Revocati i titoli onorari al biologo, padre del DNA. Gli scienziati prendono le distanze: “Non ci sono prove per queste affermazioni”
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“C’è una differenza tra il quoziente intellettivo dei neri e quello dei bianchi. E la differenza è genetica”. Sono queste le affermazioni che hanno scatenato la polemica sul biologo novantenne, premio Nobel per la medicina nel 1952, James Watson. Durante una trasmissione dell’emittente statunitense Pbs, lo scienziato è tornato sulle frasi razziste che già nel 2007 gli erano costate l’allontanamento da qualunque incarico operativo nel suo storico laboratorio.
Il biologo, divenuto famoso insieme al collega Francis Crick per la scoperta della forma ad elica del Dna che gli valse il Nobel, ha affermato di non aver cambiato idea rispetto al 2007, quando per la prima volta affermò che i neri erano meno intelligenti dei bianchi. Nonostante Watson decise in quell’occasione di ritrattare, da quel momento in poi, la sua carriera è cambiata. Lui stesso ha ammesso di aver avuto problemi finanziari che l’hanno costretto a vendere anche la medaglia del Nobel.
Anche questa volta, però, la reazione della comunità scientifica è stata immediata. Tutti hanno preso le distanze dalla provocazione di Watson che non ha alcuna evidenza scientifica secondo gli stessi biologi del Cold Spring Harbor Laboratory, famoso laboratorio di genetica di cui Watson è stato un celebre rappresentante.
Proprio dal Cold Spring Harbor arriva la proposta di revoca di tutti i titoli onorari consegnati a Watson, Nobel compreso. Lo stesso laboratorio, in una nota, fa sapere che giudica le affermazioni del biologo “riprovevoli, non supportate dalla scienza e non rappresentative in alcun modo delle opinioni del Cold Spring Harbor, dei suoi docenti, personale o studenti”.
L’anziano scienziato non è quindi nuovo a queste polemiche. Oltre alle ultime dichiarazioni razziste, è spesso stato accusato di sessismo, come quando, nel 2012 sostenne che “avere donne intorno rende il lavoro più divertente per gli uomini, ma riduce la loro efficienza”.