In vista della notte più spaventosa dell’anno, ecco i videogame più terrificanti da sperimentare su PC e console in compagnia di amici e familiari
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Anche quest’anno la notte di Halloween sta per bussare alle nostre porte, e come sempre non mancheranno spassi per tutte le età, tra feste a tema, gare per il costume più spaventoso e il classico "dolcetto o scherzetto". Se i cinefili non si faranno scappare l’occasione per dedicarsi a una maratona di film horror, chi ama i videogiochi ha la possibilità di invitare gli amici a casa e organizzare una bella serata a base di esperienze da brivido.
Con una varietà impressionante di survival horror disponibili su PC e console, è difficile scegliere il gioco giusto con cui divertirsi nella "notte più spaventosa" dell'anno. Per la rubrica Cortocircuiti Pop, abbiamo selezionato alcune opzioni che non dovrebbero assolutamente mancare.
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Come in ogni lista di consigli che si rispetti tocca partire dai classici, e se si parla di videogiochi, beh, "horror" fa rima con "Resident Evil". Nonostante la serie targata Capcom non sia stata ovviamente la prima a scodellare litri di sangue e budella virtuali addosso ai giocatori (il suo stesso ideatore, Shinji Mikami, per atmosfere e meccaniche ha ammesso di essersi ispirato a classici come Sweet Home e Alone in the Dark), sicuramente ha contribuito a sdoganare il concetto di survival horror durante la seconda metà degli anni Novanta.
Di capitoli adatti ce ne sarebbero parecchi, tuttavia consigliamo a scatola chiusa l’ottimo remake di Resident Evil 4. Uscito originariamente su GameCube nel 2005, il gioco prendeva uno dei protagonisti del secondo capitolo, Leon Kennedy, e lo gettava in Spagna tra le fauci di una macabra setta; all’epoca si parlò di rivoluzione, anche per via dell’introduzione di un'inedita - per la serie - prospettiva in terza persona. Il remake, disponibile per PC, console e mobile, rivisita sensibilmente la grafica dell’originale aggiornandola agli standard di ultima generazione, intervenendo anche su narrazione e meccaniche di gioco: imperdibile.
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Più o meno tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila scoppiò la mania per i film horror giapponesi con in testa "Ring", di Hideo Nakata, e "Ju-on: Rancore", diretto da Takashi Shimizu, entrambi anche oggetto di remake da parte di Hollywood. In quel clima fece la sua comparsa su PlayStation 2 un survival horror particolarmente spaventoso: Forbidden Siren (2003), sviluppato in seno al team Project Siren e diretto da Keiichirō Toyama, che qualche anno prima aveva dato i natali alla serie Silent Hill.
Diversamente da quest’ultimo o dai primi Resident Evil, tuttavia, Forbidden Siren prendeva le distanze dalle ambientazioni e dai riferimenti cinematografici americani per calare il giocatore in un oscuro villaggio rurale giapponese à la Junji Itō, il tutto attraverso una narrazione non sequenziale e servendosi di una meccanica corale basata sul cosiddetto sightjack, che permetteva di condividere il punto di vista dei temili shibito (i mostri del caso). Dopo il sequel del 2006 e un remake a episodi uscito nel 2008, oggi purtroppo della serie resta poco, tuttavia è possibile recuperare facilmente l’originale su PlayStation Store e giocarlo comodamente su PS4 e PS5.
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Nel 1979 il primo "Alien" ci teneva a precisare che "Nello spazio nessuno può sentirti urlare", e in effetti non stupisce che una discreta fetta del genere horror vada a braccetto con la fantascienza. Vale per la letteratura, per i fumetti e il cinema, così come naturalmente per i videogiochi, dove i survival horror ambientati su astronavi o stazioni orbitali non mancano di certo: sui due piedi vengono in mente Dead Space, The Callisto Protocol e, per fare un salto nel passato, Project Firestart, uscito su Commodore 64 nel 1989.
Il titolo più spaventoso di tutti, in questo senso, è Alien: Isolation, sviluppato da The Creative Assembly e pubblicato da SEGA nel 2014 su PC e console, mentre nel 2019 è uscito anche su Switch. La trama del gioco si collega direttamente a quella della serie principale, in quanto la protagonista è la figlia di Ellen Ripley, Amanda, impegnata a indagare sulla scomparsa della madre sulla stazione spaziale Sevastopol, dove è conservata la scatola nera della Nostromo. Ovviamente le cose non filano lisce per colpa dei soliti xenomorfi o, meglio, dello xenomorfo, dal momento che la trovata principale di Alien: Isolation consiste nel concentrare buona parte della tensione attorno alla presenza di un unico alieno pressoché invincibile, costringendo il giocatore a un approccio furtivo. Brividi assicurati!
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In una classifica di Halloween degna di questo nome non possono mancare certamente slasher e relative scream queen: del resto, è stato proprio attraverso questa particolare branca del genere horror che John Carpenter ha celebrato al cinema "la notte delle streghe", consegnando alla storia una giovanissima Jamie Lee Curtis. Nel merito dei videogiochi, per sperimentare le emozioni di film come "Halloween" o "Venerdì 13" abbiamo l’ottimo Until Dawn, uscito su PS4 nel 2015, che mutua buona parte delle meccaniche sperimentate da David Cage nei suoi drammi interattivi, applicandole tuttavia a un classico horror corale per adolescenti.
La trama è semplice: un gruppo di ragazzi e ragazze decide di passare una vacanza in uno chalet di montagna; il resto, beh, è facile immaginarlo. Data la facilità d’approccio e la vocazione narrativa, Until Dawn risulta perfetto per una serata tra amici, anche grazie all’abbondante presenza di cliché che vi faranno pensare: "Io per quel sentiero da solo non mi sarei avventurato mai e poi mai". Ah, allo sviluppo troviamo Supermassive Games, che nel 2022 ha sfornato l’altrettanto sanguinolento (e consigliatissimo) The Quarry.
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Chiudiamo questa breve rassegna con un gioco "piccolo", ma non per questo meno terrificante degli altri. Stiamo parlando di World of Horror, progetto indipendente sviluppato dal game designer polacco Paweł Koźmiński e pubblicato da Ysbryd Games su PC, Switch e PlayStation 4/5 (le versioni per console sono disponibili da pochi giorni). World of Horror è un’avventura investigativa con (forti) elementi da gioco di ruolo e situazioni generate proceduralmente, presentato attraverso una grafica estremamente essenziale che cita certi software che giravano sui computer Macintosh o MSX dei primi anni Ottanta.
Del resto, ha senso, considerato anche il contesto retrò della trama ambientata in Giappone, a sua volta piena zeppa di citazioni - anche se sarebbe meglio dire lettere d’amore – verso maestri dell’horror come H. P. Lovecraft e il già citato fumettista Junji Itō. Tra antiche divinità e macabri rituali, il giocatore dovrà farsi strada in un’esperienza da incubo che, in termini di svolgimento "liscio", dura giusto un paio d'ore: l’ideale per la notte di Halloween, insomma!