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Dino Crisis, quando Capcom strizzò l'occhio a Jurassic Park

Non solo Resident Evil per la casa giapponese: ripercorriamo insieme la storia del survival horror con i dinosauri

30 Giu 2020 - 09:59
 © IGN

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"Regina”: questo nome rappresenta il cruccio di molti amanti dei videogame targati Capcom e, più in generale, dei giochi di tipo survival horror. Si tratta infatti del nome (in codice?) della rossa protagonista di Dino Crisis, escursione della società giapponese nota per Resident Evil e Street Fighter nella fantascienza a base di dinosauri “redivivi”, resa tanto popolare da un certo Jurassic Park.

Forte dell’enorme successo della sue serie a base di zombie - con Resident Evil 2 che ha venduto vagonate di copie e un terzo capitolo in uscita a fine 1999 per la prima PlayStation - Capcom è infatti ansiosa di cavalcare l’onda provando a proporre un gioco simile ma dal contesto un po’ differente.

Ecco dunque tornare laboratori segreti, società misteriose e corpi militari specializzati nell’eliminazione di minacce “particolari”: stavolta però lo scenario dell’avventura è la sinistra Ibis Island e il nemico è rappresentato da diverse specie di dinosauri che vagano per il complesso cercando di sbranare qualsiasi cosa gli si pari davanti. 

Dai velociraptor per arrivare a immancabili tirannosauri, Dino Crisis propone nel 1999 una risposta dai toni estremamente horror alle avventure portate su schermo da Steven Spielberg qualche anno prima.

Al timone del progetto troviamo uno dei padri del genere “survival”, ovvero quello Shinji Mikami che ha effettivamente dato i natali alla serie di Resident Evil e che qui si diverte a cercare di evolvere la sua formula di successo, iniziando ad esempio dal motore grafico: in Dino Crisis infatti troviamo ambientazioni e personaggi interamente tridimensionali, a differenza dei primi capitoli di Resident Evil basati su fondali “statici” su cui si spostano personaggi poligonali.

Un avanzamento tecnologico importante che sfrutta a fondo l’hardware di PlayStation e che permette scene più dinamiche, pur continuando ad affidarsi alle inquadrature fisse tanto care a Mikami (non per niente le ritroveremo anche nel gioco 3D Resident Evil: Code Veronica).

Sostituiti gli zombie coi dinosauri e la S.T.A.R.S. con la S.O.R.T. (Mikami adora gli acronimi, a quanto pare!), la sostanza resta comunque molto simile a quella di Resident Evil. Certo, l’azione è leggermente più dinamica e vengono inseriti alcuni bivi narrativi che spingono a giocare l’avventura più volte per vedere tutti i diversi finali, ma alla fine dei conti Dino Crisis viene brutalmente etichettato come “Resident Evil coi dinosauri” dalla stampa, che lo promuove senza incensarlo eccessivamente.

Il gioco vende comunque molto bene su PlayStation e viene anche convertito su PC e Sega Dreamcast: Capcom decide dunque di dare il “via libera” ad un secondo capitolo, affidandolo però a un altro direttore dei lavori: il timone passa dunque a Shu Takumi che decide di stravolgere il sistema di gioco rendendo Dino Crisis 2 (classe 2000) un videogame molto più votato all’azione, una modifica che si sposa bene con il particolare tipo di nemici (dopotutto i velociraptor sono molto più veloci degli zombie…) e che viene promossa dalle recensioni.

Anche il pubblico apprezza e così il secondo episodio delle avventure di Regina diventa un altro best-seller per Capcom. Purtroppo è qui che le buone notizie per Dino Crisis terminano. Capcom prova a proporre una versione giocabile con pistola a fascio di luce pubblicando su PlayStation nel 2002  il pessimo Dino Stalker.

Peggio ancora, nel 2003 esce in esclusiva su Xbox Dino Crisis 3, disgraziata evoluzione della serie che sposta le avventure nell’anno 2458, su una stazione orbitale, proponendo un set di protagonisti non proprio memorabile e soprattutto basando il gameplay sull’uso di un jetpack che rende l’azione confusionaria e poco divertente.

Un disastro che rappresenta, a oggi, l’ultimo capitolo della serie, mentre varie voci di corridoio si susseguono a riguardo di un possibile reboot della serie sulla scia di quanto sta accadendo da anni con la serie di Resident Evil.

Che l’arrivo della next-gen sia la volta buona per far tornare in pista Regina e i suoi affamati velociraptor?

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