LA NOSTRA RECENSIONE

Senua's Saga: Hellblade 2, un viaggio tormentato nella mitologia norrena

Il secondo capitolo del gioco d'azione di Ninja Theory per PC e Xbox prosegue il viaggio di Senua, proponendo un comparto audiovisivo di prim'ordine ma poche novità

21 Mag 2024 - 19:55
 © Ufficio stampa

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Era il 2017 quando Ninja Theory lanciava sul mercato Hellblade: Senua's Sacrifice. Un gioco d'azione che, attingendo a piene mani dal folclore norreno, raccontava l'oscuro viaggio della protagonista Senua, portandoci a vivere in sua compagnia un cammino suggestivo tra paure e follia, rassegnazione e accettazione, luce e oscurità. Un viaggio che, sette anni dopo, prosegue con un seguito in esclusiva per PC e Xbox.

L'attenzione riposta dagli sviluppatori nella rappresentazione della delicata condizione mentale del personaggio, unita ad alcune trovate originali per l'epoca, hanno alimentato a dismisura l'attesa nei confronti di Senua's Saga: Hellblade II, sequel prodotto da Xbox Game Studios (che ha acquisito l'azienda nel 2018) e primo, grande gioco su cui la divisione videoludica di Microsoft punta per il 2024.

Oggi, il seguito fa il suo esordio sul mercato per raccontarci un nuovo capitolo della storia di Senua, proseguendo le avventure della giovane guerriera che, all'inizio di questo secondo atto, si ritrova prigioniera di un gruppo di spietati guerrieri vichinghi che sta riducendo in schiavitù il popolo della protagonista per compiere dei misteriosi riti sacrificali.

INTENSO E BRUTALE

Premesse oscure per un gioco che, nell'arco di cinque o sei ore, non smette mai di porre enfasi sulla brutalità che caratterizza il mondo in cui si muove la donna. Come nel caso del precedessore, la storia di Senua's Saga: Hellblade 2 affronta temi come vendetta, sanità mentale, sensi di colpa e perdita delle persone amate senza mai risparmiarsi, sfociando spesso nella violenza nuda e cruda e contribuendo a creare un'atmosfera asfissiante e opprimente ogni ora che passa. Ci sono rari sprazzi di luce in un gioco che fa della cupezza il suo tratto stilistico, ma se pensate di trascorrere qualche ora per vivere un'avventura spensierata, probabilmente fareste meglio a rivolgere lo sguardo altrove.

Senua's Saga: Hellblade II, un'avventura intensa tra follia e brutalità

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D'altronde, con tre voci che continuano a ronzare nella testa di Senua, è difficile affrontare il suo cammino senza sentirsi parte del tormento che prova la protagonista, ancora una volta caratterizzata in modo splendido dagli sviluppatori di Ninja Theory (con il supporto di numerose aziende che si occupano di sanità mentale) e impreziosito dall'interpretazione a dir poco eccezionale dell'attrice Melina Juergens, che ha prestato corpo, fattezze, voce e movenze per dar vita a un personaggio se possibile ancora più intenso e sfaccettato del primo episodio.

Dal punto di vista meramente narrativo, Hellblade II si conferma una produzione capace di colpire e di lasciare senza fiato in più di un'occasione chi impugna il controller, sebbene non manchino momenti morti (in una storia che, seppur dopo cinque anni di sviluppo, si esaurisce nel giro di poche ore) e si arriva al finale sperando in una risoluzione più compiuta ma restando con l'amaro in bocca. Ed è un peccato, perché dall'inizio alla fine del suo viaggio, Senua's Saga: Hellblade II è un gioco capace di lasciare chiunque a bocca aperta per merito del suo comparto audiovisivo, quanto di più vicino all'idea di "nuova generazione" si sia mai visto nel mondo dei videogiochi.

Con la sua nuova opera, Ninja Theory ha azzerato in più di un'occasione il confine tra cinema e videogioco, creando una sorta di film interattivo in cui diventa impossibile distinguere il modello digitale di Senua e il mondo in cui si muove la protagonista dalla realtà. I modelli e gli scenari, infatti, sono talmente verosimili da confonderli spesso e volentieri con gli elementi di un lungometraggio basato sulla mitologia norrena, mentre le animazioni realizzate tramite il "performance capture" all'avanguardia dello studio britannico non hanno nulla da invidiare alle coreografie di alcune tra le più accattivanti pellicole sulla piazza, tale è la maestria con cui sono stati realizzati, per esempio, i combattimenti.

LUCI E OMBRE

Proprio i combattimenti rappresentano verosimilmente uno degli elementi più importanti di questo capitolo, nonché l'unico vero "elemento ludico" di una produzione che, il più delle volte, si spoglia di qualsiasi interazione e ambizione per puntare tutto sull'apparenza e sulla maestosità del suo comparto audiovisivo. I combattimenti, rigorosamente uno contro uno (con qualche sporadica eccezione nella forma, ma non nella sostanza), sono stati infatti "acquisiti" dal team singolarmente, scontro dopo scontro, e dispongono di animazioni e movenze differenti a seconda del nemico e del momento che si sta affrontando.

