Quindici anni fa prendeva tutti contropiede con un gioco retrofuturistico, oggi Wario si prepara al ritorno su 3DS
di Mattia Ravanelli© ign
Negli anni ’90 dei videogiochi, uno dei passatempi preferiti di designer e reparti marketing consisteva nel cercare ossessivamente di dare vita all’anti-Mario. O, perlomeno, di elaborare un personaggio degno almeno di un’unghia dei successi dell’idraulico salva-principesse di Nintendo.
Chi c’era si è visto passare davanti opossum ed elefanti vestiti da super eroi, formiche ninja e scoiattoli indiavolati. A spanne si può ragionevolmente dire che buona parte del regno animale sia stato saccheggiato dai creativi occidentali e orientali, spesso con risultati accettabili in termini di puro divertimento, ma piuttosto demoralizzanti per quanto riguarda il successo dei supposti paladini, confezionati per l’occasione. A un certo punto, semplicemente, hanno smesso tutti di provarci. Probabilmente perché impegnati a rincorrere il mercato che mutava e iniziava a sfornare giochi di guida e picchiaduro poligonali per le nuove console.
Così rimase lui, Mario, che il suo antagonista tutto sommato già lo aveva trovato da qualche anno. Non Sonic the Hedgehog, comunque il rivale di gran lunga più accreditato in questo senso, ma Wario. Una sola lettera a distanziarli sulla carta d’identità, non per nulla una “M” rovesciata (ma anche un gioco di parole costruito sul termine giapponese “warui”, qualcosa di simile a “malvagio”). A dargli quella forma così rotonda e quella risata da cattivo un po’ stupido dei cartoni animati è Hiorji Kyotake, designer al soldo di Nintendo. Perché, ovviamente, la concorrenza Mario se l’è vista consegnare direttamente sullo zerbino dal datore di lavoro. Il debutto ufficiale di Wario ferma il calendario all’ottobre del 1992, quando ricopre a tutti gli effetti il ruolo di minaccia numero uno in Super Mario Land 2: Six Golden Coins (Game Boy).
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Bisogna però far correre velocemente le lancette fino al 2003 per essere testimoni del momento di massimo splendore dell’anti-eroe, felicemente sovrappeso, dal naso che parrebbe tradire una simpatia per Bacco e con quell’insana (sicuri?) passione per il denaro. WarioWare Inc. Minigame Mania arriva come un fulmine a ciel sereno su Game Boy Advance. O forse sarebbe meglio dire come un debordante rutto, conoscendo il personaggio.
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In un mondo, quello dell’inizio del ventunesimo secolo, che non ha ancora conosciuto in maniera decisiva il gioco mobile, fatto inizialmente di esperienze tanto essenziali da rimandare alle sale giochi di Pac-Man di vent’anni prima, WarioWare è un esperimento difficile da leggere. Precede quel che verrà, ma lo fa volgendo lo sguardo all'indietro. Il cattivo ha messo in piedi una fabbrica, deciso a sfornare videogiochi di basso calibro per arricchirsi senza sudare poi troppo. Questo l’incipit, che si tramuta velocemente in: Wario viene risucchiato nei suoi stessi giochi e deve sopravvivere il più a lungo possibile.
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Prende così vita una serie di sfide da pochi istanti, in cui il giocatore è chiamato solitamente a premere solo un pulsante o poco più. La difficoltà sta nel capire nel giro di cinque secondi cosa il gioco stia chiedendo di fare in quel singolo caso (raccogliere una moneta? Evitare di essere schiacciati da una scarpa gigante? Riparare dalla pioggia un gattino?)… e poi di riuscire a farlo. Siamo dalle parti dei Game & Watch, citazionismo spinto per una Nintendo che si arrotola su se stessa in maniera più compiaciuta che mai. La formula funziona anche perché è generosamente irrorata di quella follia e di quella sana idiozia tutta giapponese che non si preoccupa di portare nasi scaccolati, peti assortiti e quanto altro su schermo.
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Da quel gioco nasce una serie, che continua con successo sullo stesso Game Boy Advance e poi su Nintendo DS e Wii. Spesso e volentieri mettendo in luce un’abilità e un’eleganza nel design delle prove che ha pochi pari, per l’occasione concentrandosi su sistemi di interazione differenti. I sensori di movimento interni alla cartuccia in Wario Ware Twisted!, il touch screen del Nintendo DS o il telecomando Wii della console bianca dei miracoli.
Il 27 luglio Wario Ware Gold porterà un’ampia selezione dei minigiochi provati nei tanti capitoli della saga, assieme ad altre “missioni” realizzate per l’occasione. Trecento modi di farsi raggirare e, ancora meglio, un buon motivo per tornare a giocare con il Nintendo 3DS, la console portatile di Nintendo che, dopo aver venduto settanta milioni di unita in sette anni, non vuol sentire parlare di pensione.