LA NOSTRA RECENSIONE

Mario + Rabbids Sparks of Hope, un viaggio imperdibile da vivere su Switch

Dagli studi di Ubisoft Milano arriva il nuovo capitolo della saga che unisce strategia e azione mettendo insieme i perfidi coniglietti e le icone di Nintendo

18 Ott 2022 - 09:04
 © IGN

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Sin dal suo annuncio, il crossover tra Super Mario e i temibili Rabbid aveva fatto sorridere per la sua capacità di unire mondi e generi completamente diversi in una formula nuova, fresca, divertente. Cinque anni e dieci milioni di copie più tardi, quella strana unione nata con Mario + Rabbids Kingdom Battle è pronta a deliziare nuovamente i giocatori di Switch con Sparks of Hope, nuova avventura creata dagli studi Ubisoft di Milano e Parigi.

Tgcom24 e Mastergame hanno avuto l'opportunità di provare in anteprima il nuovo progetto supervisionato da Davide Soliani, creative director dell'attesissimo sequel in arrivo sugli scaffali dei negozi il prossimo 20 ottobre, in quella che si conferma ogni giorno che passa un'annata sempre più eccezionale per i possessori della console ibrida di Nintendo.

UNA NUOVA AVVENTURA - Dopo la conclusione di Kingdom Battle la situazione nel Regno dei Funghi è tornata alla normalità, ma la tranquillità che si respira tra le mura del Castello della principessa Peach non è destinato a durare molto: Cursa, una creatura malvagia accompagnata da una gigantesca manta volante, raggiunge il Regno allo scopo di catturare gli Spark e nel farlo rapisce Rabbid Peach. Tocca a Mario e la truppa di strampalati Rabbid partire per lo spazio così da evitare che Cursa si impadronisca di un potere che gli permetterebbe di dominare la galassia intera.

A bordo di una bizzarra astronave, Mario e i Rabbid partono alla volta di un viaggio che permetterà loro di esplorare vari mondi prima di poter raggiungere l'inespugnabile fortezza di Cursa: l'obiettivo è di raccogliere quanti più Spark possibili, ottenendo i poteri di questi strani esseri nati dall'unione tra gli Sfavillotti e gli stessi coniglietti, così da affrontare Cursa ad armi pari. Un obiettivo non certo semplice, visto che ogni pianeta nasconde delle insidie e richiede al giocatore di completare attività principali (come le missioni della storia), quest secondarie (utili per ottenere Spark aggiuntivi) e intense boss fight prima di procedere oltre.

Rispetto al primo episodio, Sparks of Hope tenta di ampliare gli orizzonti abbandonando la tradizionale griglia che caratterizzava le possibilità di spostamento di Kingdom Battle, optando per un sistema di movimento più libero all'interno di un'area prestabilita, abbracciando un'anima che fonde con decisione elementi in tempo reale e le caratteristiche tipiche degli strategici a turni: il nuovo sistema di movimento permette così di dar vita ad azioni specifiche, mosse collettive e sinergie che rendono i combattimenti più avvincenti, grazie anche a un cast di personaggi più vasto che può sfruttare abilità uniche, armi, consumabili e i succitati Spark per incrementare le potenzialità offensive e difensive.

Ogni personaggio è in grado di sfruttare bonus passivi e abilità attive per dare il loro contributo in battaglia: c'è quello che può ridurre i danni subiti dai personaggi incrementando al contempo quelli inflitti in movimento, e quello che invece può rianimare gli alleati sconfitti in combattimento; c'è quello che rende impossibile individuare i compagni per un turno e quello che può immobilizzare i rivali in una morsa di ghiaccio. Le soluzioni sono tantissime e, in combinazione con le varie abilità dei nove eroi principali (sei dei quali disponibili sin dalle battute iniziali), rendono il combat system più frizzante e originale.

