versione finale per PS4, bensì creati per l'occasione allo scopo di offrire novità di rilievo al passatto dalla vecchia alla nuova generazione. Oltre a nuovi effetti di vibrazione e micromovimenti offerti dall'ormai consueto DualSense, e a una resistenza maggiore offerta dai grilletti del controller, ci sono nuove missioni, nuovi oggetti, nuove attività che rendono l'esperienza di Death Stranding più completa e varia, senza tuttavia tradirne la natura intransigente, pericolosa e oppressiva vissuta due anni fa e ampiamente documentata nella nostra recensione originale.
Coloro che decidono di rivivere la storia di Sam Porter Bridges per scoprire i nuovi tasselli di una sceneggiatura ora impreziosita da nuovi scenari, come una fabbrica di origini antiche presente nella fase iniziale della storia (e che, di fatto, include le uniche fasi in cui l'azione di Death Stranding si sposta all'interno di un edificio), potranno all'occorrenza importare i propri salvataggi dalla versione originale per PS4, caricandoli direttamente dal gioco e sbloccando automaticamente tutti i trofei già ottenuti su old-gen.
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I NUOVI CONTENUTI - Contrariamente alla recente Director's Cut di Ghost of Tsushima, che ha introdotto un'intera isola esplorabile e un nuovo arco narrativo, questa edizione per PS5 di Death Stranding limita l'introduzione di contenuti inediti rappresentando per certi versi un modo perfetto per recuperare l'opera di Kojima nel caso in cui non abbiate ancora avuto modo di viverla sulla vostra pelle, sperimentando il brivido delle consegne lungo le sconfinate lande degli Stati Disuniti d'America, l'incontro con le temibili Creature Arenate o il terrore di imbattersi in una Cronopioggia inattesa. Il bello, se vogliamo, è che tutto questo si può fare nella Director's Cut all'interno di una grafica ancora più curata, affascinante e pulita che in passato.
Death Stranding: Director’s Cut permette di scegliere tra una modalità che allarga la risoluzione occupando tutti i pixel di una cornice Ultra-HD 4K, oppure optando per offrire maggiore dinamismo alle (dis)avventure di Sam con un frame-rate che raggiunge i sessanta fotogrammi al secondo, adattando la risoluzione in modo dinamico a seconda di ciò che succede su schermo. Scegliere non è per niente semplice, perché entrambe le soluzioni offrono dei punti di forza: il frame-rate superiore rende più frizzanti alcune sequenze di gioco di per sé già frenetiche, mentre la maggiore risoluzione enfatizza tutte quelle caratteristiche che si erano apprezzate nell'originale, complice una costruzione pregevole delle tre regioni che compongono, di fatto, il mondo voluto da Kojima.
UN BENVENUTO MIGLIORE - A cambiare, effettivamente, sono alcune modifiche, alcuni strumenti, alcune armi che possono rendere Death Stranding un gioco meno esigente e più amichevole nelle primissime sezioni di gioco, ma che a conti fatti non vanno a snaturare l'esperienza concepita dal papà di Metal Gear Solid quando la storia entra effettivamente nel vivo. Abbiamo il nuovo Fucile Maser, che nelle prime battute consente di difendersi in modo più efficiente dai pericolosi Muli e facilita, se vogliamo, quella che è la vita del povero nelle sue prime consegne.
Una mossa, quella di Kojima Productions, che punta a rendere più accessibile la fase introduttiva di una produzione a tratti criticata per il suo essere intransigente, per la volontà di non fare sconti a nessuno, di far sì che ogni giocatore debba imparare a muoversi in quel mondo, con le sue regole, le sue minacce. Novità come l’indicatore che segnala possibili percorsi da intraprendere nelle prime missioni finiscono con l'ammorbidire questa "esperienza intransigente", preparando il giocatore a ottenere le altre novità studiate per l'occasione quando, ormai, ha già maturato esperienza a sufficienza.
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C'è il nuovo Buddy Bot che può portare in giro i carichi o il protagonista Sam, ma il suo funzionamento non differisce poi troppo dall'overcarro originale; ci sono gli stabilizzatori aggiuntivi dello zaino, che rendono l'idea di percorrere discese più ripide meno preoccupanti, ma questa caratteristica arriva quando l'equipaggiamento di Sam diventa già più corposo di quello iniziale e il bagaglio del giocatore conta già numerose cadute e tentativi di risollevarsi. Si tratta dunque di rifiniture, varianti di mezzi già presenti (gli stessi stabilizzatori, sostanzialmente, svolgono un ruolo simile a quello dei chiodi da scalata) e forniscono al giocatore la possibilità di scegliere come approcciarsi a una determinata impresa. Più possibilità per un gioco che non viene stravolto, ma impreziosito da una maggiore cura ai dettagli in determinate fasi di gioco.
A chiudere il cerchio ci pensano il nuovo poligono di tiro, collegato a ogni stanza privata di Sam e legato all'introduzione di nuovi sistemi di addestramento per le armi, mentre coloro che preferiscono trascorrere del tempo in spensieratezza nell'ambientazione di Death Stranding potranno sfrecciare sul tracciato destinato alle corse con i veicoli e cercare di ottenere nuovi tempi da record. Basta tutto ciò a giustificare un secondo playthrough di Death Stranding? La risposta non è così banale.
Quella creata da Kojima Productions è un'avventura che sa a mettere a dura prova la mente, il cuore e la tenacia dei giocatori, pretendendo la sua attenzione ma offrendo in cambio emozioni uniche che difficilmente, per molti, sono sostenibili una seconda volta dopo aver già portato a termine il lungo e tortuoso cammino di Sam Porter Bridges. Per tutti gli altri, specialmente per coloro che avevano saltato l'appuntamento con Death Stranding al lancio su PS4 (o più recentemente su PC), si tratta di un'occasione perfetta per vivere uno dei giochi più polarizzanti partoriti dalla geniale mente del designer nipponico.
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo rivissuto l'avventura di Sam Porter Bridges su PlayStation 5 grazie a un codice PS5 di Death Stranding: Director's Cut, sperimentando le due modalità grafiche che favoriscono risoluzione e frame-rate, e perdendo qualche ora in compagnia delle novità principali di quest'edizione, dalle nuove missioni all'equipaggiamento inedito, passando per qualche gara a bordo dei veicoli.
Può piacere a chi…
… ha amato alla follia Death Stranding e ne vuole ancora
… vuole sperimentare l'epopea di Sam per la prima volta
… aspettava l'arrivo dell'upgrade next-gen
Potrebbe deludere chi…
… non aveva gradito l'avventura originale a suo tempo
… sperava in modifiche e novità più sostanziali
… contava di godere delle novità anche su PC e PS4
Death Stranding: Director's Cut è un gioco consigliato ai maggiori di 18 anni.