Festeggiamo il trentesimo anniversario dello sparatutto creato da id Software, uno dei videogame più apprezzati nel panorama retrogaming
© Ufficio stampa
Trent’anni. Tanto è passato da quel dicembre del 1993, quando id Software (allora già sulla cresta dell’onda per il suo Wolfenstein 3D) scatenò sui "personal computer" dell'epoca il suo nuovo gioco, uno sparatutto in prima persona violentissimo intitolato DOOM. Un progetto che, inevitabilmente, sarebbe riuscito a stravolgere il mondo dei videogame, diventando uno dei titoli retrogaming più amati di sempre.
Appena qualche anno prima, la software house di John Romero e John Carmack aveva già dato un bello scossone al mondo dei videogiochi con il succitato Wolfenstein 3D, un altro classico del retrogaming, il primo sparatutto in prima persona a raggiungere un successo planetario.
© Ufficio stampa
Con i suoi corridoi completamente (e finalmente) ricoperti di texture e un motore grafico snello e versatile, Wolfenstein 3D è stato un best-seller che ha indicato come il modello di vendita "shareware" fosse una buona strada da seguire. In pratica, una parte del gioco veniva distribuita gratuitamente tramite riviste o attraverso le primissime banche dati online (le cosiddette BBS) per i pochi utenti già muniti di modem: chi voleva acquistare l’intero gioco poteva farlo semplicemente ordinandolo direttamente alla software house.
Una formula che id Software ha applicato anche al nuovo gioco, lanciandone il primo capitolo (composto da tre livelli) gratuitamente. Tanto bastò per dare immediatamente l’idea della qualità del suo nuovo gioco (già ampiamente oggetto di anteprime sulle riviste specializzate) e a crearci subito attorno un’aura leggendaria. DOOM prendeva tutti gli spunti e le intuizioni che hanno reso grande Wolfenstein 3D, espandendole in modo organico e articolato. Più veloce, frenetico e intenso, il gioco è riuscito comunque a mantenere la formula di uno sparatutto in prima persona accessibile e squisitamente "arcade", con un sistema di controllo semplice e un’azione immediata.
© Ufficio stampa
A renderlo memorabile ci si mette un motore grafico inedito che abbandona i livelli piatti e squadrati di Wolfenstein 3D per offrire pareti oblique e pavimenti su più piani, un netto passo in avanti verso un motore completamente tridimensionale (ma per quello, in casa id Software, dovremo attendere il 1996 con "Quake") e soprattutto qualcosa di mai visto per complessità e fluidità sui PC dell’epoca, dove altri videogame simili nati sulla scia di Wolfenstein 3D risultavano spesso e volentieri un po’ claudicanti.
Ciliegine sulla gustosa torta un arsenale vario e divertente da usare (che includeva una pratica motosega e l'inconfondibile cannone BFG 9000) e una patina horror applicata a una storia di fantascienza, con una fusione ottima di ambienti alieni e creature demoniache per dare vita alla più disastrosa gita su Marte mai raccontata.
© Ufficio stampa
Non solo: il gioco includeva un articolato supporto alle partite multiplayer, risultando fondamentale motore per il fenomeno dei cosiddetti "LAN-Party" e per lo sviluppo del gioco online. DOOM è un successo immediato: così, alla versione shareware segue un’edizione "in scatola" caratterizzata da livelli aggiuntivi. Nel frattempo, id Software si mette al lavoro per fornire sia strumenti utili a realizzare livelli aggiuntivi e modifiche - spalancando le porte alla scena delle cosiddette "mod" - sia per portare DOOM su altre piattaforme.
Ecco dunque che negli anni lo sparatutto arriva sui più svariati sistemi da gioco, da SNES alla prima PlayStation, passando per qualche edizione decisamente particolare come l’apprezzato DOOM64 per Nintendo 64 (con mostri e livelli inediti e un pizzico di tridimensionalità extra applicata ai nemici). Prima di passare allo sviluppo della prossima evoluzione degli sparatutto (il già citato Quake), id Software pubblica anche un seguito diretto, ovvero DOOM II del 1994, mentre con lo stesso motore grafico altre software creano due titoli di matrice fantasy come Heretic e Hexen.
© Ufficio stampa
Bisognerà aspettare ben dieci anni per avere, nel 2004, un terzo capitolo, semplicemente intitolato DOOM III e caratterizzato da un motore grafico ancora più evoluto. La saga è poi tornata prima con il bellissimo (e omonimo) reboot del 2016 e poi con il più recente seguito DOOM Eternal nel 2019. Ora che il franchise è nelle mani di Microsoft, è lecito attendersi che la saga sparatutto possa continuare a rinnovarsi, ma come? Gli appassionati del genere non vedono l'ora di scoprire ciò che id Software ha in serbo per loro.