Ci sono trenta Spark in totale, sedici dei quali ottenibili durante la campagna: per ottenere i restanti dovrete cimentarvi in missioni specifiche e ottenere le chiavi per aprire le cosiddette Cripte dei Pianeti, delle zone segrete che possono essere individuate solo esplorando a fondo ciascuna ambientazione. Oltre all'arma e alla tecnica (uniche per ciascun eroe), i personaggi possono utilizzare due Spark per volta e cambiarli in ogni momento, anche nel bel mezzo di uno scontro: il loro utilizzo è fondamentale per avere la meglio in situazioni più avanzate che si verificano nella seconda metà della campagna.

PIÙ COMPLESSO, PIÙ RICCO - Abbandonato il senso di novità di Kingdom Battle e che viene inevitabilmente meno in questo sequel, Sparks of Hope riesce comunque a espandere la formula di Mario + Rabbids in modo netto: il sistema di progressione si allarga per ospitare un numero maggiore di abilità e offre numerose combinazioni che rendono l'esperienza di gioco ancora più soddisfacente, mentre l'esplorazione diventa un po' più libera rispetto all'originale anche grazie a una serie di ambientazioni più ispirate rispetto al passato.

Ciascuno dei cinque pianeti esplorabili durante la storia include segreti, enigmi da risolvere, personaggi da incontrare, missioni secondari mercanti e tanto altro: elementi che permettono di aumentare la durata del nuovo viaggio spaziale di Mario e i Rabbid in modo significativo. Certo, non tutto funziona perfettamente in ogni momento, e se in alcuni casi si avverte un certo riciclo nei modelli dei nemici, l'improvviso aumento nel tasso di sfida che si avverte dal quarto mondo in poi potrebbe non essere alla portata di tutti. Da un certo momento dell'avventura, infatti, la difficoltà subisce un'impennata che non permette ai giocatori di prendere i combattimenti sottogamba.

Resta, poi, qualche incertezza dovuta all'hardware di Nintendo Switch, che cinque anni dopo il debutto sul mercato inizia a mostrare una certa difficoltà a gestire a dovere produzioni più complesse o elaborate: nel caso di Sparks of Hope, si notano sporadici cali nel frame-rate che rendono la fluidità non sempre ottimale, mentre alcuni elementi sullo sfondo compaiono improvvisamente mentre si esplora, segno di un effetto pop-up probabilmente inevitabile per ottimizzare le risorse a disposizione della console ibrida della casa di Kyoto e non rendere l'esperienza "troppo pesante" per essere goduta al meglio.

In ogni caso, si tratta di elementi di contorno che non gravano assolutamente su un'avventura dalle tinte strategiche sempre divertente e coinvolgente: il connubio tra Super Mario e i Rabbid continua a funzionare alla grande anche in questo secondo capitolo, segno che l'intuizione del creative director Davide Soliani - che ai tempi aveva conquistato anche una leggenda dei videogame come Shigeru Miyamoto - era giusta.

Sparks of Hope si conferma un ottimo strategico che amplia gli orizzonti perfezionando una formula accessibile anche per coloro non si fossero mai avvicinati al genere: un viaggio nello spazio in compagnia di un cast strampalato di personaggi e di eroi improbabili, da vivere tutto d'un fiato.

Come lo abbiamo giocato

Abbiamo accompagnato Mario, Luigi, Peach e le loro controparti "conigliesche" in Mario + Rabbids: Sparks of Hope grazie a un codice per Nintendo Switch fornito dal distributore italiano, portando a termine la storia e buona parte delle missioni secondarie in una ventina di ore. I mondi realizzati dagli studi Ubisoft di Milano e Parigi nascondono tuttavia diversi segreti, collezionabili e Spark segreti che possono estendere la longevità per qualche altra ora.


Può piacere a chi…
… ha amato l'originale Kingdom Battle e desidera vivere una nuova avventura
… apprezza gli strategici à la XCOM e non disdegna qualche variazione sul tema
… sperava in un'esperienza più ricca, profonda e ricca di sfaccettature

Potrebbe deludere chi…
… non ha gradito l'esperimento del primo episodio
… è allergico ai sistemi di combattimento basati sulla strategia
… non ha mai tollerato i Rabbid di Ubisoft

Mario è Rabbids Sparks of Hope è un gioco consigliato ai maggiori di 7 anni.

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