Trentacinque anni fa, il letale guerriero giapponese realizzato da Sega diventava una leggenda dei videogame
© IGN
In una rubrica dedicata al retrogaming è inevitabile che, periodicamente, spunti uno dei classici targati SEGA, regina delle sale giochi durante gli anni '80 e buona parte degli anni '90. Dopo gli immancabili Wonder Boy in Monster Land, Sonic the Hedgehog e Out Run, a questi storici videogame possiamo aggiungere un altro importante esponente delle produzioni dell'azienda nipponica, ovvero il dinamico Shinobi del 1987.
In un periodo in cui i ninja erano particolarmente popolari e in sala giochi si aggirava una buona quantità di giochi d’azione bidimensionali come Contra e Rolling Thunder, venne probabilmente naturale per il colosso giapponese unire i due trend e dare vita così a un videogame apparentemente banale ma di sicuro fascino e qualità.
© IGN
I giocatori vengono calati nei mimetici panni di Joe Musashi, un ninja inviato dal proprio clan a liberare i figli dei propri associati, rapiti dall’organizzazione criminale Zeed. In ogni livello del gioco dovremo dunque salvare gli urlanti rampolli e solo successivamente raggiungere l’uscita: un compito non facile, dal momento che Zeed schiera contro di noi tutte le sue letali forze, da semplici soldati a pericolose macchine da guerra, senza contare qualche zombie che ci sta sempre benone. Non mancano i classici boss alla fine dei livelli, che spaziano da un colossale ninja sputafuoco a elicotteri da guerra, in quello che sembra un terrificante mischione di avventure orientali e film d’azione più squisitamente hollywoodiani.
A livello di puro gameplay Shinobi non si discosta molto dal già citato Rolling Thunder di Taito offrendo azione bidimensionale con Joe che cammina, salta e si accuccia attraverso i cinque livelli a scorrimento multi-direzionale. Il gioco introduce qualche interessante novità quando si analizzano le interazioni coi nemici: Joe può infatti fare affidamento su una scorta infinita di shuriken (le "stelline" da lancio) ma quando si avvicina a distanza di corpo a corpo con un avversario può anche esibirsi in pratici calcioni o colpi di spada che di solito eliminano il malcapitato in un istante.
© IGN
Da notare che il contatto con la maggior parte dei nemici non risulta inoltre letale per Joe, smontando quella che fino ad allora era praticamente una tradizione: sono solo i colpi sferrati dai nemici a infliggere danni al nostro ninja, per cui balzare su un avversario per spostarlo può essere persino usato a nostro vantaggio in alcuni frangenti. Infine, oltre a poter fare affidamento su una pratica pistola ottenibile salvando specifici ragazzini, Joe è anche in grado di scatenare le sue tecniche ninja su tutto lo schermo attivando delle preziose pergamene che funzionano in pratica da smart-bomb. Non mancano eventi bonus in cui, tramite una prospettiva in soggettiva, tocca crivellare di shuriken i ninja in lontananza.
Shinobi è un grande successo in sala giochi e diventa un best-seller nel 1987, con una diffusione enorme anche in Italia che lo porta a essere praticamente ovunque. Tale successo spinge ovviamente SEGA a convertire il gioco anche per la sua console da casa - in quegli anni il SEGA Master System a 8 bit - per quale Shinobi diventa uno dei titoli più venduti. Non mancano infine conversioni per altri sistemi tra le quali quella decisamente pregevole per Commodore 64.
© IGN
Shinobi e il suo ninja diventano rapidamente elementi importanti per la casa nipponica, che negli anni produrrà diversi seguiti tra cui l’ottimo Shadow Dancer - dove al protagonista si affianca un pericoloso cane ninja bianco - e il bellissimo Revenge of Shinobi per SEGA Mega Drive, spesso reputato l’apice della serie.