Come la serie televisiva creata da David Lynch e Mark Frost ha cambiato per sempre il piccolo schermo e, soprattutto, i videogiochi
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Prima di "The Last of Us", de "Il Trono di Spade" e di "Lost" (soprattutto, prima che Internet fosse alla portata di tutti), chi è stato ragazzo negli anni Novanta difficilmente sarà sfuggito a "I segreti di Twin Peaks", serie andata in onda dall'8 aprile 1990 sull'emittente ABC e in Italia su Canale 5. Uno show, quello creato da David Lynch e Mark Frost, che avrebbe influenzato non soltanto il mondo televisivo, ma anche quello videoludico.
La prima stagione, ambientata nella cittadina eponima, ruotava attorno al mistero dell’omicidio di Laura Palmer. Si trattava di una studentessa apparentemente modello del liceo locale, ma che si rivela in realtà una ragazza tormentata come i suoi coetanei americani dell’epoca, i quali dopo la sbornia di benessere del decennio precedente si trovarono fare i conti con una crisi di valori dalla quale - non caso - emerse il grunge.
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Col senno di poi è relativamente facile cogliere la portata generazionale dell’opera di Lynch e Frost: al di là delle componenti gialla, sovrannaturale ed esoterica, in fondo, c’era in ballo soprattutto il racconto di una provincia dalla quale sembrava impossibile fuggire tra droga, scarse prospettive e persino abusi. Un racconto che i due erano riusciti a emancipare dalle didascalie grazie a un’estetica in odore di cinema indipendente ma al tempo stesso accessibile e all'originale rielaborazione del tema del villaggio infestato o penetrato da forze oscure ampiamente praticato dalla letteratura americana del Novecento (si pensi a H.P. Lovecraft o Stephen King).
La portata pop del fenomeno, in ogni caso, fu enorme tanto negli Stati Uniti quanto all’estero: all’epoca i fan arrivarono persino a organizzare feste ed eventi a tema dove scambiarsi elucubrazioni riguardo al mistero di turno, alla famigerata Loggia nera o sulla reale natura di questo o quel personaggio, generando un tam-tam paragonabile contestualmente a quello che, una quindicina di anni più tardi, sarebbe sbocciato su internet attorno a Lost.
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Tuttavia, diversamente dalla serie creata da Abrams, Lindelof e Lieber (e con la sola eccezione di una breve esperienza in VR sviluppata da Collider Games), "Twin Peaks" a oggi non ha ancora goduto di un videogioco ufficiale, nonostante nei Novanta il fenomeno dei tie-in fosse piuttosto diffuso; nondimeno nel corso degli anni parecchi game designer sono rimasti influenzati dalle atmosfere dell’inquietante cittadina, omaggiandola più o meno direttamente attraverso le loro produzioni.
Tra questi vale senz’altro la pena citare Hidetaka "Swery" Suehiro e il suo Deadly Premonition, pubblicato nel 2010 su PS3 e Xbox 360; il gioco, un survival horror à la Silent Hill con dinamiche open world ambientato nell’immaginaria cittadina di Greenvale, rivisita gli elementi chiave di "Twin Peaks" in salsa giapponese, a cominciare dall’agente speciale dell'FBI Dale Cooper, sostituito dal decisamente meno sobrio Francis York Morgan, a sua volta chiamato a sciogliere il mistero attorno all’omicidio della giovane Anna Graham (la Laura Palmer di quei paraggi).
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Ai tempi dell’uscita Deadly Premonition venne accolto in maniera controversa a causa di un impianto tecnico problematico e altre grane: IGN gli affibbiò 20/100, anche se la recensione più famosa resta probabilmente quella di Destructoid, che valutò il gioco con un irriverente 10/10 definendolo "Un magnifico naufragio"; malgrado ciò, grazie alla trama tanto scombinata quanto intrigante, all’umorismo bizzarro e alle atmosfere suggestive, nel corso degli anni l’opera di Swery è diventata oggetto di culto beneficiando di una "Director's cut" (2013) e persino di un sequel, Deadly Premonition 2: A Blessing in Disguise, sbarcato su Nintendo Switch nel 2020.
Un altro videogioco pieno zeppo di riferimenti alla "creatura" di Lynch è senz’altro Alan Wake, sviluppato da Remedy Entertainment su sceneggiatura di Sam Lake, e pubblicato su Xbox 360 nel 2010; anche in questo caso abbiamo a che fare con certe dinamiche tipiche dei survival horror, agitate di tanto in tanto da segmenti votati all'azione e basati sull’alternanza tra la torcia (che illumina i nemici rendendoli vulnerabili) e armi da fuoco varie.
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Esattamente come la miniserie che ne ha preceduto l’uscita (e come "Twin Peaks", tanto per cambiare) il gioco procede per episodi le cui trame, spesso e volentieri, sconfinano nel metanarrativo, denunciando più o meno apertamente le loro fonti di ispirazione: Lynch, senz’altro, ma anche i romanzi di Stephen King - il protagonista eponimo, del resto, è uno scrittore - i racconti di Lovecraft e persino la serie televisive "Ai confini della realtà".
Sempre restando in materia di Alan Wake troviamo lo spin-off American Nightmare, pubblicato nel 2012 per Xbox 360 e PC, e una riedizione uscita nel 2021 anche in versione PlayStation e Switch, mentre il sequel vero e proprio è previsto per il prossimo 27 ottobre; per ingannare l’attesa vi consigliamo di provare Control, sempre sviluppato da Remedy e a sua volta infarcito di rimandi a "Twin Peaks", in particolare verso la terza stagione uscita nel 2017.
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Passando al segmento dei videogiochi indipendenti, anche in questo caso i fan di Lynch abbondano: vedi Kentucky Route Zero, avventura sviluppata da Cardboard Computer e distribuita da Annapurna Interactive - originariamente a episodi - tra il 2013 e il 2020. Qui, anziché la tensione da survival horror, a farla da padrone sono la scrittura curatissima e le atmosfere perturbanti che accompagnano il cammino di un gruppetto di viaggiatori lungo ambientazioni in pieno stile "Americana"; prossime a "Twin Peaks", certamente, ma anche ad altre opere del regista di Missoula come "Cuore selvaggio" e "Mulholland Drive".
Impossibile non citare poi Virginia, il dramma interattivo di Variable State uscito nel 2016 per PC, PS4 e Xbox One; la trama del gioco, ambientata all’inizio degli anni Novanta, ruota attorno all’agente speciale Anne Tarver, chiamata a investigare sulla scomparsa di un ragazzo nella cittadina di Kingdom. Anche qui non ci sono azione o violenza, ma solo tantissima atmosfera e una meccanica che attinge direttamente al linguaggio del cinema - soprattutto al montaggio - per guidare il giocatore lungo l’indagine.
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Chiudiamo questa breve carrellata con Twin Peaks: Into the Night, un fan game attualmente in via di sviluppo presso Blue Rose Team (composto solamente da due persone) e che nel giro degli ultimi giorni ha raccolto l’attenzione degli appassionati grazie alla sua estetica rétro che riporta alla mente lo stile della prima PlayStation: il gioco, previsto prossimamente, può essere provato in rete grazie a una demo gratuita per PC.