Cinque anni dopo il primo e apprezzato capitolo, Undead Labs torna con un sequel ricco di zombie e basi da gestire
© ign
Ancor più della serie avventurosa a episodi di Telltale Games, State of Decay è stato il gioco che più di tutti gli altri si è avvicinato come estetica, narrazione e atmosfere a The Walking Dead. Un titolo, risalente ormai a cinque anni fa, ben accolto da critica e pubblico e che grazie al suo mix di azione, esplorazione, GdR, survival e gestionale ha avuto il merito di creare un mondo di gioco cupo e disperato, con centinaia di zombi sempre in agguato e una continua lotta per la sopravvivenza, che poi è proprio il leit-motiv di The Walking Dead.
Con State of Decay 2, disponibile dal 22 maggio per PC e Xbox One, lo sviluppatore Undead Labs si è mantenuto molto fedele alla formula originale e non ha voluto rischiare più di tanto, pur introducendo due novità importanti rispetto al primo capitolo come la modalità cooperativa online fino a quattro giocatori e il possibile scontro con altri sopravvissuti che popolano questo mondo post-apocalittico devastato da un’epidemia di zombie.
In ogni caso, il canovaccio di State of Decay 2 rimane bene o male sempre quello del primo episodio, anche se personalmente non lo considero un limite adorando praticamente tutto quello che riguarda gli zombie. Si sceglie una coppia di protagonisti, una delle tre zone disponibili (in tutti i casi la mappa di gioco è molto vasta) e si inizia a esplorare questo in stile The Walking Dead.
State of Decay 2 riprende così il mix di generi del suo predecessore. Si combatte con armi di qualsiasi genere tra coltelli, machete, mannaie, fucili, pistole, mitragliatori ed esplosivi, si esplorano tutti gli edifici possibili e immaginabili (case, magazzini, negozi) in cerca di oggetti, risorse, proiettili, cibo, carburante e, soprattutto, si cerca di costruire una comunità di sopravvissuti, partendo da una prima casa-rifugio e potenziando con il passare del tempo la struttura tra camere da letto più numerose, laboratori per il crafting, infermeria, un piccolo orto per il cibo e così via.
© ign
La parte survival del gioco è molto classica, nel senso che tra resistenza, salute, stanchezza, fame e armi che si consumano non si è mai tranquilli e si deve pensare sempre a tutti questi elementi, non solo per il personaggio che si sta comandando in quell’istante ma anche a tutti i membri della comunità. Gli zombie sono ovunque e ciò contribuisce ulteriormente a creare un’atmosfera di continuo pericolo e di precarietà. Perché è vero che pochi zombie non rappresentano un grande problema, ma quando si è stanchi e con poca energia (o senza più proiettili) e si è di fronte a un’orda le cose cambiano parecchio, anche perché, una volta morto, il personaggio che magari avete potenziato in ore e ore di gioco non torna più.
Il gameplay è poi arricchito da trappole e da un approccio più o meno stealth, ma anche da missioni secondarie che spuntano continuamente e che portano ad aiutare altri sopravvissuti in pericolo, che potete arruolare nella vostra nascente comunità in modo da avere sempre più ricambi quando il vostro personaggio preferito deve riposare o è malato. Gli scontri con altri gruppi di sopravvissuti sono una bella aggiunta, anche perché il livello di difficoltà si alza sensibilmente e la vicinanza con The Walking Dead (dove ormai gli zombi sono diventati più un accessorio scenico che altro) si fa ancora più evidente.
L’idea della modalità coop online è certamente azzeccata e combattere orde di zombi assieme a un massimo di altri tre giocatori aumenta non poco il divertimento e il senso di "comunanza" e resistenza, ma tra diverse disconnessioni e il fatto che gli ospiti di un match possono allontanarsi pochissimo dall’host la cooperativa del gioco ha ancora alcuni aspetti da sistemare, ma non è priva di aspetti interessanti (uno su tutti il loot raccolto nella partita in co-op può essere portato nella propria base).
© ign
Quello di State of Decay 2 è un mondo estremamente vario e ricco di cose da fare e il bello è che anche dopo 25 ore la voglia di continuare a giocare non è calata minimamente, anche perché si tratta di un gioco potenzialmente infinito ed è un vero peccato che il comparto tecnico non sia altrettanto riuscito. La prova è stata effettuata su una Xbox One S e le prestazioni generale sono davvero modeste. Non solo per un frame-rate molto incostante (si scende spesso sotto i 30 fps) e per la discreta mole di glitch e bug, ma anche perché il comparto grafico è davvero modesto tra texture molto slavate, modelli dei personaggi poco dettagliati e una generale sensazione di “pochezza” che contraddistingue un po’ tutta la grafica, a parte le animazioni piuttosto realistiche anche se non sempre precisissime e poco altro.
Sicuramente su PC e Xbox One X (dove il gioco supporta il 4K-HDR a 30 fps) la situazione sarà migliore, ma se avete una Xbox One S la situazione è questa, con la speranza che un aggiornamento risolva almeno i glitch e renda un po’ più costante il frame-rate.
© ign
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo giocato a State of Decay 2 per circa 25 ore (di cui alcune in coop online) su una Xbox One S collegata a un TV 4K-HDR Samsung KS7000 da 55". Il gioco è doppiato in inglese e sottotitolato in italiano e sarà disponibile anche su PC a partire dal 22 maggio al prezzo di 29,99 euro per l’edizione standard e di 49,99 euro per l’edizione Ultimate (già disponibile).
Può piacere a chi…
… ama The Walking Dead
… cerca un gioco molto longevo da affrontare anche in coop
… non disdegna il genere survival
Potrebbe deludere chi…
… si aspettava qualcosa di un po’ diverso dal primo capitolo
… guarda soprattutto al comparto grafico di un gioco
… non ama particolarmente gli elementi gestionali
State of Decay 2 è un gioco consigliato ai maggiori di 18 anni.