Su Switch dal 5 ottobre, il nuovo Mario Party è un festival di coloratissimi mini-giochi, tutti da scoprire con amici e parenti
di Luca Fabbri© ign
Se siete il genere di persona che non si prende troppo sul serio e non disdegna, all’arrivo dei primi freddi, le serate a tombola o a Trivial Pursuit, dovreste dare una possibilità a Super Mario Party. Questo folle gioco dell’oca a tema mariesco, pensato per le famigliole, rende più variegato il parco di esclusive di Nintendo Switch, tra le quali, a ben vedere, mancava l’opera che, per immediatezza e coinvolgimento, riuscisse a sottrarre le nonne alle repliche dell’Ispettore Derrick, trascinandole, loro malgrado, davanti alla console con i nipoti. Super Mario Party, ennesimo capitolo di una serie che tira avanti da vent’anni, colma il vuoto.
Selezionato il personaggio all’interno di una rosa di vecchie glorie e scelto il livello di difficoltà, chiunque conosca la saga di Mario Party si troverà immediatamente a suo agio. La modalità principale è il classico il gioco dell’oca rivisitato da Nintendo: quattro personaggi - eventualmente controllati da altrettanti amici con un Joy-Con a testa - tirano a turno un dado per spostarsi all’interno di contorti, assurdi e coloratissimi tabelloni, tutti da scoprire e da sbloccare. Vince il concorrente che al termine di un minimo di 10 e un massimo di 20 turni, ha collezionato più stelle, comprandole da Toadette in cambio di moneta sonante. L’oro si accumula, anzitutto, finendo sopra a una casella della plancia: quelle blu portano in dote tre monete, le rosse ne fanno perdere altrettante.
Semplice? Neanche un po’. Un mare di variabili condiziona ogni partita e bastano pochi minuti per rendersi conto di quanto Super Mario Party rifugga il concetto di meritocrazia: basti pensare, ad esempio, al posizionamento casuale di Toadette, che dopo aver venduto una stella al primo che paga il dovuto, potrebbe decidere di piantare le tende dalla parte opposta del tabellone, magari proprio accanto allo sfidante più incapace, il quale si troverebbe, di colpo, in rimonta. A seconda del punto in cui si finisce può accadere di tutto: c’è la casella, ad esempio, che aziona il tubo che porta in un’altra zona della mappa o il riquadro che permette di arruolare un altro personaggio, con la conseguenza che si procede tirando due dadi. In alcuni spazi poi troveremo un forziere che racchiude oggetti speciali, come funghi in grado di far avanzare ulteriormente o dadi extra. Già, i dadi: oltre a quello tradizionale con numerazione da uno a sei, ce ne sono di speciali, come i dadi “personali” dedicati a un personaggio, tutti da sbloccare e provvisti di caratteristiche uniche. Per intenderci, con il dado di Tantatalpa potremo all’occorrenza sostituire le caselle da percorrere con monete, col risultato che non finiremo mai in bolletta.
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Ma una partita a Mario Party non potrebbe definirsi tale senza uno tsunami di mini-giochi, principale fonte di divertimento e di guadagno: alla fine di ogni turno ne dovremo affrontare uno per accedere a monete extra. Super Mario Party è plastica dimostrazione di come a Kyoto non abbiano mai smarrito una delle merci più rare nell’odierna industria: la fantasia. È incredibile come gli sviluppatori siano riusciti a tirar letteralmente fuori il sangue dalle rape: gli ottanta minigiochi - suddivisi in sfide tutti contro tutti, uno contro tre, due contro due e di gruppo - che compongono il pacchetto sfruttano come nessun titolo finora uscito per Switch tutte le funzionalità dei Joy-Con, dai sensori di movimento alla vibrazione. Qualche esempio? In Dadoburger il controller va impugnato come se fosse il manico di una padella e, quando il telecomandino vibra leggermente, significa che il dado di vitello a schermo è cotto a puntino, e allora bisogna farlo saltare per cuocerlo dall’altro lato sollevando il Joy-Con. Nel divertentissimo Lotta per la foto un Koopa con una reflex immortala il momento: prende più punti chi, tra gomitate e spintoni, alla fine occupa più spazio di tutti nell’istantanea.
