Sta per tornare su Switch, ma chi è e come è sopravvissuto per quasi quarant’anni il primo successo del papà di Mario e Zelda?
di Mattia Ravanelli© ign
Si dice che i gatti abbiano sette vite, ma secondo Nintendo anche un semplice scimmione come Donkey Kong ha dimostrato di saper sopravvivere agli ostacoli di una carriera digitale.
Il personaggio creato da Shigeru Miyamoto, universalmente riconosciuto come una sorta di Walt Disney dei videogiochi, ha debuttato nel 1981 in sala giochi, decretando il successo dell’allora misconosciuta etichetta giapponese. Sono passati quasi quarant’anni da quella prima avventura e DK, come viene identificato dal pubblico più affezionato, ha saputo rinnovarsi e reinventarsi più volte.
In un settore che non dimostra particolare originalità nella scelta dei titoli, Miyamoto e Nintendo hanno saputo in almeno due casi eccellenti prendere tutti in contropiede, soprattutto col senno di poi. Se in The Legend of Zelda il protagonista effettivo è Link e non la principessa il cui nome campeggia sulle copertine, l’avvio della storia di Donkey Kong lo ha visto interpretare il ruolo di nemico giurato dell’eroe vero e proprio… che altri non era se non Mario (inizialmente appellato semplicemente come “Jumpman”).
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Il debutto di Donkey Kong avviene attraverso una serie di giochi di piattaforme agli inizi degli anni ’80.
La prima fase della carriera di Donkey Kong lo vede comparire in cinque giochi a cavallo tra il 1981 e il 1983, tutte rielaborazioni dello stesso concetto: un gioco di piattaforme e saltellamenti a schermata fissa. Si parte con il già citato Donkey Kong e si arriva a Donkey Kong Jr. Math, passando anche per Donkey Kong II e 3, oltre che per il semplice (e irresistibile, anche in formato portatile con la versione per Game & Watch, gli scacciapensieri di un tempo) Donkey Kong Jr. Qui si esaurisce la prima fase della vita artistica del pelosissimo scimmione. Tutto finito? Neanche per scherzo…
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Su Super Nintendo Donkey Kong torna a ingurgitare banana con la trilogia di Donkey Kong Country.
Dieci anni dopo la collaborazione tra Nintendo e i già affermati (ma sconosciuti al grandissimo pubblico) studi inglesi di Rare dà vita a Donkey Kong Country. Questa volta la famiglia di DK, per l’occasione rielaborata stilisticamente per venire incontro alle esigenze degli anni ’90, è protagonista vera e indiscussa di una serie di tre giochi bellissimi da vedere e dall’innegabile qualità per quanto riguarda il game design. A ospitare la trilogia è il Super Nintendo, la console a 16 bit che non ne vuole sapere di abdicare ai nuovi ragazzacci tutti 3D di Sony (PlayStation) e, in parte, Sega (Saturn).
Se il Nintendo 64 è ancora là da venire, ci pensano Donkey e Diddy, Trixy e Cranky a tenere alta la bandiera a forma di banana. Donkey Kong Country è una serie di grande successo, che introduce l’ex prima stella di Nintendo a una nuova generazione, rimanendo nel cuore di milioni di giocatori. Arriveranno anche dei capitoli per Game Boy Color (Donkey Kong Land), mentre è di questi ultimi dieci anni il ritorno anche su Wii e Wii U, con il rilancio di Donkey Kong Country grazie prima a Returns (2010) e poi Tropical Freeze. Quest’ultimo arriverà nelle prossime settimane su Switch in una versione leggermente rivista e abbellita.
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Ritmo, salti e raffiche di pugni: Donkey Kong Jungle Beat arriva come un tornado su GameCube nel 2005!
Tolta la parentesi di Donkey Kong 64 (Nintendo 64, 1999), dove lo scimmione ripercorre le orme in 3D di Super Mario 64 ancora grazie a Rare, occorre nuovamente aspettare dieci anni per l’inizio della terza e più variopinta fase della vita di DK. Nel 2003 è la volta di Donkey Konga, un gioco musicale per GameCube da affrontare con un controller a forma di bonghi! La serie conterà tre uscite e, nel 2005, una sorta di spin-off che unisce ritmo e piattaforme. Il gioco è Donkey Kong: Jungle Beat, realizzato dalle menti che solo un paio di anni dopo avrebbero curato lo strepitoso Super Mario Galaxy. Si tratta a oggi di uno dei migliori giochi realizzati da Nintendo.
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Mario e Donkey Kong si danno agli enigmi cervellotici su 3DS e Wii U con Mario Vs. Donkey Kong: Tipping Stars.
Da quel momento DK si è preso meno pause, timbrando il cartellino con maggiore regolarità. Anche grazie a una serie minore, ma divertente e ingegnosa, come Mario Vs. Donkey Kong, poi evolutasi in Mario and Donkey Kong: puzzle, cervelli che fumano e giocattoli a molla, soprattutto su DS e 3DS, ma con una capatina anche su Wii U.
Quale sarà la prossima mossa del padre di tutti gli eroi di Nintendo? Per ora, come anticipato, tornerà con Donkey Kong Country Tropical Freeze, disponibile dal 5 maggio su Switch. Il futuro è ancora tutto da decifrare, ma è difficile supporre che Nintendo voglia regalare una pensione dorata (o giallo-banana) al suo bestione. Più facile che, per l’ennesima volta, riesca a tirare fuori un nuovo asso dalla manica, dopo essersi aggiustato la sua classica cravatta rossa.