RETROGAMING

Tutti i dossi e i colori di Buggy Boy

Era il 1985 quando Taito e Tastumi ci mettevano alla guida di una coloratissima buggy in un grosso cabinato con tre schermi. E fu subito amore a tutto gas

11 Set 2020 - 15:37
 © IGN

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Gli anni ‘80 sono pieni zeppi di racing-game memorabili che popolavano le nostre sale giochi e le riempivano di rombi di motori, spesso grazie a grossi cabinati dedicati. In particolare nel 1985 fece la sua comparsa in sala un grosso coin-op caratterizzato da un abitacolo con volante, marce, pedali e ben tre schermi per mostrare la strada. Si trattava di Buggy Boy, un colorato gioco di corse su sterrato - un tema tutto sommato poco usato all’epoca - che aveva per protagonista una colorata e arrotondatissima buggy.

Il gioco è sviluppato dalla giapponese Tatsumi Electronic, una software house non proprio notissima ma che grazie a questa specifica opera si ritaglia un angolino nell’olimpo dei team da ricordare e celebrare. Sì, perché in effetti Buggy Boy, al di là dell’impressionante setup, è un gioco di corse davvero ben fatto e divertente, di quelli approcciabili da chiunque ed insospettabilmente profondi.

La struttura è quella classica del racing-game arcade a tempo, con la possibilità di selezionare cinque diversi circuiti da affrontare. Quello che rende Buggy Boy unico è però il set di caratteristiche inedite introdotte dagli sviluppatori per sottolineare (e sfruttare) la particolare natura dei veicolo usato nel gioco: le piste sono infatti disseminate di ostacoli da evitare, come rocce, steccati o alberi, mentre altri elementi come tronchi o dossi consentono alla Buggy di balzare in aria.

Inoltre in alcuni passaggi è possibile correre sui dossi a lato della strada e con alcune manovre si può persino rimanere un po’ su due ruote. La presenza di porte colorate sparse per tutto il percorso e la suddetta capacità di compiere un minimo di acrobazie sono tutti elementi consentono di racimolare punti extra durante la gara, rendendo così ogni corsa davvero molto intensa. Una miscela di elementi che dona a Buggy Boy un feeling tutto suo e che è risultato particolarmente apprezzato da critica e pubblico.

Se n’è accorta la sempre attenta Taito che lo ha distribuito in tutto il mondo in quantità decisamente corpose. Il successo di Buggy Boy ha anche portato il produttore a crearne una versione con cabinato “ridotto”, munito di un singolo schermo (e col gioco dunque adattabile anche ad altri cabinati pre-esistenti) per massimizzarne la diffusione.

Col grande successo in sala giochi arrivano, immancabili, anche le conversioni per sistemi da casa, limitate però ai computer: Amiga, Atari ST, ZX Spectrum, Amstrad CPC e Commodore 64 ricevono tutti la loro dose di Buggy Boy e a spuntarla sembra essere proprio il computer 8 bit di casa Commodore.

La versione per Commodore 64 del gioco riceve infatti numerosi riconoscimenti dalla stampa e resta uno dei migliori racing-game pubblicati per il sistema. Un peccato, dunque, che dopo tanto successo il gioco non abbia ricevuto un seguito: la corsa della buggy di Tatsumi termina infatti col primo, indimenticato episodio.

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