E' l'appello di analisti, ricercatori, giornalisti, esperti in sviluppo e sicurezza per far tornare a fiorire le regioni che sboccano sul mare e che hanno un territorio pieno di risorse
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Il bacino del mar Mediterraneo, da sempre un territorio ricco di bellezze, oggi è diventato sinonimo di crisi economica, nonostante le sue risorse. Per questo un gruppo di ricercatori, intellettuali, esperti di scienze politiche, analisti e giornalisti, usciti dalle migliori università del mondo, ha nuovamente lanciato un accorato appello ai governanti, affinché intervengano per creare sviluppo prendendo come spunto i consigli da loro indicati nella loro Lettera per il Mediterraneo.
Rafforzare la creazione di iniziative e imprese con un impatto sociale. Gli esempi di giovani creativi in grado di migliorare la condizione delle popolazioni marginalizzate non mancano. È il caso di movimenti come SINGA, MEnt o, ancora, Techfugees, che sono al servizio dell'integrazione socio-economica dei rifugiati in Francia e nel resto d'Europa. Si tratta della stessa volontà che abbiamo ritrovato durante i nostri recenti scambi con l'Unione per il Mediterraneo, che dal 2008 opera per l'autonomia economica e sociale delle popolazioni più fragili con un lavoro di sensibilizzazione e di rafforzamento della cooperazione regionale in base alle sfide di questa regione. È il caso di progetti come "Femmes d’avenir en Méditerranée", che rafforza la leadership delle sue beneficiarie grazie a un seminario organizzato dall'Istituto di studi politici di Parigi (Sciences Po), o, ancora, di "Med4Jobs", che ha lo scopo di migliorare l'idoneità professionale dei giovani mediterranei, o l'iniziativa "Plastic Busters", che mira a ridurre il carico di rifiuti nel Mediterraneo. Conservazione dell'ambiente, miglioramento delle pari opportunità e della posizione dei giovani, e rafforzamento del governo democratico delle imprese sono spesso considerati contraddittori rispetto al profitto pur essendo una garanzia di sostenibilità economica e finanziaria.
Migliorare l'idoneità professionale dei giovani avvicinando le loro competenze ai tipi di lavoro proposti e sviluppare l'accesso alla formazione. È essenziale creare un ecosistema che consenta di infondere una nuova dinamica socio-economica. Tuttavia ciò non è sufficiente se non sono presenti strumenti reali di risoluzione dei problemi strutturali dell'occupazione nei vari paesi della regione. Oggi la formazione universitaria è ancora ampiamente scollegata dalla realtà del mercato del lavoro, e questo rende difficile integrare i giovani laureati nei tessuti economici nazionali. È dunque urgente avviare delle riforme profonde dei sistemi educativi mobilitando i mezzi necessari e la cooperazione tra gli stati. Entro il 2023 si dovranno creare circa 83 milioni di posti di lavoro per rispondere alla crescita demografica nella regione. Non possiamo più aspettare. L'iniziativa "YouMatch" dell'Unione per il Mediterraneo fa parte delle numerose iniziative adottate per rispondere alla sfida occupazionale dei giovani. Tali iniziative devono moltiplicarsi e godere del sostegno dei media come ponti di comunicazione tra i giovani, sia nelle aree rurali sia in quelle urbane. Puntare sulle piccole e medie imprese affinché le economie nazionali creino valore e opportunità d'impiego per le rispettive popolazioni.
Puntare sulle piccole e medie imprese produttive fornisce del valore aggiunto alle economie nazionali e ne accresce i rispettivi benefici comparativi. Tutto questo rende dinamici i territori dello spazio mediterraneo, la cui interconnessione deve iniziare ad aumentare. La formazione professionale e la messa a disposizione di informazioni sui mercati più importanti costituiscono i prerequisiti indispensabili per la fondazione di imprese. Pertanto, tutti gli attori pubblici e privati hanno il dovere di contribuire a risolvere il problema principale delle piccole e medie imprese mediterranee: l'accesso al credito. Un fondo mediterraneo di garanzia al credito finanziato da quote statali, sul modello della Banca Africana per lo Sviluppo, potrebbe selezionare le imprese in base a diversi criteri (progetti mediterranei, settore produttivo, impiego di giovani e donne, impatto sociale e ambientale) e rimborsare le banche finanziatrici in caso di fallimento del progetto. In questa prospettiva si incoraggia anche il sistema del cosiddetto "prestito d'onore", che consiste nel fornire alla banca una opinione favorevole al finanziamento di un progetto da parte di una commissione di personalità qualificate.
Favorire la nascita di un solido ecosistema di innovazione. L'attuazione di un contesto favorevole alle start-up e alle piccole e medie imprese deve passare dallo sviluppo di un quadro legislativo e istituzionale mirante a incoraggiare la creazione e il finanziamento dei progetti. Il Beirut Digital District, inaugurato in Libano nel 2016, è il frutto della cooperazione tra attori privati e poteri pubblici e ospita delle start-up che possono beneficiare di una garanzia della Banca del Libano e di un accesso privilegiato alle infrastrutture di un paese in cui alcuni servizi essenziali, come l'accesso all'energia elettrica e a Internet, presentano molte lacune. Il Jerusalem Innovation Park (IPP) è un'iniziativa che mira a creare per i propri studenti un contesto di apprendimento innovativo nel campo della scienza, dell'ingegneria, della tecnologia e della matematica. In materia di Ricerca e Sviluppo (R&S), l’International Research Center, istituito dallo UK Lebanon Tech Hub e destinato a sostenere alcuni progetti di ricerca applicata, ha avviato le sue attività all'inizio del 2017 grazie alla collaborazione tra centri di ricerca europei e alcune università libanesi. Questi esempi illustrano in modo incoraggiante il sostegno alla R&S e all'innovazione in in un ecosistema di innovazione durevole e con forti potenzialità di crescita.
Firmato da
Nil Eyuboglu, Leonardo Frisani, Louis Boillot, Akram Zaoui, Petros Konstantinidis, Antoun Meroueh, Claudia del Prado Sartorius, Mael M'Baye, Hind Al Aissi, Karim El Arnaouty, Lara Younes, Ines Abdel Razek-Faoder