Nel 1987 Capcom invia in missione un super-soldato munito di braccio bionico: ripercorriamo insieme la storia di "Super Joe"
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La splendida Capcom degli anni ‘80 è stata una fucina di giochi arcade importantissimi, tra i quali Ghosts’n Goblins e Street Fighter. Tra i titoli più interessanti sviluppati dalla società nipponica in quegli anni di fuoco spicca un bizzarro gioco d’azione che arriva nel 1987 in Giappone con il titolo di Top Secret, e che giunge poco dopo anche dalle nostre parti con il più esplicito nome Bionic Commando.
In quegli anni, in effetti, il termine "bionico" andava sicuramente di moda, ma il cambio di titolo da parte di Capcom è certamente "furbetto", dal momento che tenta di richiamare il precedente Commando, suo sparatutto a tema militare del 1985 che in effetti in Europa e negli Stati Uniti ha riscosso molto successo.
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In realtà Bionic Commando è un gioco a sé stante che ci mette nei panni di un super-soldato che deve infiltrarsi in una base nemica per fermare il lancio di alcune testate nucleari: niente di nuovo sotto il sole, specialmente nell’affollato panorama di videogiochi d’azione di quegli anni. Semmai, la vera particolarità del gioco risiede nella peculiare dotazione del protagonista, equipaggiato con un braccio bionico capace di allungarsi e fungere così da rampino.
Usando questo versatile strumento possiamo così esplorare i vasti livelli del gioco dondolandoci come un futuristico Tarzan. Questo, unito al pratico fucile in dotazione, ci rende particolarmente letali contro le truppe nemiche, dal momento che possiamo spesso e volentieri sbucare alle loro spalle raggiungendo la piattaforma su cui si trovano per eliminarli senza che possano reagire, sfoggiando manovre che per un videogame del 1987 sono decisamente fuori dal comune. Gli sviluppatori hanno anche pensato di permettere l’utilizzo del rampino per raccogliere oggetti a distanza o come strumento per stordire momentaneamente i nemici, aggiungendo la possibilità di "spararlo" in cinque direzioni.
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A valorizzare il peculiare gameplay di Bionic Commando ci pensa un level design eccellente, che sfrutta a fondo la verticalità dei livelli per offrire una buona sensazione di "scalata". L’impossibilità di saltare ci mette inoltre di fronte alla necessità di analizzare l’ambiente circostante per individuare gli appigli giusti e pianificare i nostri spostamenti per evitare di rimanere in posizioni esposte al fuoco nemico. Non manca qualche arma aggiuntiva da raccogliere qui e lì e lo scontro con qualche nemico più coriaceo degli altri al termine dei sette livelli che compongono il gioco.
Il risultato è un videogame particolare e particolarmente frenetico che riscuote un buon successo sia in patria che nelle sale giochi occidentali. Non manca ovviamente tutta una serie di conversioni per i più diffusi sistemi domestici, delle quali purtroppo solo alcune sono realmente degne di nota.
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Se la versione europea sviluppata per Commodore 64 da Go! è considerata come una delle migliori conversioni da coin-op per la piattaforma, dall’altra la relativa conversione statunitense o le versioni per Amiga e Atari ST risultano purtroppo pessime. Capcom e Nintendo collaborano per creare una sorprendente versione ad-hoc per NES, creando un gioco davvero molto differente dall’originale da sala e più articolato, che diventa rapidamente un importante punto di riferimento per la ludoteca della console a 8-bit.
Negli anni Capcom ha sviluppato la serie proponendo diversi capitoli, tra i quali spiccano lo sfortunato reboot tridimensionale per PlayStation 3 e Xbox 360 del 2009 e i due ottimi episodi della mini-serie Bionic Commando: Rearmed iniziata nel 2008. Chi volesse provare oggi l’originale può farlo recuperando facilmente una delle raccolte dei classici Capcom che lo include, oppure rivolgendosi a Capcom Arcade Stadium per PlayStation 4, Xbox One e PC.