Esclusivo

"Ho perso mia figlia in un campo in Libia", la storia toccante di Adigraa

A Quarta Repubblica, il nuovo programma di approfondimento di Rete 4 dedicato a politica e economia, il reportage dai campi profughi Unhcr del Niger dove i prigionieri vengono torturati

04 Ott 2018 - 15:01
 © web

© web

Torturati, picchiati e violentati: non c’è differenza tra uomo o donna. Succede nei centri di detenzione per profughi del Niger, gli stessi da cui l’Unhcr, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, cerca di salvarli. “Ho perso mia figlia in Libia. Era malata ed è morta” dice Adigraa, una donna sudanese fatta prigioniera anche lei nello stesso campo, intervista ain esclusiva da Quarta Repubblica.

Adigraa era riuscita ad arrivare ‘illesa’ fino a Sabrata, città romana affacciata sul Mediterraneo, dove sperava di curare la piccola figlioletta malata. Dopo essere state catturate, la bambina è stata lasciata morire, mentre lei veniva violentata quasi ogni giorno da uomini diversi. Il suo calvario è durato 9 mesi, durante i quali ha più volte tentato il suicidio. "Le donne - racconta un ragazzo - prima di mettersi in viaggio si iniettano anticoncezionali che durano 8 mesi per evitare di rimanere incinta durante le violenze".

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri