Il settimo capitolo arriverà su Switch, solo in Giappone, grazie al gioco in streaming. Ma in passato…
di Mattia Ravanelli© ign
In questi giorni Capcom, storica etichetta giapponese attiva fin dagli anni ’80, ha annunciato che Resident Evil 7 verrà pubblicato anche su Nintendo Switch. Il gioco, disponibile dall’inizio del 2017 per PlayStation 4, Xbox One e PC, sarà messo a disposizione del pubblico di Switch grazie a uno stratagemma curioso. Sarà infatti possibile giocarci in streaming, ricevendo di fatto le immagini di gioco e comunicando a un server gli input. Risultato? Non saranno i “muscoli” della console Nintendo a dover elaborare i calcoli in tempo reale, probabilmente troppo esigenti per le sue specifiche hardware.
Difficile che lo stesso possa accadere anche in Europa e soprattutto in Italia, dove manca una diffusione sufficiente della banda larga, tale da consentire un passaggio di dati tanto imponente ed essenziale a rendere perfettamente giocabile Resident Evil 7. Ed è lo stesso motivo per cui da queste parti non è disponibile nemmeno PlayStation Now, il servizio di Sony per PlayStation 4 che si affida alla stessa filosofia di fondo.
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Shigeru Miyamoto (a sinistra) di Nintendo e Shinji Mikami di Capcom al momento dell'annuncio: Resident Evil si trasferisce su GameCube.
Tutto questo fa però ritornare con la mente a un periodo diverso, in cui Capcom provò nuovamente ad allearsi con Nintendo, recuperando idealmente quel tipo di rapporto che aveva portato a tanti successi su NES e Super Nintendo. Un “amore” incrinatosi nell’epoca della prima PlayStation, quando la casa con sede a Osaka scelse proprio la console Sony per dare vita ad alcuni dei suoi giochi di maggior successo. Tra cui, per l’appunto, Resident Evil.
Il 13 settembre 2001, ad appena 24 ore di distanza dall’arrivo nei negozi (solo in Giappone) di GameCube, l’allora nuova console di Nintendo, Capcom organizzò una conferenza stampa in cui comunicò una decisione storica: la serie di Resident Evil avrebbe proseguito le sue avventure in esclusiva per il mondo Nintendo. Non solo: sotto gli occhi di Shigeru Miyamoto, ospite d’eccezione, Shinji Mikani, padre di Resident Evil, svelò che i primi tre capitoli della saga sarebbe stati portati proprio su GameCube. L’idea era di trovare una nuova casa agli orrori perpetrati dalla malefica Umbrella.
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Resident Evil 0: un prequel e due nuovi protagonisti per la serie.
Il piano era semplice: nel 2002 il tutto avrebbe preso il via con un vero e proprio remake del primo capitolo, oltretutto costituendo a ogni effetto il primo vero remake della storia dei videogiochi. A quello sarebbero seguite le conversioni pure e semplici del secondo e del terzo capitolo, a cui si sarebbero aggiunti due capitoli inediti entro il 2005: Resident Evil 0, già in sviluppo per Nintendo 64 e soprattutto l’attesissimo Resident Evil 4, i cui lavori erano cominciati addirittura nel 1999… incontrando infiniti problemi e ripartenze da zero.
Tutto quanto detto effettivamente avvenne: il remake, pubblicato nella primavera del 2002, fu un vero e meritatissimo successo, le due conversioni servirono per colmare il gap di chi non aveva vissuto la serie in casa PlayStation e alla fine del 2002 fu anche la volta dell’interessante Resident Evil 0. Tutto sembrava procedere per il meglio, preparando la strada alla portata principale, il promettentissimo Resident Evil 4. Che venne pubblicato in tutto il mondo nei primi mesi del 2005, tra gli applausi della critica e del pubblico.
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Viewtiful Joe, uno dei "fantastici cinque" di Capcom per GameCube... ma arrivò anche su PlayStation 2.
Ma qualcosa, nel frattempo, era cambiato. Un passo indietro: nell’autunno del 2002 Capcom e Nintendo annunciano un nuovo accordo, che avrebbe dovuto consegnare al GameCube ben cinque giochi inediti, inizialmente proposti come esclusive assolute. Tra questi compariva Resident Evil 4, ma anche P.N.03, il nuovo esperimento di Mikami, Viewtiful Joe, un picchiaduro a scorrimento assurdo e stilosissimo, Dead Phoenix, un progetto purtroppo cancellato durante la fase di sviluppo e infine killer7, unico titolo realizzato esternamente (dal piccolo studio Grasshopper), pur sotto la supervisione di Mikami. Tutto bene? Non proprio: il 1° novembre 2004, a qualche mese dall’arrivo nei negozi del gioco per GameCube, Resident Evil 4 venne annunciato anche per PlayStation 2. I numeri fatti segnare dalle vendite del GameCube erano troppo timidi per consentire a Capcom di mantenere la parola data, evidentemente. L’avventura sarebbe arrivata alla fine dell’anno successivo, lasciando alla versione GameCube qualche mese di esclusiva. Ma va da sé che chiunque stesse pensando di acquistare il GameCube solo per Resident Evil 4, si guardò bene dal farlo… rimanendo felicemente in attesa del gioco per la sua PlayStation 2.
Secondo voci di corridoio a cui non è difficile credere, quanto accaduto minò per anni il rapporto tra Capcom e Nintendo. Non sarà probabilmente questa curiosa “conversione” di Resident Evil 7 a ripianare ogni torto, ma è comunque interessante scoprire in che modo si stiano provando a oltrepassare i limiti tecnologici della console ibrida di Kyoto.