La scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie non le ha mandate a dire: "Non ho pazienza per questo genere di ignoranza"
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"Ci sono delle librerie in Nigeria?". Questa la domanda rivolta da un giornalista francese alla scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie, in visita la scorsa settimana a Parigi, che ha suscitato forti proteste in Nigeria. "Credo che questa domanda offra un'immagine negativa dei francesi", è stata la piccata risposta dell'autrice. Sui social media la giornalista è stata accusata di "razzismo" e di "pregiudizi" sulla Nigeria e sull'Africa.
Statement from her official facebook page... pic.twitter.com/E6O3VBm5pN
— Chimamanda Ngozi Adichie (@Chimamandabook) 28 gennaio 2018
La risposta della scrittrice - "I miei libri sono letti in Nigeria. Sono studiati nelle scuole, e non solo in Nigeria, ma in tutto il continente africano", ha sottolineato Chimamanda Adichie. La domanda "Ci sono librerie in Nigeria - ha proseguito - legittima un'ignoranza deliberata, noiosa, indiscriminata e radicale sull'Africa. E io non ho pazienza per questo genere di ignoranza".
"Se la domanda fosse stata 'è difficile avere accesso ai libri' oppure 'i libri sono a buon mercato', sarebbe stato diverso e avrebbe meritato un dibattito", ha aggiunto la scrittrice nata e cresciuta in Nigeria che ora vive negli Stati Uniti. "Forse i francesi non possono davvero immaginare la Nigeria come un luogo che può avere librerie - ha aggiunto - e questo, nel 2018, nella nostra era di interconnessione e di internet è una vergogna".