I minigiochi sono i veri protagonisti di tutte le altre modalità disponibili. Minigiocathlon e Sfida di pannelli offrono gradite varianti sul tema: nella prima si compete - anche online, purché, ovviamente, si sia sottoscritto il relativo servizio a pagamento - per ottenere il punteggio più alto in un filotto di cinque minigiochi. Nella seconda invece vince chi riesce a occupare la porzione più estesa di un tabellone quadrato: gli spazi vengono assegnati in base alle vittorie ai minigiochi e al posizionamento delle caselle conquistate. In Palco del Ritmo si avvertono le influenze dell’era Wii e, non a caso, le sfide presenti nella sezione sfruttano al massimo i controlli di movimento. Si tratta di minigiochi ritmici, che, a partire dal livello di difficoltà medio, ossia “remix”, diventano particolarmente impegnativi.
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Prendete, ad esempio, Coreografie di gruppo: stando in piedi bisogna mettersi in posa e mimare, impugnando i Joy-Con, i movimenti che compie un personaggio. Nella modalità Acque selvagge conta solo il gioco di squadra: dovremo scendere per le rapide di un fiume, muovendo i telecomandini come se fossero un remo e bisogna imparare a coordinarsi con gli altri concorrenti, perché quando il tempo scade, la spedizione si conclude. Durante il tragitto conviene tenere gli occhi aperti per scoprire percorsi nascosti, evitare le minacce della fauna ittica e, soprattutto, per far scoppiare palloncini partecipando ai minigiochi di tipo cooperativo, che mettono in palio preziosi secondi extra in base alla prestazione. La Sala dei Giocattoli di Toad, infine rappresenta senza dubbio la componente più sperimentale del pacchetto, ma anche la meno immediata: si tratta di una manciata di mini-giochi diversi da tutti gli altri, che permettono di utilizzare Switch in modi estremamente creativi. In Mini Baseball appoggiando la console sul tavolo la telecamera riprende la mezzaluna di gioco dall’alto; se, addirittura, si dispone di due macchine, una riproduce la visuale del lanciatore e l’altra del battitore. In Banana Split si gioca con due Switch affiancate e occorre ricostruire le immagini di banane divise fra i due schermi nel minor tempo possibile.
Tirando le somme, vien fin troppo spontaneo, sulle prime, abbandonarsi dolcemente alla corrente di Super Mario Party. Eppure dopo qualche ora di gioco, l’approccio quantitativo seguito dagli sviluppatori mostra qualche cedimento: non tutti i mini-giochi divertono e, soprattutto, la stragrande maggioranza di essi si rivela completamente priva di profondità, non esistendo la benché minima curva di apprendimento. Alcune attività risultano troppo semplicistiche - come Tiro alla fune, che si risolve in una bieca ripetizione di un tasto, riportando i più attempati ai tempi dei traumi al pollice davanti a Track and Field - altre, invece, semplicemente non funzionano. Corsa rotolabarile, per dirne una, sarebbe pure carina ma il rilevamento dell’inclinazione del Joy-Con è fin troppo impreciso. Ecco, forse ciò che più definisce Super Mario Party è “carino”, aggettivo che può, in effetti, riferirsi al 90% dei giochini. Manca però la bomba, l’intrattenimento che giustifichi ore e ore davanti alla console.
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In conclusione riteniamo che Super Mario Party sia un’esplosione di creatività e colori. Esteticamente parlando il prodotto è curatissimo e appagante, tutto scorre alla perfezione, fermo restando che per far girare a dovere una produzione del genere non sono certo richiesti miracoli tecnici. La varietà delle situazioni impressiona e per un paio d’ore il parentado può divertirsi tra risate e sfottò. Fino a quando qualcuno non chiederà di tornare alla tombola, si intende.
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo provato Super Mario Party grazie a un codice per il download fornito da Nintendo. La prova è avvenuta collegando Nintendo Switch a un televisore LG da 60 pollici Ultra HD 4K e anche sfruttando la console in modalità da tavolo.
Può piacere a chi…
… si annoia con i soliti giochi di società e ha voglia di qualcosa di originale
… adora i titoli "caciaroni" da giocare in gruppo
… onosce la serie Mario Party e si è sempre divertito
Potrebbe deludere chi…
… non ha amici o parenti con cui giocare e preferisce i giochi in single player
… si stufa subito quando i videogiochi sono un po’ "infantili"
… non ama i giochi di società tradizionali, figuriamoci quelli videoludici
Super Mario Party è un gioco adatto a un pubblico di tutte le età.