Dopo lo Star Wars Day, ripercorriamo insieme la genesi dei simulatori spaziali firmati dalla storica software house
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Il 4 maggio si è festeggiato lo Star Wars Day, giorno in cui gli appassionati di Guerre Stellari celebrano l'universo creato da George Lucas. Anche noi di Mastergame vogliamo ricordare la saga nella nostra rubrica dedicata al retrogaming, sebbene pescare tra gli oltre cento videogiochi basati su Star Wars non sia certo semplicissimo. C’è lo storico gioco arcade del 1983, coi suoi poligoni vuoti ma che all’epoca ci sembravano dettagliatissimi. Ci sono i capitoli per Super Nintendo che alternavano fasi da platform game ad altre a bordo dei famosi mezzi della serie. Ci sono i due episodi di Knights of the Old Republic di Bioware, parti di una trilogia incompiuta che ha contribuito a far nascere la serie di Mass Effect. Probabilmente ognuno ha il suo videogame di Star Wars preferito.
Il 1993 però è una data particolarmente importante per i videogiocatori che apprezzano l’universo di Guerre Stellari perché finalmente possono mettersi per bene seduti nella cabina di pilotaggio di un caccia stellari. E sì, perché la Forza e le spade laser sono cose belle, ma gli X-Wing sono tutta un’altra cosa, con le loro ali ad assetto variabile e l’alloggiamento per piazzare il povero droide di turno.
Nel 1993 arriva Star Wars: X-Wing, il simulatore di battaglie spaziali firmato da LucasArts e progettato dall’esperto di videogame tridimensionali Lawrence Holland.
Un gioco importante non solo per come riesce a portare su PC l’epicità e il dinamismo delle battaglie spaziali di Star Wars, coi Tie-Fighter che sfrecciano emettendo il classico “urlo” e i nuguli di laser colorati, ma anche per il fatto di riuscire finalmente a proporre una grafica interamente poligonale - laddove il rivale Wing Commander si affidava ancora ad elementi bidimensionali.
Oltre a un motore grafico all’avanguardia che sfrutta a dovere i processori e le schede video più potenti disponibili all’epoca, Star Wars: X-Wing propone una campagna single-player ben integrata nell’atmosfera di Guerre Stellari e ricicla la bella colonna sonora cinematografica per accontentare anche le orecchie dei fan.
Il gioco è un grande successo commerciale e di critica, al punto che LucasArts lavora a delle missioni aggiuntive e mette poco dopo in sviluppo un seguito che si rivela essere l’eccellente Star Wars: Tie Fighter, altro simulatore spaziale che oltre a permetterci di pilotare finalmente gli urlanti caccia imperiali potenzia il motore grafico aggiungendo un impressionante - per l’epoca - Gourard Shading che ammorbidisce i poligoni e fornisce al videogame una grafica mai vista prima in un gioco di questo genere. Tra l’altro lo stesso anno - il 1994 - lo stesso Star Wars: X-Wing viene riproposto col motore grafico di Tie Fighter, in un’edizione speciale a costo ridotto.
Non restava che fare una semplice cosa, ovvero unire i due giochi in uno solo e così avvenne nel 1997 con l’arrivo di Star Wars: X-Wing VS Tie Fighter, un terzo capitolo della serie interamente dedicato al multiplayer che propone sfide per gruppi di otto giocatori distribuiti tra le forze ribelli e quelle imperiali: una “svolta” non proprio gradita da pubblico e critica, al punto che pochi mesi dopo LucasArts lancia sul mercato un data-disk contenente ben due campagne single-player, una per ciascuna fazione.
Il 1999 vede l’uscita dell’ultimo capitolo di questa serie di simulatori spaziali ad opera di LucasArts, con l’arrivo di Star Wars: X-Wing Alliance, un gioco che stavolta non si dimentica di una corposa campagna single-player proponendo al tempo stesso numerose modalità multi-giocatore e persino un editor di missioni: un po’ la summa dell’esperienza maturata in questi anni dal team di sviluppo che viene premiata da ottime recensioni e vendite solamente discrete.
L’epoca dei grandi sparatutto spaziali come Wing Commander e X-Wing giungeva infatti al termine e la stessa LucasArts si sarebbe concentrata di lì a breve su vari altri generi per i suoi titoli a base di Guerre Stellari, iniziando tra l’altro a spostare la sua attenzione sul mercato delle console, dove ad esempio i due Star Wars: Starfighter (1999) e Star Wars: Jedi Starfighter (2001) propongono nuovamente battaglie spaziali in una salsa decisamente più “arcade”.