In un cabinato per sale giochi del 1981 nacquero i due personaggi più rappresentativi della casa di produzione giapponese: ecco la storia del gorilla con la cravatta!
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Ve ne abbiamo parlato qualche settimana fa, di quella strana faccenda all’inizio degli anni ‘80 che portò alla nascita di Super Mario, l'idraulico più famoso della storia dei videogiochi. C’era di mezzo un inesperto Shigeru Miyamoto, con un progetto da reinventare dopo delle licenze andate a farsi benedire (Braccio di Ferro, nello specifico) e dei personaggi da far nascere all’improvviso.
All’italiano baffuto toccò il ruolo del buono, mentre a uno scimmione arrabbiato (e in vena di lanciare barili) quello del cattivo; il designer Nintendo scelse di chiamare questo antagonista “Donkey Kong”, per dare l’idea al pubblico americano che si trattasse di una creatura un po’ troppo cocciuta.
I colleghi oltreoceano apprezzarono: il nome rimase e divenne anche il titolo del videogioco in questione. Da lì, la storia dello scimmione è stata piuttosto atipica e ha coinvolto numerosi amici e parenti... primati.
Dopo aver tentato invano di rapire la bella Pauline (al tempo genericamente chiamata “Lady”), ripercorrendo inconsapevolmente le orme del cinematografico King Kong, il povero Donkey finì a suo volta in trappola: catturato da Mario (carpentiere, ancora non idraulico), spettò al figlio Donkey Kong Jr. liberare dalla gabbia il padre in Donkey Kong 2 (1982). Una volta tornato per le strade, il nostro cocciuto scimmione non trovò niente di meglio da fare che mettersi a rovinare il giardino a un certo Stanley, con Donkey Kong 3 (1983).
Per una vera e propria redenzione, dobbiamo aspettare il 1994 e il Super Nintendo, per trovare l’ormai leggendario Donkey Kong Country. La famiglia di primati sbarca nel Regno Unito, entra in casa Rare e cambia tutto: il designer Kevin Bayliss ridisegnò il protagonista, affibbiandogli la cravatta rossa con le iniziali che lo accompagna tutt’oggi. Il parentame si fece più ricco e definito, svelando anche qualche strano e inatteso retroscena.
Il vecchio Cranky Kong riserva, in particolare, una sorpresa. Identificato a volte come il bisnonno, altro come il nonno di DK, stando al manuale di istruzione di Donkey Kong Country altro non è che il Donkey originale. Sì, quello dispettoso che rapì Pauline, finì in gabbia e poi si divertì a devastare i giardini altrui. Albero genealogico (più o meno) definito e fedina penale pulita per il nuovo protagonista, tutto in una sola mossa!
Banane e barili sono comunque rimasti uno dei tratti distintivi dello scimmione Nintendo: i vari accessori sfruttati da Donkey, Diddy e compagnia hanno spesso le forme di quei simboli che accompagnano la famiglia Kong fin dagli esordi. Non c’è da stupirsi se anche la carriera musicale di Donkey Kong vada a incontrare questa bizzarra predilezione per le botti di legno: le sue percussioni, viste a partire da Donkey Konga (2004), altro non erano che dei barili trasformati in bong. Tradizionalmente, il buon DK ha rivestito il ruolo del “grosso” nei giochi in cui è comparso ed è, come ha a più riprese dimostrato nelle sue apparizioni nella serie Smash Bros., uno dei pesi massimi Nintendo e, nei titoli come Country (dove si alternano più protagonisti) a lui era riservato il ruolo più muscolare.
Oltre a poter vantare una serie di videogiochi che porta il suo nome, Donkey Kong ha all’attivo una lunghissima serie di comparsate: presenza fissa in Mario Kart e Mario Party e, in generale, è stato un ospite sempre gradito nei videogiochi sportivi dell’altra mascotte Nintendo. Un altro cameo “segreto” rimasto nella storia fu quello a fianco di Little Mac in Punch out. Oltre alle console e alle sale giochi, DK ha visitato spesso anche il grande e piccolo schermo: tra le ultime apparizioni ricordiamo il film d’animazione, marchiato Disney, Ralph Spaccatutto.
La storia del gorilla più amato dai videogiocatori è lunga e variegata, oltre a essere ben lontana dalla fine. È raro vedere un personaggio saltare dal ruolo di protagonista a quello di antagonista più volte nel corso della carriera, rimanendo comunque tra i preferiti degli utenti. Chissà quante altre volte dovrà reinventarsi, il nostro irascibile e testardo scimmione!