Dopo mesi d'indagine, l'amara verità: dietro al pestaggio a morte di un 30enne ingelese c'era proprio la 22enne Georgina Smith. E' stata lei con la sua gang a pugnalare, strangolare e infine bruciare il giovane
"Riposa in pace Scott. Sei sempre stato un buon amico. Farò di tutto affinché i tuoi assassini paghino e finiscano in carcere. Ti ho sempre voluto bene e sempre te ne vorrò". Sono le parole che la 22enne inglese Georgina Smith dedicava su Facebook a Scott Blackwood pochi giorni dopo che era stato picchiato a morte. Ora, dopo mesi, l'amara verità: dietro al delitto c'era lei, che ha esortato due suoi amici a pugnalare, strangolare e infine bruciare Scott.
Sul corpo della vittima, 30 anni, il medico legale ha riscontrato 72 diverse ferite: da scottature a tagli. Un brutale pestaggio che si è concluso con il dar fuoco al corpo del giovane in fin di vita. Il cinismo dei suoi assassini è stato tanto, ma ancora di più quello di Georgina, che sul social network ha finto di provare dolore pur di sviare le indagini. Alla fine, però, è stata scoperta e, come auspicato proprio dalla giovane, i veri assassini sono stati condannati: lei compresa.