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Se tutto ciò ha un impatto davvero incredibile dal punto di vista dell'intensità (con uno scontro, in particolare, che lascerà col fiato sospeso per svariati minuti) e della brutalità di alcune uccisioni, l'evidente addolcimento nella curva di difficoltà, l'impossibilità di essere aggirati dai nemici alle spalle (come succedeva in passato) e la rimozione di qualsiasi penalità (inclusa la meccanica del "marciume" del primo capitolo, che contribuiva a mantenere elevata la guardia del giocatore) rendono i combattimenti meno stimolanti del previsto, perché una volta compreso il modo in cui alternare attacchi leggeri, colpi pesanti, schivate, parate e "super mosse", è davvero difficile avere la peggio negli scontri.

Nonostante la perenne condizione di inferiorità numerica, infatti, i nemici aspetteranno sempre educatamente il loro turno prima di attaccare Senua e, anche al livello di difficoltà più elevato, non saranno mai così aggressivi da spingere i giocatori oltre i limiti. In tal senso, è emblematica l'assenza di vere e proprie novità nella formula di gioco, che non ha beneficiato della stessa attenzione che Ninja Theory ha riservato al comparto tecnico: i combattimenti seguono infatti la stessa formula dell'originale, non ci sono nuove combo più elaborate, abilità da sbloccare o armi uniche capaci di offrire una boccata d'aria fresca all'esperienza di gioco, e tutto ciò non può che ridimensionare l'esperienza complessiva.

Lo stesso problema, purtroppo, attanaglia il resto delle meccaniche, che si basano sugli stessi principi visti a suo tempo in Senua's Sacrifice: si cammina per lo scenario per spostarsi da un punto all'altro, con qualche rara deviazione dal percorso principale in cerca di quel monolito o di quel "volto" che danno accesso a dei "collezionabili", e si passa il resto del viaggio a risolvere degli enigmi che richiedono di guardare l'ambientazione da una prospettiva ben precisa per cercare di allineare un simbolo o di scoprire una "illusione" che consente di passare oltre. Peccato che, rispetto al passato, la varietà e complessità di questi rompicapo sia sensibilmente minore e che l'unica novità finisca ben presto per esaurire il senso di meraviglia una volta che si affronta lo stesso "concept" per quattro o cinque volte di fila nel giro di poche ore.

Anche in questo caso, si avverte la mancanza di novità di rilievo nella formula di gioco che, al di là di sporadici momenti in cui il gioco assume sfumature più votate all'horror oppure sezioni in cui è necessario affrontare azioni uniche per assecondare la narrazione del momento, si finisce sostanzialmente per fare le stesse cose del predecessore. Ed è un peccato, perché sarebbe stato lecito sperare in un arricchimento tanto nella forma (la grafica e il sonoro, che si confermano decisamente all'avanguardia) quanto nella sostanza (ovvero le meccaniche di gioco, il più delle volte assenti o limitate a poche cose). Non succede di rado che i videogiochi votati alla narrazione vengano etichettati come "film interattivi" (con accezione evidentemente negativa), ma in questo caso la differenza tra le meccaniche previste da Hellblade 2 e quello che potrebbe essere, per esempio, The Last of Us: Parte 2, sono nettamente a favore della produzione di Sony e Naughty Dog.

Se l'obiettivo di Microsoft, Xbox e Ninja Theory era di avvicinarsi alla "musa ispiratrice" PlayStation, l'obiettivo può dirsi riuscito a metà: dal punto di vista ludico, il seguito di Senua's Sacrifice non riesce a espandere la formula di gioco in modo significativo al punto da raggiungere produzioni che, oltre all'elemento squisitamente narrativo, riescono ad arricchire l'esperienza di chi gioca con tante meccaniche differenti; al contrario, se lo scopo era di continuare il viaggio di Senua creando il gioco graficamente più bello che si sia mai visto finora, Ninja Theory ha fatto decisamente centro. Non c'è nulla, al giorno d'oggi, che si avvicini minimamente alla qualità grafica raggiunta da Hellblade 2, specialmente su console. Il consiglio, in questo caso, è di indossare un buon paio di cuffie per gustarsi l'ottimo lavoro svolto dall'audio surround e godersi il viaggio di Senua e i suoi compagni.

Come lo abbiamo giocato

Abbiamo completato la storia di Senua's Saga: Hellblade 2 in circa sei ore, scovando tutti i monoliti nascosti qua e là durante l'esplorazione e mancando una manciata di "volti", degli speciali collezionabili celati in modo ingegnoso dagli sviluppatori nel mondo di gioco per accedere a un'altra forma di collezionabile. Il gioco è disponibile su Xbox Series X (la versione che abbiamo provato), Series S e PC, con supporto ai sottotitoli in italiano che consentono di gustarsi l'eccezionale doppiaggio in inglese (non è presente, sfortunatamente, una completa localizzazione nella nostra lingua, limitata ai soli testi).


Può piacere a chi…
… ama le storie di impatto e le tematiche mature
… adora i combattimenti brutali e violenti
… vuole sperimentare una meraviglia grafica senza precedenti

Potrebbe deludere chi…
… preferisce giochi più corposi e ricchi di meccaniche
… non ama le storie opprimenti e caratterizzate da temi inquietanti
… sperava in un seguito caratterizzato da novità più evidenti e significative

Senua's Saga: Hellblade 2 è un gioco consigliato a un pubblico maggiorenne.

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