Ospite del Mega Drive di Sega, Jim divenne l'ennesima scommessa vinta del creatore di Aladdin (il videogioco!)
di Mattia Ravanelli© ign
Quando Earthworm Jim debutta nella sua prima versione, per il Mega Drive, la console di Sonic the Hedgehog e FIFA International Soccer, anche in Italia vince le attenzioni della stampa specializzata. Game Power, storico periodico dedicato al mondo delle console, gli dedica la copertina, accompagnata da un colpo di classe del caporedattore Giorgio Baratto: in copertina campeggia lo strillo “Il signore degli anellidi”.
Earthworm Jim in effetti e come lascia chiaramente intendere il nome stesso, è un lombrico. Un vermiciattolo che si è visto recapitare sulla testa (testa?) un’armatura futuristica, una tutona ultra-tecnologica che lo porta in un istante dallo strisciare tra i fili d’erba a esplodere colpi con la sua pistola a raggi che ricorda da vicino i giocattoli degli anni ’70. Dietro l’estetica riccamente sguaiata del gioco c’è Shini Entertainment, al suo primo gioco. Un nome che all’epoca dice poco, almeno fino a quando non si scopre che è l’etichetta fondata da Dave Perry, ex di Virgin Games già responsabile dei progetti di Aladdin (Disney), Mick & Mack Global Gladiators (McDonalds) e Cool Spot (7Up).
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Pistola a raggi o verme-lazo? In Earthworm Jim si spara, si salta e si ride.
Al suo primo gioco finalmente slegato da una qualsiasi licenza, Perry e i suoi colleghi si lasciano decisamente andare, affondando le mani nel mare di luoghi comuni dei videogiochi e dei cartoni animati per ragazzi. Il risultato è un gioco imperfetto ma dal carattere innegabile e trascinante, che negli Stati Uniti fa il pieno di nomination e premi. Il successo è tale da garantire immediatamente un seguito, catapultato velocemente verso i negozi già nel 1995.
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Lo stile di Earthworm Jim è evidentemente ripreso dai fumetti e dai cartoni animati dell'epoca.
Il gioco di debutto riprende lo stile e la struttura dei giochi di piattaforme e dei cosiddetti “run’n gun”, giochi d’azione in cui si salta almeno tanto quanto si spara ai nemici: da Ghosts’n Goblins a Earthworm Jim sono passati solo dieci anni (scarsi), ma all’epoca sembra che di mezzo ci siano stati una glaciazione e un paio di meteoriti. Oggi è più facile guardare a quel percorso e riconoscerlo come più netto e leggibile di quanto non paresse all’epoca. Certo, si passava dalla stramba ironia sottovoce giapponese alla sguaiatezza yankee, ma dopotutto la materia prima era all’incirca la stessa.
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Un verme sott'acqua? Questa volta non è su un amo, perlomeno!
Non solo una pistola a raggi, ma anche l’intero corpo di Jim si rivelava un’arma formidabile: col suo fare elastico si tramutava in una sorta di frusta à la Indiana Jones con cui aggrapparsi a elementi interattivi assortiti o perfetta per colpire i nemici. Tra mucche lanciate in orbita, corvi assassini e un cane sempre pronto a mordere le chiappe dell’eroe (non che le avesse, sia chiaro), Earthworm Jim entra velocemente nel cuore di un pubblico sempre più abituato a certe follie tipicamente “ninties”.
Solo pochi mesi fa Intellivision, che si appresta sorprendentemente a lanciare un suo sistema da gioco nel 2020, ha annunciato che un nuovo capitolo di Earthworm Jim è in fase di sviluppo, curato in esclusiva da parte del team originale. Non è dato sapere se Dave Perry si unirà alla festa: dopo essersi dedicato al sistema di gioco in streaming poi rivenduto a Sony e che è divenuta la base di PlayStation Now, è pressoché scomparso nel nulla. Piomberà in mezzo a noi come un frigorifero dal cielo? Appuntamento al 2020 (o al 1995).